Naturalmente il titolo è un po’ da bischeri, ce lo diciamo subito da soli. E non vogliamo con il simbolico ‘Eva contro Eva’ del fotomontaggio qui sotto, sminuire il ruolo e il peso dei leader sindacali di Cisl e Uil (gli ottimi Ferraris e Gregori), e neppure ignorare il fatto che a Palazzo Rosso non c’è una donna sola al comando, ma una maggioranza politica, e su certi temi anche dei dirigenti che hanno il loro peso.
Però, dopo la raffica di comunicati incrociati di ieri pomeriggio (in particolare sul caso Aspal) alzi la mano chi non ha avuto la tentazione di dire: “adesso basta: Silvana (Tiberti) e Rita (Rossa) si conoscono benissimo da una vita, possibile che non possano incontrarsi e dialogare concretamente, invece di dare vita a questa bagarre mediatica?”
Ricordiamolo, anche se non ce n’è bisogno: Rita Rossa in Cgil, tra babbo e mamma, ci è praticamente cresciuta, e immaginiamo che alla Camera del Lavoro si sentisse (almeno fino a prima di diventare sindaco) quasi come a casa.
Non solo: quali che siano le versioni ufficiali, sappiamo bene che, nel fuggi fuggi del demotivato (ma mai quanto oggi!) elettorato alessandrino del 2012, i sindacati (non solo Cgil, chiaro) qualche peso nell’elezione di Rita Rossa lo ebbero certamente. E l’ingresso di Nuccio Puleio in giunta andava nella direzione di un percorso comune. Poi, appunto, bruscamente interrotto.
Ma il troppo è troppo: in una città già disastrata di suo, nello ‘scoramento’ e nella disillusione dei cittadini prima ancora che in una serie di ‘indicatori’ reale e oggettivi, più che mai è oggi opportuno che i soggetti istituzionali (in questo caso appunto, e tra l’altro, rappresentati da persone con un bagaglio cultural-politico per nulla distante, anzi) si confrontino con concretezza, alla ricerca di soluzioni reali. Possibili, sempre e comunque, a condizione che si dialoghi davvero, e con trasparenza.
I sindacati sostengono che questo dialogo, nei fatti, è sempre mancato, dal giugno 2012 ad oggi. L’amministrazione, e ad intermittenza anche il Pd, attraverso la voce di suoi autorevoli rappresentanti (come il senatore Borioli nella recente intervista al nostro magazine) dicono che non è vero, e che Silvana Tiberti, in particolare, lo sa benissimo.
Poco importa qui stabilire chi ha torto e chi ha ragione, e la sensazione è che un torto e una ragione assoluti non esistano. Non vogliamo neanche sposare la teoria ‘cinica’ di chi sostiene che è solo un gioco delle parti, in cui ognuno deve fare ‘la voce grossa’, ma dove in fondo, sotto sotto, sono già tutti d’accordo.
Non ci sembra proprio che sia così. Piuttosto, l’impressione è di un muro contro muro, di un ‘avvitamento’ fine a se stesso, sulle reciproche posizioni, che non fa fare nessun passo in avanti verso la soluzione dei singoli problemi, e tanto meno lascia intravedere per Alessandria un progetto complessivo, declinato al futuro.
Sempre Daniele Borioli, nella sua intervista, alla domanda su chi debba avere l’onore (e l’onere) della guida della ‘cabina di regia’ per il rilancio del territorio risponde, senza indugi, “il Comune di Alessandria”. Per arrivarci, però, ci sembra che di strada se ne debba percorrere ancora parecchia.
Care Rita Rossa e Silvana Tiberti, da cittadini un po’ acciaccati ma anche innamorati di questa città ve lo chiediamo a gran voce: come primo passo, parlatevi a lungo e serenamente. Ma occhi negli occhi, davanti ad un bel the o caffè, e non a mezzo stampa!