Alessandria: Alessio Ferraris nasce a Novi Ligure, dove risiede insieme alla moglie ed al figlio Umberto. Sindacalmente nasce prima come iscritto e simpatizzante, poi come RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria).
Nel 1993 diventa segretario provinciale della Fistel, sindacato delle telecomunicazioni; successivamente, nel 1997, viene eletto nella segreteria regionale della categoria, con delega nazionale alle Telecomunicazioni, carica che ricopre fino al 2005, quando entra a far parte della segreteria Cisl di Alessandria.
Nel 2008 sostituisce Giuseppe Scarsi alla guida della Cisl alessandrina sino a quest’anno, quando nel mese di marzo 2013 viene eletto nell’attuale carica di segretario generale dei territori di Alessandria e Asti.
Segretario Ferraris, la Corte di Appello di Torino a sentenziato la fallibilità di AMIU, ora quali sono le prospettive e quale la posizione della Cisl?
Innanzi tutto mi sento di esprimere un dubbio: il perché un’amministrazione richiede un parere in prima battuta al Tribunale di Alessandria, ottiene forse una risposta che non si aspettava o non gradiva, reitera in appello e ottiene la sentenza di cui parlavamo. Le prospettive credo siano molto correlate alle motivazioni che hanno indotto l’amministrazione comunale a perseguire questa strada.
Se l’obiettivo è quello di far fallire AMIU, ovviamente la preoccupazione e la tensione sull’argomento resta alta.
Come Cisl crediamo anche che questa questione vada affrontata unitariamente; se si intravedrà la necessità di farlo, non è escluso che ricorreremo noi al terzo grado per arrivare ad una sentenza pressoché definitiva.
Il percorso intrapreso, ed inizialmente condiviso, vedeva il tema dell’occupazione al riparo dal pericolo di una sua diminuzione.
In ogni caso oggi, davanti ad uno scenario così aperto, anche se il Tribunale ha dichiarato la fallibilità non è detto che vi sia la propensione o la motivazione a far fallire l’azienda. Se invece le azioni legali intraprese dall’amministrazione hanno uno scopo più recondito, e se questo scopo si dovesse esplicitare, è evidente che tutto ciò che abbiamo fatto fino ad oggi su AMIU è tutto da rifare.
Ci dice la sua opinione sui recenti sviluppi della legge di stabilità?
A partire dall’esecutivo confederale e dagli esecutivi unitari di Cgil-Cisl-Uil riuniti a Roma, abbiamo registrato una notevole partecipazione allo sciopero generale del 15 novembre, ma anche un sostanziale immobilismo da parte del Governo al netto di qualche possibile modifica positiva.
Si è quindi deciso si proseguire le iniziative di mobilitazione nazionale il giorno 14 dicembre con articolazioni a livello regionale: siamo impegnati nell’organizzare una grande manifestazione a Torino, per ribadire ancora una volta che nella Legge di Stabilità Cgil-Cisl-Uil non intravedono elementi di discontinuità con il passato, pur comprendendo il periodo critico che stiamo attraversando.
Quello che vediamo è che non c’è ancora la volontà di reperire i soldi che servono al Paese per progredire, laddove questi soldi ci sono…Si continua ancora una volta a seguire la strada più corta, che è quella di prenderli ai soliti noti: i lavoratori dipendenti, i pensionati e gli imprenditori onesti, mentre la sacca di evasori totali resta beatamente a guardare…
Governo e Province: che succederà?
Che ci sia necessità di un riordino istituzionale non lo nego, anzi lo auspico. Sono invece più perplesso sul fatto di andare dritti all’eliminazione delle Province senza tener conto delle specificità territoriali, considerato soprattutto che parliamo degli unici Enti Locali in grado di coordinare alcune importanti partite.
A mio avviso un ragionamento ben più concreto dal punto di vista economico sarebbe quello di cominciare a capire cosa ci sia intorno al tema Province, penso alle aziende più o meno partecipate e così via, che fanno lievitare in modo incontrollato la spesa.
D’altra parte anche noi, come Cisl, siamo stati coinvolti in una profonda riorganizzazione visto che ad oggi in Piemonte, al posto delle nove strutture provinciali, ne abbiamo solo quattro: la nostra, ovvero la Cisl Alessandria-Asti, l’area metropolitana Torino e Canavese, la nuova Ust del Piemonte Orientale (Biella-Novara-Vercelli-Vco) e la Ust di Cuneo. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di disporre, da una parte, della dirigenza necessaria ed allo stesso tempo più operatori sul territorio per assistere e tutelare i nostri associati.
