Andrea Tommaselli, giovane preside dell’Istituto Superiore Nervi-Fermi di Alessandria, è arrivato nella nostra città un anno fa dalla Sicilia, precisamente da Palermo (anche se il suo paese d’origine è Grotte di Agrigento), e proprio nel capoluogo siciliano si è laureato in ingegneria e ha conosciuto la donna che poi sarebbe diventata sua moglie.
Ci accoglie nel suo ufficio con un torroncino e una frase emblematica, che durante l’intervista si rivelerà azzeccata: “Vogliamo dare ai ragazzi competenze spendibili nel mondo del lavoro”.
Non è uno slogan ad effetto, senza un contenuto reale. Sono tante le iniziative, realizzate con passione e competenza, che l’Istituto mette in atto quotidianamente per avvicinare gli studenti alla realtà delle aziende.
Ingegner Tommaselli, partiamo dall’inizio. Come nasce il Nervi-Fermi?
L’Istituto Nervi-Fermi è nato ufficialmente il 1° settembre 2012 dall’accorpamento di due scuole “storiche” di Alessandria, l’Istituto Tecnico per Geometri “Pier Luigi Nervi” e l’Istituto Professionale “Enrico Fermi”. Oggi qui si formano 850 studenti, compresi quelli della Casa Circondariale di San Michele. Io sono arrivato qui l’anno scorso, e posso dire che ho trovato una scuola moderna e dinamica, pronta a formare i tecnici del futuro. Dagli ultimi dati che abbiamo, oggi in Italia mancano 57.000 figure tecniche… il nostro dovere è contribuire a colmare questa lacuna.
E voi che cosa fate per raggiungere questo obiettivo?
Non stiamo mai fermi. Abbiamo portato dentro la scuola le aziende, ma anche il Collegio dei Geometri, l’Ordine degli Ingegneri e altre associazioni di categoria come Confindustria, per esempio. Ognuno fa la sua parte: le aziende ci segnalano esigenze e innovazioni tecnologiche, mentre le associazioni insegnano ai nostri ragazzi come si fa un curriculum, come ci si presenta a un colloquio o dove cercare un lavoro. Non solo: i nostri docenti si aggiornano continuamente, per insegnare non tanto una teoria immutabile, ma una pratica al passo con i tempi.
Per lei la scuola che cosa deve insegnare?
Amo ripetere una frase del politico ed economista francese Jacques Delors: “Questi ragazzi devono imparare ad imparare”. Teniamo presente che non ci sarà più per loro un lavoro unico per tutta la vita, ma si potrà (o dovrà) cambiare spesso. La nostra è una didattica del fare: si impara facendo.
Siete dunque una scuola “anticrisi”?
Posso dire che noi orientiamo al lavoro in maniera costante, anche grazie al rapporto stretto e continuo con il mondo del lavoro. Ho in mente, tra i tanti esempi, quello di tre ragazzi che sono partiti con uno stage in azienda nel secondo anno, e ora sono stati assunti a tempo indeterminato. L’azienda ha avuto modo di conoscerli e di apprezzarli nel tempo e alla fine li ha tenuti con sé. E’ una grande soddisfazione, mi creda. Significa che il percorso intrapreso è giusto, e porta a risultati tangibili. Dalla crisi si esce solo con le competenze, e noi trasferiamo competenze ai nostri ragazzi perché possano affrontare il futuro con ottimismo.
Nel vostro Istituto si iscrivono molti ragazzi stranieri. Come li accogliete, e quali problematiche comportano?
Sì, è vero, ogni anno arrivano da noi tanti ragazzi stranieri, anche da Paesi lontani come la Cina. A volte non parlano nemmeno l’italiano e questa lacuna, comprensibile, può portare un disagio sociale e psicologico anche forte. Per questi ragazzi abbiamo predisposto un Piano di Studi personalizzato per aiutarli ad inserirsi nel contesto scolastico, partendo (per restare al caso citato) dallo studio della lingua italiana.
A dimostrazione del fatto che non state mai fermi, state per lanciare due nuovi corsi…
Con la delibera della Giunta Regionale del 27 gennaio di quest’anno, il nostro Istituto ha visto riconosciuti due nuovi corsi che partiranno nel prossimo settembre: Grafica e Comunicazione presso la sede del Nervi e Servizi Socio Sanitari presso la sede del Fermi.
Di che cosa si tratta?
Il corso per “Tecnico in Grafica e Comunicazione” si rivolge a quegli studenti che hanno interesse per la comunicazione attraverso forme di espressione visive e grafiche che utilizzano linguaggi multimediali. Al termine del quinto anno, i diplomati in Grafica e Comunicazione potranno inserirsi nel mondo del lavoro come Grafici, Pubblicitari, Grafici di redazione, Disegnatori industriali, Copywriter e Art director.
E i servizi socio-sanitari, invece, dove porteranno?
Puntiamo a formare tecnici dei servizi socio-sanitari che lavorino per la salute e il benessere della società e delle persone. Il corso, oltre ad una buona cultura di base, fornirà competenze per organizzare interventi adeguati alle esigenze socio-sanitarie e all’inclusione di persone, comunità e fasce deboli. Il corso di studi prevede anche un percorso integrato con le Agenzie Formative del territorio, fatto che consentirà di acquisire ulteriori competenze in ambito socio-sanitario, come la qualifica di operatore socio-sanitario (OSS).
Con quali sbocchi professionali?
Il diploma, al termine del quinto anno, offrirà concrete opportunità di inserimento nel mondo del lavoro presso strutture comunitarie pubbliche e private, come strutture ospedaliere pubbliche (ASL) e private, residenze sanitarie, centri diurni, centri ricreativi, case di riposo, ludoteche e strutture per disabili.
Dopo il diploma, se lo studente vorrà continuare gli studi, potrà frequentare tutte le Facoltà universitarie, ma la specifica preparazione acquisita gli consentirà un facile accesso a Facoltà come Scienza dell’educazione primaria, Psicologia, Scienze infermieristiche, Fisioterapista, Logopedista o Educatore delle comunità infantili. Così facendo il nostro Istituto, in cui da anni è attivo il corso per Odontotecnico, si avvia a diventare un Polo d’eccellenza nell’ambito dei servizi sanitari, unico sul territorio. Mi sembra una risposta concreta e pertinente alla crisi di competenze che stiamo vivendo. Questi ragazzi sono il nostro futuro… vogliamo che ci arrivino ben preparati!
Andrea Antonuccio