Che Atm, all’inizio di quest’anno, fosse un malato terminale, lo pensavano in tanti. Dismissioni, chiusura, privatizzazione erano le parole che ricorrevano più frequentemente, oltre a temuti licenziamenti di massa. “Sono arrivato a febbraio, e la situazione era davvero disperata. Oggi è complicata, certo, ma abbiamo un orizzonte, un progetto su cui lavorare”. Gian Franco Cermelli (nella foto) è presidente dell’azienda del trasporto pubblico alessandrino (il comune capoluogo controlla il 94,54% delle quote, mentre il 4,52% è del comune di Torino, e lo 0,94% del comune di Valenza) ‘in quota’ Moderati, come il vice presidente (e amministratore delegato) Ezio Bressan, e sicuramente il partito guidato a livello provinciale da Cesare Miraglia ha fin dall’inizio ‘puntato i piedi’, chiedendo di percorrere la strada del risanamento ‘possibile e consensuale’, in pieno concerto con le rappresentanze sindacali. Insomma, in Lungo Tanaro Magenta si sta sperimentando (sia pur tra mille difficoltà contingenti, anche in queste settimane) il progetto di ‘salvataggio’ di un’azienda pubblica, conservandola tale, almeno nel controllo maggioritario della ‘governance’. Ma a che punto è il percorso? Gli ostacoli (essenzialmente di natura finanziaria) sono superabili, e il ‘modello Atm’ può fare da apripista per altre partecipate del comune di Alessandria in eguale condizione di sofferenza?
Presidente Cermelli, partiamo dalla fine: l’emergenza Equitalia-Inps è superata?
(sospira, ndr) Ci stiamo lavorando. La scorsa settimana abbiamo avuto incontri serrati, e la nostra richiesta è quella di ottenere una rateizzazione del debito con l’Inps di 2 milioni e 700 mila euro. Dovremmo ricevere una risposta nel giro di 15-20 giorni, e in base a quella valuteremo.
Qualcuno ha scritto che si tratterebbe di contributi relativi al periodo dal secondo semestre 2012 in poi, Insomma, tutti debiti del periodo Rossa…..
Ma no, non è così: sono contributi precedenti, fino a fine 2011. Ma non neghiamo che la situazione è critica, e soprattutto non ci facciamo trascinare in polemiche pretestuose, o nel gioco dello scaricabarile. La realtà è che quando sono arrivato, a febbraio, ci siamo trovati di fronte un’azienda prossima al collasso, per problemi di liquidità. Quando vanti un credito complessivo di 25 milioni di euro, per lo più dal comune di Alessandria, ma anche da Provincia e Regione (che in realtà pagano il servizio di tratte come Alessandria-Valenza al comune di Alessandria: a noi le risorse vengono erogate dunque tutte da lì), è chiaro che annaspi. Solo con i ricavi da biglietti e parcheggi i conti qui non possono certo tornare, per cui ci ritroviamo appunto a pagare gli stipendi dei dipendenti, ma ad essere in ritardo con i contributi (e quindi non in regola con il Durc, il conseguente documento che accerta la regolarità contributiva di un ente). Per non dire dei fornitori, pagati col contagocce…
Una situazione insostenibile: ma con il nuovo piano industriale cosa è cambiato?
Intanto il piano industriale è stato approvato sia dal Comune di Alessandria che dai sindacati. Il che, soprattutto di questi tempi significa che abbiamo saputo coniugare gli interessi dell’azienda e la necessaria tutela dei lavoratori. Ci tengo anche a sottolineare il contributo dell’assessore Ferralasco, che ha pronunciato parole molto chiare sulla centralità di Atm, e sul fatto che siamo un’azienda strategica per il futuro del trasporto pubblico alessandrino. Detto questo, a novembre è scattata, per un centinaio di dipendenti di Atm, la cassa integrazione, per lo più al 25%, con alcuni casi al 50%. Per ora si parla di due mesi, ma l’obiettivo è utilizzare tutti i 30 mesi che la legge ci mette a disposizione.
Chi sono i cassintegrati? E hanno accettato di buon grado?
Hanno capito, tutti, qual è la situazione, difficilissima, dell’azienda, e che alternative migliori non ne esistono. Parliamo per lo più di personale interno, e di ausiliari del traffico, mentre gli autisti sono coinvolti in maniera minore. Anche se, in parallelo, a causa della riduzione dei contributi regionali per il 2013 abbiamo anche dovuto rivedere l’attività delle diverse linee, e razionalizzarle. Sono ‘saltate’ alcune corse periferiche, e a minor traffico: non c’erano alternative. Comunque per le ore di cassa i lavoratori percepiscono circa l’80% del salario, che può essere anticipato dalla Provincia, grazie ad un accordo con il Credito Valtellinese, presso il quale occorre aprire un conto, ma con costi molto bassi. Naturalmente non è un obbligo: chi preferisce può attendere i soldi direttamente dall’Inps, ma in quel caso i tempi non sono immediati.
Presidente Cermelli, il ricorso alla cassa è sufficiente a risanare l’azienda, o serve altro?
La cassa è solo un primo tassello, di emergenza, per tutelare i dipendenti: che oggi sono 227, diminuiti di 6 unità rispetto ad inizio anno. Ma naturalmente gli ammortizzatori non bastano, e non sono eterni. Per questo stiamo ragionando sulla razionalizzazione di tutte le attività, da un lato, e su investimenti e sviluppo dall’altro.
