“Abbia pazienza, sono in mezzo a un campo a risolvere un problema: ma appena ho finito arrivo!”. Comincia così, al telefono, l’intervista con Luigi Benzi, sindaco di Quargnento: e sono contrattempi che succedono a chi il primo cittadino lo fa davvero, in presa diretta e senza orari, portando peraltro avanti in parallelo anche il proprio mestiere di ingegnere. Luigi Benzi poco dopo ci raggiunge, e ci cimentiamo in una conversazione davvero senza steccati, che va dal bilancio di tappa di un amministratore pubblico che si appresta a concludere il proprio secondo mandato, ad un’analisi di scenario sul futuro delle nostre comunità locali, e del panorama politico generale. Ed emergono non pochi elementi di stimolo, e di riflessione.
Sindaco Benzi, a 38 anni lei sembra un ragazzo, ma è già un veterano: tra pochi mesi scade il suo secondo mandato come sindaco di Quargnento. Le spiace, o tira un sospiro di sollievo?
Entrambe le cose probabilmente. Le confesso che, avendo anche due figli di cui uno piccolo, e un lavoro che mi impegna non poco, mia moglie non vede l’ora che sia un po’ più a casa. E non mi scordo di essere un cittadino che cerca di dare il proprio contributo alla collettività, non certo un politico di mestiere. Però certamente quel che faccio da 9 anni, ossia il sindaco del mio paese, è attività che mi appassiona non poco…
Cominciò giovanissimo…..
Avevo 29 anni. Pochissimi, per i parametri della nostra politica. “T’è trop giun”, mi diceva qualche compaesano anziano. E del resto anche poco fa, al sopralluogo che sono stato a fare in un campo dove trinciavano per approvvigionare un impianto a biomasse, l’agricoltore, scoperto che ero il sindaco, ha commentato: ‘così giovane?’. Eppure forse un po’ più di gioventù, e quindi di energia ed entusiasmo, e con meno ‘telamoni’ di vecchia data, alla nostra classe politica male non farebbe, non crede?
In questi dieci anni come è cambiato il ruolo del sindaco di un piccolo comune?
Tutto si è complicato nel frattempo in Italia, non solo il ruolo del sindaco. Per fare un esempio concreto: nel 2003 Quargnento riceveva, dallo Stato, 273 mila euro di trasferimenti a fondo perduto. Nel 2013 sono diventati 2.700 euro. Capisce, a partire da questo dato, che le risorse si sono praticamente azzerate. Ma non solo: la legge prevede che il bilancio di previsione si chiuda a fine novembre, anche perché nel frattempo non hai nessuna certezza in merito a entrate come Imu, o Tares, che poi l’anno scorso era Tarsu, e l’anno prossimo avrà un altro nome ancora, e altre modalità di calcolo. Mi creda, tutto questo significa caos per i cittadini, ma anche per chi deve amministrare un ente, per quanto piccolo come un comune da 1.500 abitanti. Con tutto ciò, Quargnento è realtà sana, consegnerò a chi verrà dopo di me un bilancio in ordine, e via via abbiamo cercato di ridurre i costi (oggi ad esempio abbiamo 7 dipendenti, contro i 9 di dieci anni fa), mantenendo credo un ottimo livello qualitativo dei servizi.
Anche perché in un paese, ingegner Benzi, non si scappa: il sindaco lo conoscono tutti di persona….
Assolutamente, e tutti hanno il mio cellulare, e sanno che possono chiamarmi 7 giorni su 7. Non solo, le faccio un altro esempio, molto concreto. Lo scorso inverno durante l’emergenza neve il sottoscritto, il vicesindaco e l’assessore hanno dato come sempre il proprio contributo affiancando i dipendenti dell’ente e altri volontari del paese. In poche ore tutto era risolto, le strade pulite: e quest’anno, in caso di necessità, lo rifaremo. E, a quanto sento dire, dovremo occuparci anche dei tratti di strade provinciali che attraversano il paese: il problema però è che la gran parte dei miei compaesani lavora ad Alessandria o a Casale, e non basterà pulire le nostre, di strade, se le altre rimarranno innevate. Speriamo bene….
Ma i piccoli comuni che fine faranno? Non si è parlato a lungo di unioni, o convenzioni, per eliminare di fatto le realtà al di sotto dei 5 mila abitanti?
Se ne è parlato, appunto. E ancora se ne parla, ma senza certezze. Un po’ come per le Province, e per la riforma della macchina pubblica nel suo complesso. Vede, il problema è che siamo tutti quanti ostaggio di questo Parlamento che, esattamente come il precedente sia chiaro, non fa, non legifera, non decide. Io credo davvero che si sia, tra la politica romana e il popolo, un solco talmente profondo da rendere tutto assolutamente complicato per l’Italia, al di là della crisi economica. Per i piccoli comuni ora pare non si parli più di possibili convenzioni, ma solo di unioni vere e proprie. Ma, considerato che circa l’80% dei comuni italiani andrà alle urne nel 2014, probabilmente sarebbe il caso di fare chiarezza. Onestamente non so cosa succederà: in ogni caso credo che alle urne nel 2014 andranno ancora tutti, compresi i comuni piccoli come Quargnento. Rimandare alla prossima consiliatura la definizione delle aggregazioni per le funzioni fondamentali, magari cominciando dal 2015.
Lei Benzi ha già designato il suo erede?
(sorride, ndr) Non spetta certo a me farlo, ci mancherebbe altro. Il mio compito è consegnare ai miei compaesani un comune con i conti in regola. Nel frattempo, nei prossimi mesi, si aprirà il confronto sui possibili candidati sindaco. Un’esperienza impegnativa, ma anche assolutamente gratificante.
