Classe 1954, diplomato al Liceo Musicale, Gianni Naclerio è un raffinato musicista e cantante che ama definirsi un “incollante di persone”, nel senso che con lui (e con la sua musica) la gente si ritrova insieme, si conosce e sta bene in allegria. Da nove anni è uno dei motori del Circolo “La Casetta” di Alessandria, di cui cura tutta la parte musicale: nel fine settimana revival, venerdì sera milonga e tango e martedì sera latino americano. Scopriamo insieme la sua vita…
1) Caro Gianni, come sei arrivato alla Casetta?
In maniera strana, a dire il vero. Dopo venti anni di carriera da musicista giramondo ho dovuto tirare un po’ i remi in barca, anche per l’età… per puro caso sono passato da questo circolo e ho trovato gente bella, a cui mi sono affezionato molto. A un certo punto mi hanno chiesto, insieme a mia moglie Luisa (ndr: bravissima cuoca), se me la sentivo di prendere in mano la gestione della Casetta. Senza pensarci troppo ho detto di sì. E dopo nove anni, posso dire di avere fatto la scelta giusta. Stiamo avendo un bel successo, anche perché la gente che viene qui è proprio “a posto”!
2) Per vent’anni hai girato in lungo e in largo facendo il musicista. Come hai cominciato?
Ero in Sardegna, in vacanza. Un impresario di Bologna, il mitico Santini, mi sentì cantare e mi diede il suo biglietto da visita. “Se vuole lavorare con la musica, mi chiami”. Da quell’incontro casuale è cominciato tutto. Ho vissuto bene, cantando e suonando. Sardegna, Saint Moritz, Marocco… posti meravigliosi, in cui ero pagato per divertirmi. Ho avuto mille richieste, anche le più strane e assurde. Pensa che una volta in un villaggio estivo un signore voleva che mollassi tutto e andassi a fare pianobar a casa sua! Naturalmente ho rifiutato. Un’altra volta, a Portorotondo, ho fatto una intera stagione soltanto con un pianoforte e una batteria elettronica. Riuscivo a tenere in pista 700 persone, dalle 22 alle 3 del mattino, tutte le sere. Per me, quella è stata una enorme gratificazione.
3) E’ vero che una volta hai cantato con Gianni Morandi?
Sì, è stato tanto tempo fa, ormai… avrò avuto dodici o tredici anni, e cantavo in una serata in cui c’era anche Gianni Morandi. Alla fine, lui venne da me e mi disse: “Gianni, io con te non canterò mai più”. Con la mia voce lo avevo messo in ombra. Nell’arco degli anni ho pensato che se fossi nato da un’altra parte, magari a Milano o a Roma, con buone case discografiche e impresari importanti sicuramente avrei sfondato. Ma va bene così, sono contento lo stesso di essere nato ad Alessandria.
4) Che cosa pensi della nostra città? Riusciremo mai a risollevarci?
Premetto: non cambierei Alessandria con nessun’altra città. Ma adesso vedo che c’è pessimismo, paura di novità… I miei colleghi di pianobar mi hanno sempre detto che qui da noi c’è poco da fare. Non so proprio come potremo risollevarci. Forse dovrebbero nascere tante “Casette”, tanti bei circoli come il nostro.
5) Come vedi il tuo futuro?
Mah, ancora una cinquantina d’anni alla “Casetta” mi andrebbero benissimo! Sto troppo bene qui…