Di Expo 2015 si parla da anni anche a casa nostra, in termini prima di straordinaria opportunità da cogliere e ora, man mano che si avvicina la data fatidica, con il crescente timore dell’occasione perduta.
Ma davvero la kermesse che dovrebbe portare l’anno prossimo a Milano, da maggio ad ottobre, una marea di persone (dati non sappiamo quanto attendibili, ma che circolano, parlano di circa ventun milioni di visitatori, per un mega progetto che ha richiesto investimenti per quasi 12 miliardi di euro) rappresenta un’occasione anche per la nostra provincia? E se sì, cosa si sta concretamente facendo per rendere il nostro territorio conosciuto, e ‘appetibile’?
Leggiamo, anche in questi giorni, di progetti piuttosto frammentati, per cui Casale e il Monferrato, ad esempio, si starebbero muovendo in autonomia (anche puntando sul riconoscimento del Monferrato stesso come patrimonio dell’Unesco), anche se poi ai convegni si ascoltano proclami che inneggiano alla progettualità comune, con una cabina di regia che ora in tanti, accompagnata ‘in pensione’ la Provincia, sembrano vedere nella Camera di Commercio.
Il punto però è: mettiamoci nei panni di singoli turisti o delegazioni, per lo più straniere, in arrivo a Rho-Fiera Milano. Occasione per visitare padiglioni, scoprire proposte enogastronomiche e culturali, e naturalmente costruire relazioni e fare business. Perchè costoro, ad un certo punto, dovrebbero decidere di trasferirsi, per qualche giorno, nell’alessandrino? Per fare i turisti? Per incontrare interlocutori professionali e commerciali, con cui sviluppare accordi? Per dormire a costi ridotti rispetto a Milano, e stop?
Se davvero arriveranno milioni di persone, è realistico che ci siano, mischiate, un po’ tutte queste esigenze. Anche se, sul fronte dell’attrattiva turistico culturale, ci permettiamo di avere qualche riserva: o si riescono a creare circuiti ad hoc, con tour operator finalizzati e stimolati all’obiettivo, per portare i turisti alla scoperta di ‘perle’ seminascoste del territorio alessandrino, o è chiaro che quella marea di persone punterà altrove: dai laghi lombardi alla riviera, alle città d’arte di riconosciuta fama. Nessuna delle quali, ne siamo credo consapevoli, sta all’interno della nostra provincia.
Comunque, sul fatto che Expo 2015 possa essere un volàno straordinario, soprattutto per le aziende di casa nostra che producono ‘tipicità’ enogastronomiche e culturali (ma anche di altro tipo: è tutta l’economia a poterne trarre beneficio), dubbi non ce ne sono. Su cosa concretamente istituzioni e associazioni di categoria stiano facendo per aiutare i singoli imprenditori, invece, perplessità a quintali. Perchè ogni volta ai convegni si ascoltano proclami, anzichè la descrizione di progetti concreti, possibilmente già ‘pronti all’uso’ e non solo vagheggiati.
E il problema, di fronte ad un gigante come Expo 2015, che per tante piccole e medie realtà imprenditoriali muoversi in autonomia, acquistando spazi in Fiera o in progetti collegati, rischia di essere impossibile sul piano dei costi, e dell’organizzazione.
Per non aprire neppure, si intende, il capitolo trasporti: fra treni e strade è ormai una sfida all’indecenza che fotografa, in maniera esemplare, il declino in atto, non solo nell’alessandrino. Altro che Expo 2015.