“In realtà sono sindaco quasi per caso, o meglio per esplicita richiesta di alcuni miei concittadini, a cui non potevo dire no. E per senso civico, naturalmente. Ma la politica mi piace, eccome. E sono un moderato, da sempre. Certo, oggi un po’ demotivato, come tanti. Ma sapremo reagire”. Se lo si definisce ‘cavallo di razza’ del centro destra l’avvocato Paolo Borasio, primo cittadino di Castelletto Monferrato, nonché responsabile provinciale dei rapporti con gli enti locali del Pdl, sorride, e non smentisce. E quando parla del suo paese, e anche del suo partito, lascia trapelare passione vera. Così come, sul comune di Alessandria (‘sono per metà alessandrino, e lavoro in città: quindi conosco bene questa realtà”) non lesina critiche all’attuale amministrazione, “anche se la situazione attuale non è colpa solo di Rossa, o solo di Fabbio, ma il frutto di un lungo periodo di scelte condivise da tanti, di cui ora gli alessandrini pagano e pagheranno i costi”.
Avvocato Borasio, quanta passione ci vuole per affiancare ad una libera professione sicuramente non da poco anche un impegno da amministratore locale?
Tanta, certamente. Ma per il mio paese lo faccio volentieri. Tra l’altro, le modalità che mi condussero, nel 2007, a diventare sindaco di Castelletto Monferrato furono abbastanza rocambolesche. In sintesi: il sindaco uscente si ricandidò (come un’altra trentina in Italia, in verità) nel 2006 per il suo terzo mandato, nonostante già fosse in vigore la legge che di fatto impediva la sua rielezione (ma, attenzione, non la ricandidatura: e anche questo è tutto un programma su come funziona questo Paese!). In realtà esisteva all’epoca da parte di alcuni, anche in ambito Anci, la convinzione che quella normativa sarebbe poi stata superata. Così non fu, e il sindaco ad un certo punto decadde per legge, dopo vari ricorsi, pronunciamenti, ecc. A questo punto, poiché come avvocato mi ero occupato della vicenda, alcuni mie concittadini mi dissero: “Paolo, però adesso tocca a te..”. E nel 2007 mi candidai e venni eletto sindaco!
In pratica fu incastrato! Ma dal 2007 ad oggi come è cambiato il mestiere di sindaco di una piccola comunità?
(sorride, ndr) Sì, se vuole possiamo anche dire così. In realtà il ruolo del sindaco è cambiato tantissimo in peggio. Ossia farlo, e bene, è sempre più difficile, perché davvero la politica romana ce la sta mettendo tutta per distruggere gli enti locali, per farli morire. Non è un modo di dire, mi creda. Consideri che, nei miei primi anni di mandato, a Castelletto abbiamo fatto investimenti in opere pubbliche per circa due milioni e mezzo di euro. Da due anni a questa parte, siamo a zero, perché il patto di stabilità ci tiene al palo, e anche perché i trasferimenti statali sono stati di fatto azzerati. Si figuri che dovremmo asfaltare la via principale che attraversa il paese, e non abbiamo la possibilità di spendere i 180 mila euro necessari, a meno che non ci arrivino attraverso un bando speciale, a cui abbiamo fatto partecipato. No, davvero amministrare così diventa una follia…
Colpa di chi? Facciamo nomi e cognomi….
Il killer delle comunità locali, non ci sono dubbi (dalle Province ai piccoli comuni), si chiama Mario Monti. Però almeno per ora Letta e le larghe intese stanno proseguendo nello stesso solco: tagli lineari, un tanto al chilo, e chi si è visto si è visto. Ma così si fanno morire le comunità locali.
Lei quindi è anche contrario all’unione dei comuni sotto i 5 mila abitanti?
Se unione significa cancellazione di molti comuni, con le loro storie, identità, percorsi ed esigenze, sono contrarissimo. La strada corretta (che noi a Castelletto stiamo già in parte percorrendo con San Salvatore, e che siamo intenzionati a far crescere, su altri fronti, con Solero e Quargnento) è quella delle convenzioni, per ottimizzare costi e servizi.
