Rosetta Bertini nasce a Genova ma è originaria di Carù, minuscolo paesino sull’appennino reggiano. Da sei anni vive con suo marito Franco e un numero imprecisato di gatti a Rivarone, paese delle ciliegie sulle colline di Alessandria. E’ naturopata, autrice e regista teatrale, e nel 2005 con alcuni amici ha fondato la compagnia teatrale Delle Quinte e Dei Fondali, con la quale mette in scena i suoi testi drammaturgici (gli attori le chiedono da anni una commedia e lei risponde, vedremo…). Vegetariana da 26 anni, in ottima forma, è la dimostrazione vivente che non è necessaria la carne per avere forza (il marito le dice che picchia come un fabbro ferraio).
Rosetta Bertini, quando nasce, chi sono i soci fondatori e da che è composta la compagnia teatrale?
La compagnia teatrale Delle Quinte e Dei Fondali nasce nel 2005, anche se parlare di nascita non è esatto, perché non ci siamo mai registrati e quindi, ufficialmente, non esistiamo.
Però siamo molto attivi.
Sono con me dall’inizio Riccardo Barena, Danilo Danglari e Rossella Santangelo, quindi si potrebbero definire soci fondatori. Nel corso degli anni varie persone hanno transitato nella nostra compagnia: Arianna Ghiara, Lucia Imperiale, Giuseppe Ruggiero, Valentina Sassone. Luca Zilovich e Nicolas Bianchi che sono rimasti con noi per breve tempo. Si sono aggiunti allo zoccolo duro Miriam Seminari, ormai con noi da alcuni anni, e due nuovi arrivi Maddalena Gastaldi e Carlo Gilardi.
Con loro stiamo preparando una replica del mio dramma in due atti L’oscurità del tempo, in cui si narra la vicenda, realmente accaduta, di don Melchiade Geloso, parroco eretico di Ricaldone che nel 1878 creò uno scisma dalla chiesa di Roma. Lo rappresenteremo venerdì 13 dicembre al teatro comunale di Retorbido.
Che cos’è per lei il Teatro e chi è l’ artista?
Il teatro è una passione o una malattia, dipende dal punto di vista. Io scrivo testi teatrali da moltissimi anni, e per me è realtà più della vita reale, è catarsi, è la porta aperta alla fantasia, è immedesimazione e tanto altro. Vedere gli attori sul palco dare vita ai personaggi che ho creato è emozionante. Ho scelto di rappresentare esclusivamente miei testi originali, perché esistono centinaia di ottime compagnie che mettono in scena classici sicuramente meglio di come potremmo fare noi.
Non so bene chi è un artista, penso tutte le persone in grado di vedere oltre i fatti concreti della quotidianità e di elaborarli fino a crearne un’opera, che sia un quadro, un libro, un brano musicale ecc ecc..
Come informate i potenziali spettatori e in quali locali vi esibite di solito?
Utilizziamo stampa e radio, oltre a social network e locandine.
Essendo una compagnia amatoriale non abbiamo una nostra sede, quindi abbiamo rappresentato nei posti più diversi: Teatro di Ricaldone, di Acqui Terme, Salone dei Ciliegi di Rivarone, Ristorazione sociale di Alessandria e Veg Festival di Torino.
Come rispondono gli alessandrini?
Dipende da moltissimi fattori. La prima volta della Compagnia nel 2005 al Teatro Parvum di Alessandria abbiamo messo in scena il dramma Via crucis bianco pazzia, in cui si parlava di malattia mentale, violenza sulle donne e autolesionismo. Uno spettacolo molto “forte” che ha fatto piangere alcuni dei numerosi spettatori, e che, almeno così hanno detto, è piaciuto molto.
Invece, quando alla Ristorazione sociale abbiamo rappresentato, per il centro antiviolenza me.dea di Alessandria, l’atto unico I fianchi della notte in cui una suora, una prostituta ed una barbona si incontrano e si raccontano, erano presenti pochissime persone, perché purtroppo in quel giorno si tenevano varie iniziative per il compleanno di Alessandria.
Quali sono gli spettacoli portati in scena sinora e quali quelli in programma?
Dopo Via crucis bianco pazzia, di cui ho già parlato, abbiamo rappresentato ad Acqui Terme e Ricaldone Come in vivo carcere, dedicato al poeta acquese “maledetto” Gaetano Ravizza; Un uguale destino, dramma animalista in tre quadri al Museo della Gambarina e al Veg Festival di Torino, L’oscurità del tempo, due volte a Ricaldone; con Riccardo Barena, Danilo Danglari e Rossella Santangelo (non come compagnia ma come singoli individui) ad Alessandria, in via Gandolfi abbiamo fatto lo spettacolo Le case sono come figli.
Come ho già accennato, torneremo a rappresentare L’oscurità del tempo a Retorbido a dicembre.
Come vede il futuro della cultura e del Teatro nella nostra città?
Male, anzi malissimo. Purtroppo in questo paese si pensa che con la cultura “non si mangia”, come ha detto qualche politico anni fa.
Abbiamo dei musei unici al mondo quasi sempre chiusi, non si incentiva la lettura nei giovani, non si finanziano teatri e piccoli cinema, men che meno i films d’autore.
Dicono che i fondi non ci sono perché è un momento di crisi, ma a me sembra che per la cultura in Italia sia sempre stato un momento di crisi.
Per quanto riguarda il Teatro di Alessandria non sono molto ottimista, e spero che i fatti mi daranno torto.
Lei è anche scrittrice e ha scritto diversi libri: ce ne può parlare?
Ad oggi ho pubblicato tre libri molto diversi tra loro: Il dio delle donne-l’eresia di don Geloso, romanzo storico in cui racconto la storia del parroco di Ricaldone protagonista del dramma L’oscurità del tempo; Antichi saperi antichi sapori, riflessioni sul rapporto uomo-natura e antiche ricette dimenticate; Il risveglio dell’insonne ed altre storie, una raccolta di racconti e testi teatrali che ho donato all’associazione me.dea di Alessandria che detiene i diritti d’autore. Tutti e tre i libri sono stati pubblicati da Impressioni Grafiche di Acqui Terme.
Poi c’è la naturopatia, e il suo essere vegetariana…
Sono vegetariana da 26 anni, e godo di ottima salute, tant’è vero che sono donatrice di sangue e visto il mio interesse per l’alimentazione, anche come medicamento, ho frequentato la scuola di naturopatia del dott.Sanfo a Torino e mi sono diplomata con una tesi sull’antica medicina celtica. Pur essendo diplomata non esercito limitandomi a dare suggerimenti ad amici e parenti.
Chi volesse contattarvi, come può fare?
Sul sito www.rosettabertini.it, sul mio profilo su Google+, o al mio indirizzo mail rosetta.bertini@gmail.com
Dovendo fare un appello agli alessandrini che cosa si sente di dire?
Leggete, leggete, leggete, vi si apre la mente, e poi scrivete, magari per il teatro, l’Italia ha bisogno di giovani drammaturghi.