Molti libri degli ultimi, di singoli autori o antologie quali 365 racconti sulla fine del mondo a cura di Franco Forte (Delos Books) o D-Doomsday (CiEsse Libri) sembrano lanciare lo stesso, inquietante messaggio: nonostante il superamento dell’ultimatum Maya datato dicembre 2012, l’ossessione, estetica e filosofica, della Fine imminente a livello globale, è più che mai viva e attuale.
Sin qui nulla di strano: l’immagine del disastro, come insegna un antico testo di Enzo Ungari, è catartica e nel profondo fa bene. Anche se poi l’11 settembre ha rimescolato tutte le carte in gioco per quel che riguarda tabù visivi e godimenti estetici.
Dopo avere letto un po’ di questi tomi, un paradosso salta agli occhi: buona parte degli spunti narrativi arriva direttamente dalla cronaca, soprattutto quelli che un autore, particolarmente connesso con dimensioni tanto lontane quanto vicine come l’indiano M. Night Shyamalan definirebbe “segni”(Signs, il titolo di un suo film piuttosto famoso). Ad esempio, certe perturbazioni atmosferiche, impressionanti a dir poco sotto il profilo visivo, veicolate da nubi chiamate shelf clouds, hanno il potere di colpire e di lasciare tracce nel profondo. Il dibattito se queste come le famose Asperatus siano formazioni sempre esistite oppure se siano fenomeni recenti collegati al cambiamento climatico (che nessuno per fortuna nega più) è tuttora aperto e in evoluzione, ma certo è che le loro apparizioni attivano l’immaginario, collegandosi e saldandosi a quella sorta di informazione mitica, sepolta in ognuno di noi, che visualizza l’Apocalisse come un cataclisma proveniente dal cielo, in qualche modo dispensatore di fuoco e fiamme infernali.
Allo stesso ambito appartengono altri signs come le cosiddette “nubi da terremoto”, sino a qualche tempo fa relegate un po’ per spregio al regno del complottismo e da poco tanto riabilitate da essere ospitate addirittura nel sito di Focus. Così infatti il sito ufficiale del celeberrimo mensile ha affrontato il tema in due diverse occasioni. Molti mesi fa, ben prima del terremoto in Emilia, leggevamo:
«Colonne di fuoco, globi di luce, nuvole in fiamme, lampi improvvisi: sono i misteriosi bagliori che la terra emette prima e durante le scosse sismiche più violente. Nel caso del terremoto dello Sichuan (Cina), 30 minuti prima della scossa sono state riprese nuvole iridescenti. Il 15 agosto 2007, durante un terremoto in Perù sono state osservati degli strani bagliori. E anche nel sisma in Abruzzo sono state osservati nubi rossastre, strane nebbie e altre anomalie. Si tratta di fenomeni che non sono ben compresi dagli scienziati, e anche il nome ‘luci sismiche’ non è ufficiale. Le testimonianze, però, sono innumerevoli, ma ancora non si conosce l’origine di queste luci misteriose. L’ipotesi più plausibile è che fenomeni diversi abbiano origini diverse. Le fiamme, per esempio, potrebbero essere causate dai gas combustibili che filtrano attraverso il terreno che si deforma per il sisma. Infatti, la loro apparizione è spesso accompagnata da fumo e odore di zolfo o di bitume. Le sfere luminose, invece, potrebbero essere fenomeni specifici di tipo geofisico, o forse anche semplici fulmini globulari. I lampi e le nebbie luminose, forse anche alcune sfere, infine, hanno probabilmente una natura elettrica, che si originerebbe nel sottosuolo, dove durante un sisma le rocce sono sottoposte a enormi compressioni.»
E dopo gli eventi emiliani:
«Terremoto in Emilia: testimonianze cercasi sui “segnali empirici”, ossia manifestazioni fisiche di animali e, in generale, della natura, che possono essere interpretati come “anticipatori” di un evento sismico. Chiediamo il vostro aiuto. Vivete in un’area colpita dal terremoto e dallo sciame sismico e avete notato qualche insolito fenomeno atmosferico o geologico che potete documentare? Avete testimonianze dirette o indirette di strani comportamenti degli animali nelle zone interessate dal sisma? Avete fotografie, video o altre testimonianze di nuvole “strane”, differenti dalle solite nuvole?»
Il fatto è che di questi “segni precursori”, come annotavamo all’inizio, abbondano in molti testi apocalitticI. Cerchi nel grano, tsunami, asteroidi che ci centrano invece di sfiorarci, scie chimiche e nuvole mostruose: tutto questo, ancor prima di transitare nel mito della narrativa, deriva dalla cronaca, qualunque ne sia l’interpretazione.
Non diamo interpretazioni, ma come in tanti altri casi ci troviamo a constatare come i report del mondo reale vadano sempre più a nutrire la letteratura.