Marta è nata in Italia 4 anni fa da entrambi i genitori kosovari; Samuel è nato in Albania cinque anni fa e da due vive in Italia, Daniel ha mamma e papà rumeni; Cian è nato in Cina, ha tre anni e da un anno vive ad Alessandria; Jasmin è arrivata di recente dall’Egitto, conosce poco il nostro modo di vivere; Omar è nato in Piemonte, entrambi i genitori sono libici; Jussef arriva dal Marocco; Caterine dalla Spagna; Raoul dal Venezuela; Keira invece è colombiana; Nicole è nata nel nostro Paese da padre italiano e mamma croata.
Questi, insieme a tantissimi altri bimbi stranieri e italiani, frequentano la scuola dell’Infanzia “Mariotti” di Alessandria. Condividono giochi, esperienze ed emozioni tutti i giorni; ma oggi, Martedì 17 Dicembre è per loro un giorno particolare: a scuola c’è la festa di Natale. Un momento magico per bambini, genitori e insegnanti. Un momento particolare e, nello stesso tempo, delicato: come augurare buon Natale a tutti senza urtare la sensibilità religiosa di tanti? Missione sicuramente non facile ma nemmeno impossibile.
Sensibilità, scelte accorte e appositamente mirate hanno permesso di unire anziché dividere, di far partecipare anziché escludere. Merito di Babbo Natale che è diventato il “personaggio chiave”. Indaffarato nella sua fabbrica di giocattoli per soddisfare i desideri di ogni bambino ha entusiasmato grandi e piccini permettendo una piena partecipazione di tutti indipendentemente dal proprio credo religioso. Così cattolici, protestanti, musulmani, ortodossi, buddisti hanno condiviso insieme un momento pieno di emozioni, di gioia e di entusiasmo. Per un istante sono state annullate o dimenticate le differenze culturali legate alla religione. In una società, in cui questa spesso è strumentalizzata per giustificare assurde guerre, possiamo quindi pensare con un po’ di speranza ad una integrazione interculturale possibile.