Da qualche giorno, su facebook (social network che ormai domina e condiziona la rete in maniera assolutamente preoccupante, pensateci..) è esploso, almeno dalle nostre parti, ma suppongo un po’ ovunque in Italia, l’effetto nostalgia.
Per cui sei di Alessandria se compravi 500 lire di focaccia da Sandroni prima di andare a scuola, e poi però facevi ‘magno’ (chissà se si dice ancora così? Ma soprattutto chissà se ancora c’è bisogno di ‘saltare’ un giorno di scuola all’insaputa dei genitori, e inventandosi mille trucchi geniali…), sei di Novi se ti ricordi la piazza della Stazione quando non faceva schifo come oggi (perché i novesi non hanno ben presente quella di Alessandria, è evidente…), ecc ecc…
Sia chiaro, è un giochino divertente, e non è che i nostri genitori, quando una volta l’anno estraevano dal fondo dell’ultimo cassetto del mobile del tinello gli album o le buste di foto in bianco e nero facessero nulla di diverso. Il passato è sempre più piacevole, nel ricordo. Anche perchè un meccanismo come quello rilanciato da facebook (che non inventa mai nulla, a partire dalla sua nascita: solo ‘sfrutta’ grazie ad una nuova tecnologia alcuni bisogni primordiali degli umani) consente appunto ad ognuno di aprire solo la finestra preferita, e di guardare solo la fotografia che più ci piace evocare, mica tutte!
E, del resto, il nostro magazine, grazie al mitico Tony Frisina, propone da tempo il bellissimo e apprezzato blog, Un tuffo nel passato, che commenta con acume immagini dell’Alessandria che non c’è più, e anche altri documenti e cronache giornalistiche d”epoca.
Ma c’è un discrimen sottile tra coltivare la memoria del passato come bagaglio culturale da non scordarsi mai, e da tramandare (che è quel che fa Tony Frisina, a nostro modo di vedere), e questa malinconia di massa scatenatasi sul web, peraltro da parte di tantissimi 40-50 anni, ossia di persone che dovrebbero essere al centro dei processi produttivi/decisionali/progettuali del Paese, e invece, ahinoi, sembrano la versione 2.0 dei vecchietti da bar sport (e delle vecchiette da sacrestia) degli anni Settanta.
Sia chiaro: non ci tiriamo fuori, con queste parole, anzi apparteniamo pienamente e consapevolmente alle generazioni citate. E con la stessa sensazione di avere un grande futuro….dietro le spalle!
Ma è un giochino pericoloso, conseguenza naturalmente di una situazione generale che non serve star qui ora a rievocare: ne parliamo quasi tutti i giorni!
Insomma oggi, anno di grazia 2014, sei italiano/a se…preferisci maliconicamente guardare ai decenni passati, temendo di non avere davanti niente di minimamente paragonabile.
Ed è per questo che siamo assolutamente sempre più convinti che l’unica reale speranza di questo Paese siano i ragazzi e le ragazze di vent’anni. Che la focaccia la comprano dove ad ognuno garba, e la mangiano con gusto pur pagandola in euro. E la vecchia piazza della stazione di Novi non se la ricordano, però pensano che, tutto sommato, anche quella di oggi non sia poi tanto male!