Partiamo dalla razionalizzazione…..
Tutte le attività che prima erano esternalizzate sono state riportate all’interno, e il personale ha ben compreso la necessità di essere flessibile, e di aiutarci in questo percorso. Posto che, naturalmente, rimane il problema del Durc, ossia di regolarizzare i debiti pregressi con l’Inps: per farcela ci serve una rateizzazione dei debiti, ma anche una crescita del flusso di cassa, e una regolarizzazione dei pagamenti di quanto dovutoci dai creditori. Anche il fatto di avere con la Pubblica Amministrazione molti più crediti che debiti di per sé non ci garantisce: anzi, è da scongiurare il rischio che l’Inps decida di prelevare quanto gli è dovuto per Atm direttamente dal comune di Alessandria, magari attingendo dalle risorse per i nostri investimenti….
Parliamo di quelli: nel 2014 Atm che investimenti farà?
Abbiamo intenzione di investire circa un milione e 600 mila euro nell’acquisto di nuovi automezzi: una decina speriamo, tutti naturalmente nuovi e a basso livello di inquinamento, per rinnovare un parco che è certamente un po’ ‘datato’. 970 mila euro sono già stanziati dalla Regione e in arrivo al comune di Alessandria, che dovrebbe girarceli, integrando la cifra con altri 600 mila euro. In quel modo speriamo di diventare più efficienti e competitivi, e di puntare anche ad una espansione dei nostri servizi. Il più immediato, potrebbe essere l’autonoleggio: penso a comitive in gita, soprattutto di anziani, o alle tante squadre di associazioni sportive che hanno necessità di un mezzo per la trasferta del sabato, o della domenica. E’ un’attività che molti privati hanno dismesso, per cui pensiamo che ci sia uno spazio, da valutare.
Guardando al futuro di Atm, il sindaco Rossa ha citato Gtt, e un possibile coinvolgimento anche di privati: lei che ne pensa?
Con Gtt c’è un confronto aperto, a tutto campo, e speriamo senz’altro di consolidare il rapporto. Quanto ai privati, se portano risorse, competitività e competenze, ben vengano come partner: a condizione però che il controllo dell’azienda rimanga saldamente in mano pubblica. Questo lo ritengo essenziale. Ma naturalmente, non nascondiamocelo: perché un privato possa considerare appetibile un investimento in Atm occorre che l’azienda sia prima fortemente risanata. E ci stiamo lavorando.
Due altre criticità, Cermelli: le multe degli ausiliari del traffico, e la Cosap…
Due anomalie enormi: ci rendiamo conto, naturalmente, che a Palazzo Rosso sono alle prese con un’emergenza dopo l’altra, ma queste situazioni dovremo affrontarle, per forza. E’ assolutamente anomalo che gli ausiliari del traffico siano in carico ad Atm come stipendi, mentre il ricavato della loro attività va interamente al Comune. Questione delicata, lo so: ma da risolvere. Poi c’è la Cosap: noi versiamo circa un milione e mezzo l’anno al Comune di Alessandria per la gestione degli stalli, ossia dei parcheggi in zona blu e delle piazze a pagamento. Ma, anche qui, è una cifra che sarebbe già molto elevata se avessimo a disposizione quegli spazi 24 ore su 24, e potessimo farli fruttare. Invece sappiamo bene che il pagamento dei parcheggi si limita a 12 ore al giorno, e con molte eccezioni, a cominciare dai vari mercati ambulanti, e dai festivi. C’è un ricorso sul tema, vedremo come finirà.
Presidente, facciamo un po’ di chiarezza sulla liquidazione dell’ex direttore di Atm, Pierluigi Calissano, in pensione da qualche mese. Nei giorni scorsi c’è stato un balletto di numeri: chi ha scritto 700 mila, chi 350 mila. Comunque cifre da manager di azienda privata, e di quelle floride….
(sospira, ndr) Si è fatta un po’ di confusione, sommando indebitamente una serie di voci pregresse relative a compensi per altri capitoli di attività e incentivi precedenti, e la buonuscita. In realtà il tfr è di 140 mila euro, è già stato liquidato al 50%, e entro fine mese sarà liquidata l’altra metà: come ovvio che sia. Poi c’è la buonuscita di 234 mila euro, deliberata, sia chiaro, dal cda precedente e non dal nostro. Abbiamo sospeso il pagamento, per chiedere il parere di un legale. Ma se l’accordo risultasse assolutamente regolare (e pare sia così, ndr), che possiamo fare? Abbiamo anche provato ad aprire con l’ex direttore una trattativa, per ridiscutere il tutto, ma lui ribadisce che è tutto legittimo. Insomma, credo che, a parte puntare su una rateizzazione di 24 mesi, ci sia ben poco spazio di manovra.
Cermelli e Bressan, invece, quanto guadagnano?
Questo lo precisi pure, che mi fa piacere. Io come presidente ho un’indennità lorda, comprensiva di tutti i rimborsi (perché non ne chiedo) di 24 mila euro lordi l’anno. Bressan (nella foto), come vice presidente e amministratore delegato, arriva a 20 mila euro lordi. Qui sprechi non ce ne sono più, posso garantirlo personalmente.
Ettore Grassano