«Per Grillo siamo solo pedine da manovrare. Uno vale uno? Grillo vale più degli altri e poi uno vale l’altro»
Luis Alberto Orellana, (ex?) senatore M5S
Il dado è tratto. Anche la rete ha decretato (o meglio, ratificato) l’espulsione dalle fila del Movimento 5 Stelle dei senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista. Su 43.368 iscritti, 29.883 hanno votato sì alla epurazione.
Una semplice considerazione. I partiti politici non sono mai stati esempi di democrazia e trasparenza. Le epurazioni, in un modo e nell’altro, ci sono sempre state, anche se nascoste e poco pubblicizzate. Beppe Grillo ha portato il fenomeno all’attenzione di tutti, imbastendo un vero e proprio processo online a cui ha aggiunto un televoto. Giusto o sbagliato che sia, ha volutamente fatto emergere la resa dei conti all’interno del suo (ripetiamolo: suo) movimento, chiudendo senza perdere tempo la pratica “dissidenti”. Ne ha colpiti quattro, per educarne cento (e pure di più). Eppure, malgrado il successo dell’operazione, queste dimostrazioni di forza hanno la valenza adolescenziale di quando, da ragazzi, a un certo punto il bulletto diceva “il pallone è mio, e gioca chi dico io”. Li si compiangeva già allora per la pochezza umana… e oggi?