“Lo dico in maniera esplicita: a Spinetta non sarà autorizzata, da parte nostra, nessuna nuova discarica. Per una serie articolata di motivi, che se ha un po’ di tempo le enuncio e descrivo uno per uno. Ma deve essere chiaro che, su questo punto, come assessore all’Ambiente ho il totale appoggio del sindaco, e della giunta. E se qualche dirigente si è lasciato andare a considerazioni politiche che non gli competono, ha sbagliato: ma questo non basta a ‘montare’ un caso che non ha ragione d’essere”. L’ingegner Claudio Lombardi, assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, è tra l’altro spinettese doc, e da sempre (anche prima della sua militanza in Sel) la tutela del territorio e la lotta all’inquinamento sono per lui temi ‘sensibili’. Non gli ha quindi certamente fatto piacere finire sotto i riflettori per le accuse del movimento 5 Stelle, che nelle scorse settimane hanno sollevato la
questione del progetto Aral relativo alla realizzazione e gestione di “una discarica di rifiuti inerti e assimilabili”, da realizzarsi in località Cascina Guarasca, appunto nel più popoloso sobborgo alessandrino, ‘cuore’ di una Fraschetta che, tra polo chimico, spazzatura e concimi agricoli, sul fronte ambiente e salute dei cittadini ha sempre pagato conti assai ‘salati’. “E tra l’altro è l’area – ricorda Lombardi – che produce circa il 70% del pil dell’intero comune di Alessandria”. Incontriamo l’assessore in un pomeriggio di pioggia, con uffici comunali pressoché deserti, e proviamo a farci raccontare come stanno davvero le cose.
Ingegner Lombardi, da paladino dell’ambiente a bersaglio del ‘fuoco a raffica’ dei 5 Stelle per la possibile futura discarica di Spinetta: ma davvero da quando è diventato assessore lei si è ‘ammorbidito’?
Ma neanche per idea, non scherziamo su questi temi che mi arrabbio. Io mi sono candidato lo scorso anno con Sel, e ho poi accettato di entrare in giunta, proprio perché mi sta enormemente a cuore la tutela ambientale del nostro comune, e della ‘mia’ Fraschetta in particolare. Figuriamoci se mi ammorbidisco!
E allora, sul fronte della per ora solo ipotetica ma già famigerata discarica ‘per inerti e assimilabili’ di Cascina Guarasca, cosa è successo, e cosa accadrà?
Le faccio volentieri la ricostruzione dei fatti, e giudichino i lettori. In data 9 agosto (chissà perché richieste di discariche e abbattimento ponti scattano sempre ad agosto, ad uffici pubblici pressoché chiusi..) Aral ha presentato la propria richiesta, o istanza di autorizzazione, alla Provincia. In questi casi, ci sono 150 giorni per rispondere, salvo sospensioni del caso tra una conferenza dei servizi e l’altra. Ebbene, la prima conferenza, che ha coinvolto tutti i soggetti istituzionali interessati (cito i principali: Provincia, Comune, comuni limitrofi, Arpa, Asl. Ah, quasi dimenticavo: anche Amag, e poi vedremo perché è importante) si è tenuta lo scorso 17 ottobre. In quel contesto ogni ente o soggetto ha presentato la propria analisi della situazione, in base ai dati di cui era in possesso, e al proprio tipo di coinvolgimento.
E il comune di Alessandria, che posizione ha tenuto?
Noi abbiamo partecipato con un dirigente e diversi funzionari, presentando una vasta serie di osservazioni e rilievi. Abbiamo evidenziato (di concerto tra la commissione Ambiente e quella che si occupa di Politiche di Sviluppo e Attività Economiche) il delicato contesto derivante dalla situazione dei diversi insediamenti industriali nella zona, e sottolineato che la dizione ‘rifiuti urbani non pericolosi’, in ogni caso, è troppo vaga, ed estesa. Serve restringerla, escludendo ad esempio gli scarti di fonderia. E in ogni caso una discarica con quelle caratteristiche dovrebbe avere un fondo impermeabile di argilla di un metro.
