“Scusate il ritardo, ma mi sono perso in strada comunale Passalacqua: e pensare che mi propongo per governare l’Italia!” Comincia così, con una battuta e un applauso scrosciante da parte di un foltissimo pubblico l’incontro tortonese di Matteo Renzi, all’interno del Parco Scientifico e Tecnologico di Rivalta Scrivia.
Il padrone di casa è Guido Ghisolfi, che insieme ad altri importanti esponenti del settore della nuova ‘chimica verde’ tesse le lodi del sindaco di Firenze, più volte indicato (dagli imprenditori che lo hanno preceduto sul palco, e da un Ermete Realacci in versione bravo presentatore) come colui che oggi sta facendo sognare l’Italia, e domani dovrà dimostrare di saperle dare un futuro.
Ecco, se c’è un leit motiv (forse anche un po’ abusato) della giornata alessandrina di Renzi è proprio l’enfasi sul futuro del Paese, presentato in termini un po’ troppo (furbescamente? Ingenuamente?) ottimistici.
Insomma, che se Renzi vincerà le primarie, e poi le elezioni politiche, tutto possa cambiare è al più un auspicio, mentre dal palco veniva spacciato come quasi certezza.
Altra nota un po’ abusata: tutti in questi giorni, da Obama in giù, utilizzano Nelson Mandela come foglia di fico, e gli hanno come minimo stretto la mano, come Renzi due anni fa, “sentendo proprio il peso della storia”. E va beh, soprassediamo.
E’ un fatto però che il sindaco di Firenze parla già da leader, del Pd e del Paese. E ci vuol poca fantasia a prevedere che lo sarà davvero. “Anche perché, se perdo di nuovo le primarie, stavolta mi danno la bambolina”, ma anche “va beh, se domenica sera dovessi perdere, verrò a trovarvi per altri motivi”. A cercar lavoro, o a proporre scissioni? L’incognita appare solo ‘di accademia’, perché Renzi è fermamente convinto di vincere, e pure noi ci sbilanciamo a prevedere che, da lunedì, sarà lui il nuovo segretario del Pd.
Ma è lì che comincerà la partita vera: perché di profondo risanamento del Paese, a partire dalla spesa pubblica, ma “senza lasciare indietro nessuno” ne abbiamo già sentito parlare eccome, anche a livello locale. E sappiamo bene che poi, di fronte alla realtà, non si tratta di essere cattivi, bugiardi o in mala fede, ma di fare i conti con scelte ineludibili. E, a non scegliere, si rischia di far fare al Paese, o ad una città, la fine dell’asino di Buridano.
Che, per l’appunto, infine morì, e di morte brutta, ossia fame.
Ascoltando Renzi ci vengono alla mente altri due grandi leader del recente passato: Bettino Craxi, all’epoca (1987) presidente del consiglio, nel suo bagno di folla al teatro comunale di Alessandria stracolmo, nella città più socialista d’Italia. E Silvio Berlusconi, che per primo vent’anni fa smise di parlare il politichese, e provò a far sognare l’Italia.
La fine politica (anzi, ad essere corretti giudiziaria) di entrambi non è stata delle migliori, è vero, ma per lungo tempo hanno comandato, eccome. Renzi ha lo stesso loro carisma, e si illude chi crede che questo non conti: parlate con gli elettori comuni, quelli che non vanno ai dibattiti e non leggono le analisi dei politologici, e poi diteci voi.
Ma procediamo un passo alla volta, e attendiamo i risultati di domenica sera. Ricordando che a Rivalta c’erano tutti i big (e non) del Pd renziano: dal senatore Enrico Morando al sindaco di Alessandria Rita Rossa. Ma anche, in ordine sparso: Rocchino Muliere, Graziano Moro, Simone Tedeschi, Maria Grazia Morando, Luca Bardone, Marcella Graziano, Claudio Scaglia, Massimo Brina, Filippo Zaio, Daniele Coloris, Sergio Vazzoler, e tanti altri.
Insomma, il Pd che un anno fa era minoranza (più qualche abile saltatore di fossi), e ora sogna ‘il colpaccio”. Assenti significativi almeno un paio dei renziani alessandrini e novesi ”della prima ora’: in politica arrivare troppo presto, spesso, è peggio che arrivare tardi.
Sul fronte industriali, oltre al già citato Ghisolfi, in posizione defilata il presidente provinciale di Confindustria Marco Giovannini e Pier Giacomo Guala.
Di Ermete Realacci infine (da ambientalista doc ad aedo appassionato della chimica verde, ndr) un paio delle citazioni più incisive della breve kermesse:
“Produrre all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo intero” (Carlo M. Cipolla)
“Non riuscirò mai a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando” (Joseph Conrad: ma giuro che me lo dice sempre anche il mio e vostro amico Andrea Antonuccio. Renziano inconsapevole?)