È l’eterna sfida: Italia contro Francia. E questa volta non si parla di partite di calcio, ma di bollicine. O meglio, della competizione tra champagne e spumante.
Bolle francesi oppure italiane?
C’è chi ama lo champagne, chi non rinuncia allo spumante per campanilismo. Ma c’è anche chi non disdegna entrambi.
La verità è che anche noi italiani ci difendiamo bene sul fronte bollicine.
L’occasione per sperimentare champagne e bolle italiane è stata Golosaria.
All’interno della manifestazione, infatti, è stata organizzata una degustazione di oltre 30 etichette tra champagne e metodo classico.
L’evento, il primo ideato da La Cuvée, ha messo a confronto due culture e due territori completamenti differenti per storia e per tradizione: l’Italia e la Francia.
Scopo della degustazione è quello di far conoscere i piccoli produttori francesi e italiani in un ideale gemellaggio “di bollicine”.
“Il nostro obiettivo è quello di far conoscere il lavoro e i risultati di piccoli produttori, protagonisti diretti della filiera che parte dalla vigna e raggiunge il cliente”, affermano gli organizzatori.
L’idea, quindi, è quella di attuare una formula periodica di riferimento esportabile anche nel paese dello champagne affinché si possa creare una sorta di circuito di ampio contesto dei piccoli produttori di perlage.
Sempre nell’ambito di Golosaria, poi, “La casa di Babette” di Rosignano Monferrato ha proposto una cena ragionata di piatti della tradizione monferrina accompagnata da champagne e metodo classico.
Durante la cena i piccoli produttori proponevano i loro vini raccontandone la storia fatta di profumi, sapori e tradizioni. Una storia di bollicine italiane e francesi (ma non solo) che hanno accompagnato i commensali per tutta la cena.
Ogni persona, inoltre, poteva scegliere personalmente il vino che voleva assaggiare: “la nostra è stata una scelta un po’ azzardata però ha funzionato perché tutti hanno potuto assaggiare il vino che volevano” – hanno affermato gli organizzatori di ‘Perlage sans frontières’.
E tra etichette provenienti dal Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Spagna e Francia ecco che spicca anche un Sangiovese, fermentato metodo classico dal profumo di ciliegia. Una vera chicca prodotta da un consorzio di tredici produttori provenienti dai colli intorno a Cesena.
Un viaggio raffinato, “spumeggiante” tra le vigne del Monferrato percorrendo un ponte ideale fino in Francia, terra di grandi etichette ma anche di piccoli vignerons di champagne.
Ma è proprio tra i piccoli produttori che bisogna cercare la tradizione e l’eccellenza. Tra chi della storia del proprio paese ne fa un vanto, subliminandola in un prodotto di nicchia, in questo caso, nel vino.
C’è chi sperimenta, e si dà alla modernità ma nessuna dimentica il territorio.
C’è sempre un profumo di modernità nel vino, ma il retrogusto della tradizione prevale sempre.
Ogni territorio ha una storia, un passato come ogni vino ha la sua terra e la sua vigna.
L’etichetta, quindi, diventa un insieme di tradizioni, saperi e scelte che identifica ogni produttore.
Perlage sans frontières, quanta storia in quelle bollicine!