Però queste, assessore, sono puntualizzazioni tecniche di chi la discarica la vuole….è così?
No, no, per niente. Il metodo in questi casi è essenziale, e si parte dagli aspetti tecnici per arrivare poi ad un approccio più complessivo. Mi faccia proseguire il ragionamento, e vedrà. Altro aspetto essenziale: la viabilità. La discarica di Cascina Guarasca dovrebbe nascere su un terreno, oggi di proprietà di un privato, che si trova non lontano da un noto ristorante della zona. Da lì, guardando la Solvay, a sinistra c’è una discarica individuata da Cociv come utilizzabile per il Terzo Valico (e non apriamo qui quel tema: ma anche lì, nel caso, avremo voce in capitolo, e ci faremo sentire), a destra c’è l’area interessata dalla richiesta di autorizzazione di Aral.
Per la quale si parla, a regime, di 6 camion di materiali all’ora…
Esatto. E questo provocherebbe seri problemi di viabilità. Perché due sono le strade per raggiungere la potenziale discarica. Una è la strada che arriva da Frugarolo: che però prevederebbe l’attraversamento di tratti assai popolati di case e famiglie. L’altra è la strada della Stortigliona: che però andrebbe allargata e potenziata, e non certo a spese del comune, ma del gestore del sito, ossia di Aral.
Ma le ragioni più fondate a supporto del ‘no discarica’, assessore, sono altre…
Infatti. Il sito in questione si trova a soli 400 metri dal pozzo Amag da cui si abbevera tutta Alessandria. Non solo: si tratta di una delle falde idriche più ricche del territorio, in grado di soddisfare nei prossimi anni il fabbisogno di mezza provincia. E infatti i tecnici Amag hanno presentato un’ampia relazione e posto, insieme ad Arpa, una serie di vincoli rigorosi, in termini di verifiche preliminari, attraverso una serie di pozzi di osservazione, per studiare il flusso idraulico, e quindi i possibili rischi connessi di inquinamento delle acque.
Assessore Lombardi, ce ne sarebbe davvero abbastanza per dire ‘no grazie’…
(sorride, ndr) Senza dubbio, ma manca l’elemento più importante. Che ho tenuto per ultimo, ma che da solo, anche senza tutti gli altri elementi, basterebbe di fatto a ‘stoppare’ il progetto. Ed è questo: la Fraschetta è area a grave rischio ambientale, sottoposta già a stress di varia natura, mi pare superfluo ricordarlo. Ebbene, nel 2003 giunta e consiglio comunale, con delibera 108 del 21 luglio (cui seguì poi aggiornamento tramite delibera 63 del 22 maggio 2006), stabilirono che sono vietati in quest’area nuovi insediamenti produttivi e di gestione rifiuti che debbano essere sottoposti a Via (Valutazione di impatto ambientale). E il caso in questione ricade appunto in questa fattispecie. A meno che, naturalmente, non siano gli abitanti stessi dell’area a richiedere, con referendum o in altra forma, di rivedere quelle normative. Ma mi pare fortemente improbabile, che ne dice?
Insomma, tanto rumore per nulla assessore?
Probabilmente c’è stato qualche malinteso comunicativo, e magari qualche dirigente si è anche lasciato andare a qualche considerazione ‘politica’ di troppo, non di sua competenza. In ogni caso, quel che mi preme è chiarire come stanno le cose: ad oggi la procedura è sospesa, ma quando (credo tra un paio di mesi) ci sarà la seconda conferenza dei servizi non potremo che ribadire con decisione, come Comune di Alessandria, il nostro no al progetto. Io ci sarò, personalmente. E con me, spero e credo, anche il sindaco, con cui esiste piena sintonia.
Intanto, assessore Lombardi, continua a tener banco anche la vicenda Solvay, tra percorso giudiziario e voci le più varie che si rincorrono in città sui progetti del Gruppo, e il futuro dello stabilimento…
Su quel fronte non ho ad oggi nessuna novità rilevante. Ma ne riparleremo presto.
Ettore Grassano