Si è appena concluso il primo consiglio di amministrazione, ed entrambi hanno in mano corpose cartelle piene di fogli e numeri. “Per un’analisi dettagliata dovrete aspettare qualche altra settimana, ma le idee le abbiamo chiare, e la sintonia tra noi, e con il principale socio di riferimento (il comune di Alessandria, ndr) è totale”. Stefano De Capitani (presidente) e Mauro Bressan (amministratore delegato, e presto probabilmente anche direttore generale) sono i due manager di peso a cui il gruppo Amag affida il proprio rilancio, dopo un periodo di ‘burrasche’ interne non proprio indolori, e soprattutto in vista di importanti, e prossime, scadenze e sfide di mercato, soprattutto sul fronte del gas.
E’ De Capitani (ex direttore del Csi Piemonte, manager pubblico di vasta esperienza, certamente vicino al Pd, e si dice al sindaco di Torino Piero Fassino) a rompere il ghiaccio, con un’analisi ‘di sistema’: “la nostra mission, e la mia come presidente in particolare, è rafforzare il peso industriale di Amag sul mercato, tenendo conto del fatto che tutto il mondo delle multiutility sta vivendo un momento di forte cambiamento”. Il che, tradotto, significa la ricerca di un partner ‘forte’ nel settore, come già preannunciato nelle scorse settimane dal sindaco di Alessandria Rita Rossa? Magari proprio quella Iren di cui alcuni parlano, e che peraltro già due anni, sul finire del mandato Fabbio, sembrò sul punto di sbarcare ad Alessandria, sia pur sul fronte Amiu, con un accordo poi annullato? De Capitani sorride: “non date troppo peso a chi vuol sempre trarre deduzioni affrettate, per cui magari due più due fa cinque. Di definito non c’è assolutamente nulla, se non la necessità di trovare strade che rendano il Gruppo Amag più forte e competitivo. Che poi ci siano soggetti che, sul mercato, potrebbero essere interessati ad una partnership con noi è possibile: vedremo se ci saranno le condizioni per trovare un accordo. Certamente rimanere da soli, in un contesto di trasformazione come questo, potrebbe anche significare essere meno competitivi. In ogni caso, il punto di partenza ora non può però che essere guardarci in casa, alla ricerca di stabilità finanziaria e industriale che ci renda competitivi”. Qui Stefano De Capitani si ferma, e del resto i suoi compiti di presidente sono ben definiti: “funzione di rappresentanza, controllo e indirizzo”. Insomma un ambasciatore di lusso, che per contatti e relazioni personali e professionali consente sicuramente al Gruppo Amag di guardare ben oltre i confini della nostra provincia. Si vedrà con quali sviluppi.
Ma è Mauro Bressan, neo amministratore delegato (e probabilmente presto anche direttore generale, con impegno full time in azienda), ad avere tra le mani la ‘patata bollente’ della gestione di Gruppo. Cassaforte del comune di Alessandria, andava di moda dire qualche anno fa. “Una cassaforte che nel tempo si è parecchio svuotata però: e siamo già al lavoro per risolvere alcune criticità, su diversi fronti”, sorride Bressan. Che, al contrario di De Capitani, non è certamente un ‘corpo estraneo’ rispetto alla pubblica amministrazione e alla politica ‘mandrogna’. Assessore di peso della giunta Scagni (2002-2007), Bressan ha sviluppato forti competenze manageriali nel settore della logistica, in cui ha operato negli ultimi sei anni, e rientra ora tra Tanaro e Bormida in un momento particolarmente delicato, e in un ruolo che ha visto negli ultimi mesi consumarsi, attorno alla figura del precedente amministratore delegato di Amag Giampiero Borsi (e del presidente Pietro Bianchi), uno scontro ‘fratricida’ all’interno del centro sinistra: prima sotterraneo, poi più palese, fino alla deflagrazione finale. Ma Bressan guarda avanti, e ‘snocciola’ i primi numeri “sui quali mi consentirete di essere più preciso e approfondito nelle prossime settimane”. La partenza però, pare di capire, non sarà delle più agevoli: su circa 91 milioni di euro di fatturato di Gruppo, Amag ha più o meno 60 milioni di euro di crediti non riscossi, “e già scaduti’, sottolinea Bressan. Che appare poco interessato a capire come questa ‘montagna’ di credito si sia formata (e per responsabilità di chi), ma invece determinatissimo, come compete al suo ruolo tecnico/manageriale, a recuperarne il più possibile, e rapidamente. “E’ la mia priorità assoluta, in questo momento: nei prossimi sei mesi è necessario che la gran parte di quel credito sia effettivamente incassato, là dove possibile. Come, stiamo cercando di capirlo. I tentativi di ricorrere, in passato, ad una società esterna di riscossione hanno dato esiti deludenti. D’altra parte, nel settore recupero crediti il Gruppo Amag ha attualmente in organico 2 soli dipendenti (su 154 complessivi, ndr), e certamente non bastano. Apriremo un immediato confronto anche con le controparti sindacali, per trovare una soluzione rapida e percorribile. E sicuramente là dove sarà necessario arriveremo anche a soluzioni drastiche, nei confronti dei clienti insolventi ad oltranza”.
Ma di quali crediti si tratta? “A spanne – spiega Bressan – si tratta di oltre 12 milioni di euro di crediti con privati sul fronte acqua, e di 22 milioni e 700 mila per Alegas. Poi ci sono gli enti pubblici, e la situazione particolare del comune di Alessandria, con circa 11 milioni che ‘ricadono’ sotto la voce dissesto, ossia fino al 2011, e altri 6 milioni circa legati al 2012-2013, per i quali stabiliremo un piano di rientro”. Così come resta da risolvere la questione del distributore del gas di Atm, che non ha mai pagato le forniture fino a quando sono state interrotte (ossia il 30 settembre 2013), e che attualmente acquista il gas (e a quanto pare lo paga, ndr) da un altro fornitore. “Anche quella è questione che risolveremo al più presto, assolutamente assurda”, sottolinea il amministratore delegato del Gruppo Amag. Che, peraltro, non ha da risolvere soltanto ‘l’emergenza crediti’.
“Il secondo filone a cui già mi sto dedicando (e avrò incontri importanti entro fine settimana) è quello dei rapporti con le banche, che nell’ultimo periodo hanno ‘abbassato’ il rating di Amag, riducendo gli affidamenti di diversi milioni di euro. Mi pare di cogliere peraltro segnali di fiducia e disponibilità, che cercheremo di trasformare in un percorso di nuova collaborazione. Ma c’è anche un altro aspetto su cui lavorare, che riguarda i ritardi della Regione Piemonte, assolutamente in arretrato nell’erogazione dei contributi dovutici per gli investimenti sia sul fronte acqua, che gas”.
E questo soltanto per citare le principali criticità gestionali. Poi ci sarà da aprire tutto il capitolo relativo al futuro, che significa essenzialmente gare per l’affidamento delle reti del gas. Sul tema Bressan è cauto: “certamente l’indicazione dell’azionista di maggioranza, ossia del comune di Alessandria, è di procedere con decisione, diciamo entro l’estate, nella definizione di tutti i passi necessari: dalla due diligence aziendale, all’individuazione dell’advisor. Procederemo a tappe forzate, e con la massima determinazione, ve lo assicuro. Posso solo aggiungere che, per tornare ad Alessandria, che è la città che amo e che certamente attraversa un momento di difficoltà, sto lasciando completamente tutti gli altri miei impegni professionali, con l’obiettivo di dedicarmi a tempo pieno al Gruppo Amag, nei prossimi mesi ed anni, all’interno di un team affiatato e determinato. Spero che potremo lavorare bene, con impegno e in serenità: giudicateci in base ai risultati”.
Ettore Grassano