Parole con la Zeta [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

Il vocabolario italiano è ricco e variegato.
Le ventuno lettere che compongono il nostro alfabeto sono nate per rappresentare un ventaglio di espressioni contemplanti tutti gli stati d’animo, le emozioni e le situazioni, dalle piacevoli alle moleste.
Oggi giocherò con le seconde, quelle neglette e incresciose, quelle di cui faremmo tutti a meno: le parole con la zeta.

Azzardo
Tutti amiamo gli eroi dei fumetti e del cinema, coraggiosi e spericolati; affrontano i rischi mettendo davanti il bene dell’umanità.
Nel quotidiano l’azzardo è qualcosa che finisce male, è la ricerca di una fortuna che non arriverà mai, è una sorte che nella quasi totalità dei casi si tramuta in disfatta.
Provate a chiederlo ad uno studente che gioca d’azzardo, affronta un esame senza aver studiato.

Eccezione
Rappresenta l’anomalia, dunque non rientra nella normalità. Statisticamente l’eccezione non ha un peso poiché contribuisce allo zero virgola qualcosa.
Lo stesso studente di prima avrà la fortuna di superare l’esame solamente una volta su diecimila, quindi in via eccezionale.

Zero
Di per sé significa il nulla.
Ce l’hanno insegnato fino dalla prima elementare. Lo zero ha senso se preceduto da altre cifre altrimenti vale zero, appunto.
“Andiamo a prenderci un gelato?”
“Va bene, quanto hai in tasca?”
“Zero.”
“Allora niente gelato.”

Dazio
Ricordo una scena del film “Non ci resta che piangere” con Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Si trovano nel quasi mille e cinque, con un carro devono uscire dal paese di Frittole. Vengono fermati da un soldato e da un gabelliere, sono alla dogana e quindi devono pagare un fiorino.
La scena si protrae per alcuni minuti fino a che i due protagonisti mandano a spigolare gabelliere e armigero, esempi di solerzia ma anche e soprattutto di ottusità.

https://youtu.be/KF0VYpzsZYE?si=8AcA53dg-HHMve_h

La parola dazio è tornata prepotentemente alla ribalta in questi giorni.
A seguito degli ultimi eventi, la letteratura si arricchisce di un nuovo modo di dire:
Sono tutti dazi nostri ad indicare che nessuno verrà mai in soccorso di altri anzi tenderà ad affossare se necessario.
Anzi, altra parola con la zeta.

La liturgia domenicale si fonda su un nuovo principio:
Dacci oggi i nostri dazi quotidiani ad indicare la rassegnazione di chi soffre e sa che dovrà ancora subire.
Rassegnazione e sofferenza, altre parole con la zeta.

Le parole comuni con la zeta suonano stonate, cacofoniche e temibili.
L’ultima parola di oggi è pazzia.