Protopapa (Lega) su situazione ospedale Acqui Terme: “Serve incontro urgente con assessore Riboldi”. Orgoglio Acquese: “Circolano voci molto preoccupanti”

Perché stanno smantellando l'ospedale di Acqui Terme? CorriereAl 1

Sulla situazione dell’Ospedale di Acqui Terme, e su alcuni segnali preoccupanti degli ultimi giorni, due interventi del consigliere regionale Marco Protopapa (Lega) e del Gruppo consiliare Orgoglio Acquese

Il tema dell’ospedale di Acqui Terme è una delle principali preoccupazioni della città e del suo territorio e ogni notizia che giunge e viene divulgata è sempre presa come un campanello d’allarme che aumenta particolarmente l’attenzione.

La vulnerabilità dei luoghi pubblici di fronte agli atti imprevedibili di persone poco stabili o coinvolte in progetti di destabilizzazione è stata purtroppo certificata dall’increscioso accadimento avvenuto la scorsa settimana quando un uomo ha preso in ostaggio una centralinista nell’Ospedale Monsignor Galliano mettendo in evidenza le difficoltà quotidiane del personale sanitario che devono affrontare ogni giorno: colgo l’occasione per esprimere una mia particolare vicinanza alla malcapitata operatrice.

A questo caso speriamo eccezionale, bisogna però affiancare un altra criticità sicuramente più tecnica ma che ha messo in evidenza la carenza cronica degli operatori sanitari.

Qualche giorno fa l’ambulatorio di cardiologia è rimasto chiuso per carenza di organico e nessun cardiologo è stato mandato dalla direzione sanitaria a sostituire il personale acquese nella turnazione con la conseguenza che in caso di necessità o urgenze si sarebbero dovuti mandare i pazienti a Casale Monferrato.

Purtroppo non è la prima volta che questo disservizio si manifesta.
Altre volte è capitato che, con già le visite prenotate e i pazienti in sala di attesa, non arrivasse da Novi Ligure il personale per le visite neurologiche, o addirittura non giungesse il sostituto per esami gastroenterologici con tutti i malati già presenti in struttura.

Malati e personale sanitario si interrogano a riguardo di come verrà risolta in maniera permanente la situazione del prezioso ambulatorio di cardiologia, soprattutto dopo che il bando per tre posti di dirigente medico di cardiologia indetto a febbraio ha avuto zero partecipanti all’atto della prova di concorso.

Apprezzo il lavoro che sta cercando di organizzare l’Assessore Riboldi e non nascondo anche il suo particolare coinvolgimento essendo un collega della nostra provincia che già nell’importante esperienza da sindaco della città di Casale Monferrato ha avuto modo di affrontare e rendersi conto dell’ importanza ma anche complessità dell’ASL AL.

Credo che quanto accaduto e le preoccupazioni maturate anche dalla più totale assenza di cardiologi nell’ospedale di Acqui dovute dai prossimi pensionamenti dei medici, l’ultima tra 15 giorni, porti alla necessità di un confronto e alla valutazione di strategia da attuare immediatamente.

Pertanto ritengo importante un urgente incontro con l’Assessore Riboldi, i dirigenti dell’ASL AL, i responsabili medici dell’ospedale Monsignor Galliano e naturalmente l’amministrazione comunale al fine di provare a costruire un percorso rivolto al sostegno, mantenimento e miglioramento della struttura ospedaliera che ricordo in modo assoluto non doveva rientrare nei tagli ingiustificati della dgr 1-600 del 2014 che hanno dato vita al suo declassamento.
I momenti per la sanità pubblica non sono sicuramente facili, ma non possiamo rinunciare ad ogni sforzo per difenderla senza dimenticare i territori marginali, ognuno per la sua parte.

Marco Protopapa – Consigliere regionale Lega

A seguito di alcune voci che si rincorrono da alcuni giorni, emerge un’ipotesi preoccupante riguardante il nostro ospedale. Non avendo la certezza siamo a chiedere rassicurazione che un’eventuale ipotesi di questa portata venga eliminata dell’orizzonte del nostro ospedale.

La voce che emerge è che nei prossimi mesi possa essere attuato un pesante ridimensionamento dei servizi presso il Presidio di Acqui Terme: la chiusura del secondo box di Pronto Soccorso, la sospensione della copertura dei turni di guardia pomeridiana nei reparti e l’abolizione della presenza notturna di un medico che presta servizio sostitutivo di reperibilità. Servizi tutti prestati attualmente attraverso cooperative.

Siamo perfettamente consapevoli della necessità per ASLAL di rientrare dal deficit di 50 milioni con un piano di recupero di almeno 30 milioni.
Sappiamo bene la guerra ministeriale e soprattutto mediatica contro le cosiddette cooperative ma la domanda che sorge è: i servizi coperti dalla cooperativa erano la causa o piuttosto la conseguenza della carenza dei medici?

Ancora recentemente il concorso per 3 cardiologi, che speravamo portasse almeno un professionista su Acqui, è andato deserto.
Ricordiamo che Acqui risponde ai criteri di area disagiata e ha due reparti che svolgono attività chirurgica: chirurgia generale e ortopedia.
I mezzi di soccorso portano in PS urgenze di malati anche in codice rosso.

Il Depotenziamento di un Ospedale proprio su emergenza/urgenza, senza avere supporti alternativi per carenza inveterata di professionisti dipendenti, può comportare gravi rischi per la popolazione e gli stessi operatori che vi prestano servizio.

Un Ospedale depotenziato sarà poi sempre meno attrattivo per i giovani e questo aggraverà la già drammatica carenza di personale.

Evidenti le ricadute anche economiche per la Città tutta: una cittadina centro zona, che ambisce a rilanciare il termalismo, può richiamare turisti e pazienti cronici senza servizi ospedalieri adeguati?

Nessuno si vuole sostituire a Istituzioni e Ministero, ma non tutti i territori sono uguali: il nostro è uno dei Distretti più vecchi di Italia.

La sanità di prossimità non può prescindere da un Ospedale che operi in sicurezza.

Senza contare che il maggior carico richiesto ai professionisti di reparto, andrebbe ad influire sulle coperture dei turni e dei servizi attualmente garantiti (se il professionista reperibile deve prestare la sua opera per un’urgenza notturna, non potrà certo svolgere il turno magari previsto per il giorno successivo ad esempio).

Togliere una cooperativa chiudendo i servizi non è recuperare il debito: è ridurre l’assistenza.

Chiediamo anche di sapere in che misura questi tagli andranno a colpire le altre realtà ospedaliere provinciali e che tipo di soluzioni si vogliono proporre in merito, in quanto non vorremmo certamente vedere il nostro ospedale, già terribilmente depotenziato, trattato per l’ennesima volta come la pecora nera della nostra provincia.

Vorremmo quindi avere spiegazioni chiare, dalle istituzioni competenti, e magari essere rassicurati sul fatto che si tratti di mere voci e non di un piano avanzato che ci riguarda direttamente. Acqui non se lo può permettere!

Fabrizio Baldizzone
Capogruppo Orgoglio acquese