Caserma Valfré: com’era, e non è più #3 [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

 

Nei ricordi annebbiati dal tempo affiorano le visite alle caserme del 4 Novembre. Un misto di curiosità e di soggezione prendeva tutti coloro che varcavano una tantum gli inaccessibili portoni delle caserme.

Oggi le occasioni di visita sono diventate giornaliere o quasi (per la Cittadella) e comunque frequenti anche per la Valfrè. L’uso delle strutture murarie è ormai cambiato, è variato l’uso, l’utilizzo. Le caserme si sono trasformate in enormi contenitori di eventi di varia natura, di spettacoli, di arte. E ogni evento dà l’occasione per vedere un pezzo della città meno conosciuta rispetto alle strade, alle chiese e ad altri luoghi accessibili da sempre.

Per il visitatore più curioso e sensibile, per l’attento osservatore che riflette, in quei vecchi mattoni resta sempre intrisa una sorta di lontana eco fatta di adunate, passi cadenzati, di esercitazioni e di squilli di tromba che segnavano i momenti della vita in caserma dalla sveglia al silenzio.

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Ecco l’articolo d’epoca.

La visita del Principe ereditario ad Alessandria e ad Asti
Abbiamo dato ieri direttamente la cronaca la cronaca delle accoglienze entusiastiche che le popolazioni di Alessandria hanno tributato domenica al Principe Umberto.
Ad Alessandria, ricevuto dalle autorità ed acclamato dalla folla, il Principe ebbe il saluto ufficiale della città nel salone consigliare e presenziò poi, alla Caserma Valfrè, all’inaugurazione di una lapide ai caduti dell’11.o e 48.o  Artiglieria da campagna.
Hanno volato nel cielo di Alessandria tre aeroplani della 40.a Squadriglia di Mirafiori, i quali, come si è saputo dopo, recavano a bordo il capitano Perino, che li comandava, ed erano rispettivamente pilotati dal sottotenente Martini, dal sergente maggiore Baroni e dal sergente Comasco. Dalla carlinga dei tre apparecchi, ad un certo punto, sono stati gettati fasci di fiori, che ondeggiando nel cielo sono poi caduti tra la folla. Tra i fiori c’era anche un messaggio diretto al Principe di Piemonte. Il plico subito raccolto, è stato portato al Principe, il quale più tardi ha risposto con queste parole al fervido saluto che gli avevano mandato gli aviatori di Mirafiori:
« Ringrazio gradito omaggio. Invio migliori auguri per Ali d’Italia, degnamente rappresentate da cotesta gloriosa Squadriglia.
Umberto di Savoia ».
Ad Asti, dove giunse in automobile, proveniente da Alessandria, fu salutato al suo arrivo da una salve di 21 colpi di cannone; partecipò ad una colazione offerta dal Municipio nei locali del Circolo Ufficiali della Caserma Carlo Alberto; nel pomeriggio assistè alle esercitazioni dei bersaglieri; visitò l’opera pia Michelerio, il museo Alfieriano, la cattedrale e assistè alle corse ippiche, sempre fatto oggetto  delle calorose manifestazioni della cittadinanza. Egli rientrò a Torino, con treno speciale, alle ore 18.

[da La stampa di Martedì 11 Maggio 1926]