Correva l’anno 2011 [La coda dell’occhio]

Zoccola Paolodi Paolo Zoccola

Quando ero ragazzino gli indiani lanciavano sempre segnali di fumo e mi ricordo che, con grande dispiacere di mia madre, bruciacchiai una coperta per tentare di imitarli. Oggi il fumo è tornato di attualità e anche se non ho nessuna intenzione di addentrarmi nel dibattito politico – ricordando solo a coloro che oggi si dichiarano senza se e senza ma a favore di Napolitano e si indignano per le richieste di impeachment, che in tempi passati un altro Presidente della Repubblica (poi risultato innocente) fu spinto alle dimissioni da una furibonda campagna stampa e che ancora più recentemente lo spettro dell’impeachment contro il picconatore Cossiga fu agitato a lungo dalla sinistra – qualche riflessione bisogna pur farla, anche perché quelle nuvolette che si innalzavano nel cielo durante l’estate del 2011, un qualche significato, alla luce del libro di Alan Friedman, sembrano assumerlo.

Il giornalista americano, sicuramente non imputabile di berlusconismo, si è limitato a mettere in ordine di data alcuni fatti e, pur dichiarando di non voler mettere sotto accusa Giorgio Napolitano, ha evidenziato un dato fondamentale: nei palazzi di tutta Europa si lavorava per ‘commissariare’ Berlusconi facendolo oggetto di concentrici attacchi da parte di tutte le istituzioni. Quindi tutti sapevano, tutti erano d’accordo, nei palazzi. Ma la gente no. I cittadini venivano tenuti accuratamente all’oscuro dei piani dei potenti e dei contatti che il nostro Presidente della Repubblica stava prendendo per pilotarne una sostituzione che non prevedesse la caduta del governo per via parlamentare, ben prima che si scatenasse la tempesta dello spread.

Così l’estate si svolgeva mentre ognuno faceva la sua parte in commedia. MontiSegnali di fumo veniva consultato e a sua volta si consultava con Prodi e De Benedetti; Corrado Passera veniva consultato e preparava un piano di risanamento promettendo un aumento del Pil del 2% per il 2013 (il dato reale è poi stato un -3); la Bce, d’intesa con la banca d’Italia, mandava la minacciosa lettera sui tagli da praticare, la Banca centrale tedesca scaricava di botto sul mercato sette miliardi di Bpt italiani dando inizio alla verticale ascesa dello spread mentre in conferenza stampa insieme con Berlusconi la Merkel e Sarkozy si scambiavano sogghigni di commiserazione alle spalle dell’uomo di Arcore. Passera da parte sua affidava alle stampe un post (in allora sibillino) per dichiarare la sua soddisfazione perché finalmente si stavano creando le condizioni per una politica seria, in grado di risanare il Paese. Infine la grande stampa faceva il suo lavoro di fiancheggiamento adottando il precetto del Conte zio e del Padre provinciale di manzoniana memoria: “troncare e sopire”, lanciandosi solo in previsioni (alla luce di quello che sappiamo oggi, assai facili) sulla futura caduta del Governo Berlusconi, diffuse immediatamente in tutto il mondo.

Bene ora queste cose le sappiamo ad opere di un giornalista straniero.

Certo gli italiani, con tutto il loro scetticismo, non stavano con la bocca aperta ad acchiappare le mosche: tutta, proprio tutta, non se la bevevano, ma altro non potevano fare: sospettavano di un lavorio sotterraneo, intuivano qualcosa, ma di più non si poteva sapere. E intanto i vertici dello Stato lavoravano per loro, costruivano con silenziosa sagacia i loro piani perché la figura pubblica di Berlusconi risultava inadeguata al ruolo che ricopriva e andava sostituita a ogni costo.

Vien da dire: in parte potevano aver ragione e la maggioranza era davvero logora, costretta a subire schiaffi su schiaffi in Parlamento, ma forse l’Italia non lo era ancora del tutto. Poi è venuto Monti e ha dato prova di sè con il suo algido e mortifero ‘rigore’, poi è venuto Letta con la sua politica dei piccoli passi che ormai viene criticata vigorosamente anche dal suo partito in solido consenso con la Cgl che proprio ieri per bocca della segretaria Camusso ha dichiarato che il governo deve agire perché non c’è più tempo.

Insomma la medicina che ci hanno prescritto ce l’hanno fatta ingoiare, era amara, amarissima, ma non ci ha fatto per niente bene.