Negli ultimi anni, la comunità scientifica è giunta ad un’importante consapevolezza: le Pubbliche Amministrazioni producono, gestiscono ed accumulano dati come risultato del loro normale funzionamento (es. dati dell’anagrafe, dati di bilancio, etc.). Queste informazioni possiedono un grande valore, anche economico, e sono un volàno per l’innovazione sociale.
Rendere fruibili a tutti i cittadini i dati pubblici, significa creare nuove opportunità per il territorio, perché i cittadini possono meglio conoscere il territorio stesso e utilizzare a loro volta i dati per proporre nuove soluzioni. Ad esempio, se potessimo conoscere il numero di esercizi commerciali che hanno aperto nel 2013 potremmo incrociare i dati con le strade pedonali e i rilievi della bontà dell’aria, traendo così alcuni spunti utili per progettare.
Partendo dall’apertura dei dati, infatti, si creano connessioni che porteranno ad un cambiamento nel modo di pensare e di lavorare, nel settore pubblico come in quello privato: dal dato come risorsa privata per scopi gestionali al dato come “bene pubblico” per scopi pubblici e sociali.
Fare open data ad Alessandria vuol dire impegnarsi per il bene comune di una città che si ama profondamente, aiutandola ad aprirsi attraverso le nuove tecnologie.
Su queste basi, e grazie all’impegno dell’assessore alla Trasparenza Amministrativa e Legalità, Matteo Ferraris, abbiamo iniziato a pensare come poter liberare i dati del Comune di Alessandria. Insieme a lui, da subito si è impegnato anche l’assessore all’Innovazione, Mauro Cattaneo.
Il punto di partenza del nostro gruppo è stato il seguente: “i dati sono la base per la trasparenza, e la trasparenza, a sua volta, è vettore e strumento di lotta alla corruzione”.
Finalmente abbiamo avuto l’occasione per riunire gli amici, armare una squadra, e lanciarci insieme nell’impresa.
L’unico nostro obiettivo era ed è ancora innovare, crescere e migliorare la coesione nella nostra città. Lo strumento con cui riuscire nell’intento era la creazione di un gruppo di “volontariato professionale” che, attraverso “consulenze professionali gratuite” portasse nuove competenze all’interno del Comune.
Questo processo, nel lungo periodo, aiuterà a riavvicinare il palazzo alla piazza, permettendo un nuovo respiro democratico in chiave innovativa.