La produzione industriale in provincia nel 3° trimestre è in ripresa, anche se la piccola industria è ancora in sofferenza: a suo avviso quali sono le prospettive per l’occupazione?
Questa domanda ci riporta di nuovo al tema della Legge di Stabilità, e ad un punto centrale: il provvedimento non tiene conto che il nostro tessuto produttivo è fatto da piccole e medie imprese.
Mentre esiste una discussione confindustriale, peraltro importante e legittima, sulla scarsità di risorse per la crescita del Paese, c’è la totale assenza di iniziative che vadano in aiuto alle piccole e medie imprese.
Siamo in una fase ciclica, e se ci sarà la ripresa io vedo una fase in cui l’occupazione non seguirà tendenzialmente la ripresa.
Per questo motivo chiediamo con forza il rifinanziamento strutturale degli ammortizzatori sociali in deroga, anche se viene difficile pensare alla parola “deroga” dopo cinque anni di crisi! Abbiamo ancora un fortissimo bisogno di ammortizzatori sociali per dare una risposta a chi ha perso il lavoro.
Parliamo dell’operazione Aspal e Costruire Insieme, con le ex cuoche in disoccupazione che scade a marzo e giugno 2014: cosa pensa di fare la Cisl?
Abbiamo iniziato questa battaglia con Cgil e Uil e la proseguiremo, perché è molto importante mantenere questa unità di intenti.
Inizialmente “Costruire Insieme” ci era stato presentato come un contenitore per tener dentro l’occupazione, dato il panorama del dissesto e dello sforamento dei patti di stabilità.
Ad oggi ci troviamo in una situazione paradossale con Aspal in liquidazione, Costruire Insieme che non ha le risorse, con i precari che sono a casa; viviamo tutti un senso di sconforto, a maggior ragione in presenza di una rotta poco chiara da parte dell’amministrazione.
Occorre fare uno sforzo congiunto e serio per verificare insieme tutte le possibili strade da percorrere, non ultima quella di utilizzare il maggior numero di strumenti consentiti, non per lasciare a casa qualcuno ma per dare lavoro a tutti magari in proporzione minore.
Ad Alessandria i negozi chiudono ‘a raffica’, in quanto oltre alla crisi c’è il problema anche più grave del caro affitti, quali iniziative dovrebbe prendere l’Amministrazione Comunale, per cercare di porre un freno?
Sicuramente il dissesto finanziario che ha colpito la città non ha di certo aiutato a scongiurare la desertificazione del centro, ed è difficile dire cosa può fare l’amministrazione comunale per invertire questa tendenza.
Purtroppo quello degli affitti e soprattutto le politiche abitative è un argomento di cui si parla poco… Già prima della crisi registravamo fenomeni esponenziali di richiesta di bisogno di abitazioni, oggi il mercato è deregolamentato e non tiene più conto delle esigenze delle famiglie costrette a vivere spesso in modo poco dignitoso; una società veramente democratica non dovrebbe permettere ciò.
E poi la tassazione diretta e indiretta di certo non aiuta quei proprietari di immobili che sarebbero anche disposti a proporre affitti meno cari.
In soli 18 mesi nella giunta di Alessandria, sono stati sostituiti 5 assessori (Puleio, Barberis, Bianchi, Trifoglio e Ivaldi) su 9, le sembra normale e qual è la sua opinione in merito?
In diverse di queste casistiche c’è un comune denominatore che è il disaccordo di questi assessori con le scelte attuate dall’attuale amministrazione comunale.
Credo anche che nella Giunta siano presenti quelle professionalità necessarie per far ripartire il nostro capoluogo nel caso in cui, speriamo, il Ministero approvi il bilancio stabilmente riequilibrato.
Indubbiamente ci vuole tanto coraggio e soprattutto capacità di ascolto.
Auspico in particolare un riavvicinamento degli Amministratori al Sindacato che ha dimostrato, non con le parole ma con i fatti, di essere leale, e questo perché l’interesse è uno solo: tutelare l’intero territorio e perseguire il bene comune.