Quargnento, in condivisione con Solero, ha una peculiarità non proprio entusiasmante, ossia la nuova discarica di località Calogna. Come vanno le cose su quel fronte?
L’apertura della discarica, che tecnicamente è in comune di Solero, ma al confine con noi, è stata certamente sofferta: sono realtà che a nessuno fa piacere avere sul proprio territorio, questo è evidente. E, nei primi mesi di quest’anno, tra incendio, viabilità e odori, le proteste e le tensioni non sono mancate. Il fatto è che la struttura è dimensionata per ricevere 12-15 camion di rifiuti al giorno, e quelli erano gli accordi. Dopo di che Aral, per una serie articolata di ragioni (non ultima quella di dover fare da ‘cassa’ per Amiu) si è trovata ad accettare carichi giornalieri molto più elevati, con le conseguenze che abbiamo sperimentato. Ora siamo tornati alla normalità, e per tre mesi con Arpa e Provincia di Alessandria è stato effettuato un monitoraggio costante degli odori, e della situazione generale del territorio: dove, oltre alla discarica, abbiamo anche la presenza di diversi impianti a biomasse: 1 a Quargnento, 2 a Solero e 2 in comune di Alessandria, ma al confine con noi. Va anche detto, naturalmente, che la presenza della discarica ci consente anche di avere introiti di un certo tipo, e di gravare in misura minima sui contribuenti sul fronte fiscale-impositivo: questo è l’altro aspetto della medaglia, che non possiamo fingere di ignorare. Le tasse comunali che si pagano a Quargnento non solo quelle che si pagano ad Alessandria, decisamente. E la qualità dei nostri servizi collettivi, a partire da scuola e dopo scuola, direi che è eccellente.
Lei, ingegner Benzi, è anche vicepresidente di Aral: che succederà sul fronte del controverso comparto dei rifiuti?
Il mio incarico nel cda Aral scadrà nel giugno 2014, ed è stata senz’altro esperienza importante. Aral è, sul fronte dello smaltimento rifiuti, una realtà importante e qualificata. L’Autorità d’ambito (ex Consorzio di Bacino) dovrà occuparsi per tempo dell’individuazione di una nuova discarica, poiché la nostra in località Calogna, procedendo con questi ritmi, si esaurirà anche prima dei 12 anni autorizzati, diciamo tra 9 o 10. Peraltro, è noto, Aral è ora al centro della vicenda della filiera dei rifiuti alessandrini, ma non è assolutamente scontato, come qualcuno vuol far credere, che l’accorpamento con Amiu si farà, e in maniera indolore. Sono in corso complesse verifiche tecniche, e legali. In ogni caso nel settore rifiuti si andrà, se non entro fine 2014 nel corso del 2015, alla creazione delle Conferenze d’Ambito. Nel nostro caso l’area sarà Alessandria-Asti, con unica struttura amministrativa. E i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti saranno soggetti a bandi di gara su scala europea.
Quindi, teoricamente, i rifiuti alessandrini, e relative discariche, potrebbero essere presi in gestione da un’azienda tedesca, come del nostro sud?
Sì, e so bene a cosa questo fa pensare. Il comparto rifiuti è delicatissimo, e ad alto rischio di infiltrazione malavitosa. Ma è anche vero che esistono già oggi norme rigorose sulle autorizzazioni per spostare rifiuti anche solo da una regione italiana all’altra. E teoricamente basta consolidare questo tipo di controlli per scongiurare il peggio.
Sindaco Benzi, cosa farà le da grande l’anno prossimo, alla tenerissima età di 39 anni, e con un solido bagaglio da amministratore pubblico?
Certamente l’ingegnere, che è il mio mestiere. Sul fronte politico, non le nascondo di essere perplesso e anche un po’ disilluso. Diciamo alla finestra, probabilmente come gran parte degli italiani. Sono certamente un moderato, e sostenuto nel mio percorso da amministratore da una lista civica ad ispirazione di centro destra. Anche se in un piccolo comune, alla fine, conta quel che fai ed è in base a quello che le persone ti misurano. Per cui ricorderò sempre il discorso, durante la presentazione della lista (2009), un cittadino (ex Segretario del Pci del Paese), sosteneva di condividere il programma di mandato precedente e futuro, perché erano di sinistra. In realtà non erano ne di sinistra ne di destra: era semplicemente quel che in quel momento la comunità di Quargnento chiedeva, ed aveva bisogno di avere. Personalmente non ho più la tessera del Pdl dal 2011, credo che non siano proprio più state sottoscritte, ma non l’avrei comunque. Pensi che all’unico congresso provinciale che si fece, a Marengo, peraltro molto partecipato, mi presero da parte e mi dissero: ‘Luigi, ci sono due correnti: tu da che parte stai?’. Io risposi che stavo con i cittadini, non con le correnti: e credo che lì si ruppe qualcosa, tanto che, nell’accordo trasversale tra le correnti, al posto mio e di un altro giovane collega nel direttivo provinciale ci finirono altri due “vecchi rappresentanti della politica locale”, di cui taccio il nome per rispetto!
Insomma, sta dicendo che i 35-40 enni già son pronti a passare la mano e a ritirarsi a vita privata, e che i professionisti della politica non se ne andranno mai, o nomineranno al più loro eredi dinastici?
(sorride, ndr) No, questo lo dice lei. Io passione pubblica e civile ne ho da vendere. Ma è rispetto a questo sistema di partiti che preferisco, per ora, starmene alla finestra. Secondo lei faccio male?
Ettore Grassano