E’ vero, come sostiene il Movimento 5 Stelle attraverso la voce del suo capogruppo in consiglio comunale Angelo Malerba, che esiste un progetto per la realizzazione, nei dintorni di Spinetta Marengo, di una nuova discarica di rifiuti inerti e assimilabili? E, al netto delle accuse personali e delle minacce di querela, cosa ne pensa, e cosa intende fare al riguardo, l’attuale maggioranza di centro sinistra che governa la città? E’ davvero sostanzialmente favorevole al progetto, come sostengono sempre i 5 Stelle, con tanto di riferimenti normativi?
Che l’intera Fraschetta (intesa come i paesi della ex circoscrizione alessandrina, anche se la dizione definisce spesso una porzione di territorio più ampia) sia già martoriata dalla presenza di una serie di fonti di inquinamento non proprio soft, ci pare difficile da negare: polo chimico, Michelin, discarica di Castelceriolo sono il tridente di diamante del ‘polmone verde’ alessandrino, termine con il quale, come sanno gli affezionati lettori di questa rubrica, siamo soliti da tanti anni definire il lembo di comune di Alessandria che sta ‘oltre Bormida’. Ma poi ci sarebbero da considerare anche i pesticidi agricoli, naturalmente, e un’altra serie di prelibatezza che magari qualcuno di voi vorrà contribuire a completare.
Chi scrive ci abita, in Fraschetta, da sempre, e può testimoniare come, nel corso dei decenni, siamo stati dilettati da una serie di ‘aromi’ e profumi intensi, dal ‘bruciato chimico’ al tanfo di fogna a cielo aperto. Sempre con ampie rassicurazioni degli enti preposti, naturalmente (in genere a posteriori, e un po’ tautologiche, del tipo “possiamo serenamente garantire che chi non è ancora morto è certamente ancora vivo”).
E, se giustamente gli abitanti di Solero e Quargnento (che si sobbarcano l’onere dell’attuale discarica Aral) beneficiano se non altro, come residenti di piccoli comuni, di una serie significativa di sgravi, agli abitanti della Fraschetta è sempre rimasto, storicamente, il cerino in mano, e la sola consolazione di essere la parte di territorio comunale a più alto tasso di produzione di Pil (grazie ai vari fabbriconi), di smaltimento di rumenta e di inquinamento ambientale.
Quindi, al di là dei toni utilizzati (che è giusto siano improntati sempre alla massima correttezza) chiedere chiarezza assoluta sulle future intenzioni dell’amministrazione comunale della Fraschetta è doveroso, e ci auguriamo che arrivino presto risposte chiare ed esaustive. Anche se, diciamocelo, la storica ignavia della maggioranza degli abitanti della Fraschetta in qualche modo già è la risposta del perché questa zona sia sempre stata, e sia ancora, un contenitore di schifezze.