Ad Alessandria in queste settimane, a proposito di servizi e disservizi comunali, tiene banco il dibattito sulle mense scolastiche. Un piccolo comune come Castelletto come si regola? Avete ancora la cuoca, come tanti anni fa?
No, ma quasi. Abbiamo affidato il servizio ad una cooperativa di San Salvatore, e i pasti arrivano appena cucinati, ancora caldi. Credo che servizio e qualità siano eccellenti, anche se non creda: qualcuno che si lamenta lo si trova sempre: magari per il fatto che a merenda c’è solo il budino alla vaniglia, e non al cioccolato. Però, certo, quando leggo di certe situazioni del capoluogo, penso che siamo fortunati. E magari anche un po’ bravi.
E la neve? La spalerete a mano voi amministratori, come già successo a Quargnento?
Spero che non ce ne sia bisogno: abbiamo un accordo con un agricoltore ben attrezzato, che fornisce un ottimo servizio. Tanto che ci siamo presi in carico anche un tratto di strada provinciale che attraversa il paese: sa, per evitare sorprese….
Castelletto Monferrato è anche sinonimo di businà, e di giochi dei cantoni. Ci spiega cosa sono?
(sorride, ndr) La businà è il nostro fiore all’occhiello: satira dialettale, su temi locali e nazionali, con quattro personaggi tipici che dialogano, commentano, ironizzano. E’ lo storico appuntamento di Carnevale, e attira moltissime persone anche da fuori. Il gioco dei cantoni è un’altra bella tradizione, con radici appunto nell’identità dei quattro cantoni storici del paese, che pure poi, con la nascita di nuovi quartieri e frazioni, ha avuto varie trasformazioni. In realtà l’appuntamento, che era in sostanza una sorta di Giochi senza Frontiere locale, è stato sospeso da qualche anno. Ma nel 2014 ci piacerebbe davvero rimetterlo in moto.
Lei avvocato, oltre che sindaco è anche uomo di partito, Pdl doc: vi state preparando alle elezioni comunali del 2013?
Assolutamente sì, e con un impegno intensissimo, per quanto mi riguarda. Consideri che, come coordinatore provinciale dei rapporti con gli enti locali, sto gestendo il percorso che condurrà in primavera al rinnovo di 148 amministrazioni comunali, su 190 presenti in provincia. Un’attività sfiancante….
Nei comuni capo zona in cui si vota (Tortona, Novi, Ovada, Casale Monferrato) esiste qualche possibilità di candidature ‘modello larghe intese’, ossia alleanze o desistenze tra Pdl e Pd?
Lo escludo: a Casale Monferrato e Tortona abbiamo sindaci uscenti, e cercheremo in entrambi i casi di avere la riconferma della fiducia degli elettori. Demezzi (nella foto) si ricandida di sicuro, Berutti probabilmente no, anche se ancora non abbiamo conferme ufficiali, e soprattutto manca il nome dell’eventuale alternativa. A Novi e Ovada, per quanto ‘terreni’ per noi storicamente difficili, cercheremo di fare del nostro meglio. Ma no, nessuna alleanza modello Letta: sui territori Pdl e Pd continuano ad essere alternativi l’uno all’altro, e non potrebbe essere altrimenti.
E il suo futuro politico, avvocato Borasio? C’è chi sussurra il suo nome come possibile candidato del centro destra a Palazzo Rosso…
(sorride divertito, ndr) Alessandria è davvero una città in grave difficoltà, e a mio modo di vedere l’attuale giunta di centro sinistra è sottoposta a troppi ‘stress’ (dal bilancio alle partecipate, dalle fratture interne a quelle con i sindacati) per pensare che duri in carica altri 3 anni e mezzo. Peraltro, rimango convinto che una ‘parentesi’ in mano ad un commissario avrebbe giovato, per risanare una volta per tutte la situazione. Comunque nomi all’interno del centro destra ne girano diversi, ed è tutto prematuro. Certamente, avendo cominciato a far politica in Forza Italia ai tempi dell’università, in Cattolica, io ci sarò, e cercherò di dare una mano sui diversi fronti locali, Alessandria compresa. Ma non facciamone una questione di ruoli, e di ambizioni personali. Vedremo…
Ettore Grassano