San Salvatore Monferrato, sabato è Gran Carvà

Mario Lombardo, businiere, festeggia 30 anni dalla prima businà dialettale scritta e recitata in piazza come vuole l’antica tradizione

Organizzato dall’Oratorio Campanone con il patrocinio del Comune,
Sabato 1 marzo dalle 14,30 sfilata di carri con due cortei mascherati, il Re e la Regina del Carnevale, il castello gonfiabile, lo spettacolo di magia con il Mago Bingo, il rogo del pupazzo e tanta musica.

Organizzato dall’Oratorio Campanone dal 1959, il “Gran Carvà” di San Salvatore Monferrato è una tradizione consolidata ed è antichissima quella della recita della Businà dialettale che vede il comune monferrino uno degli ultimi centri dove è possibile assistere alla divertente e pungente lettura del poemetto satirico in dialetto locale. La Businà verrà letta al termine della sfilata in piazza Carmagnola. La festa culminerà nel rogo del pupazzo di paglia che simboleggia il Carnevale, davanti ai regnanti del Carnevale, una giovane coppia di futuri sposi di San Salvatore Monferrato: Fabio e Valentina. Per i bambini è assicurato divertimento con l’esibizione del mago Bingo, il castello gonfiabile e naturalmente dalla festa in maschera: due cortei e cinque carri allegorici.

La storia del Carnevale Sansalvaetorese – La tradizione dei carri allegorici a San Salvatore ha inizio nel lontano 1959, quando, per iniziativa del viceparroco don Arturo Giaccone, l’Oratorio Campanone diede vita alla prima sfilata per le vie del paese. L’appuntamento con i carri si è in seguito interrotto nei primi anni ‘80 e fino al 1996 non si sono più viste parate nelle strade del paese, con un’unica eccezione: il 1990. Nel 1995 il parroco don Sandro Luparia chiese agli agricoltori la disponibilità dei carri e a scuole e associazioni di unirsi per ridare vita alla sfilata. L’idea trovò subito attuazione. All’appello risposero la scuola d’infanzia San Giuseppe delle suore salesiane, l’Aido e l’Avis. Negli anni successivi aderirono anche la scuola d’infanzia statale e per alcuni anni anche la neonata Proloco Vivacittà. Negli anni 2000 i carri di San Salvatore partecipano alle sfilate dei comuni vicini: Mirabello, Valenza, Casale e Alessandria, ottenendo  importanti riconoscimenti. Al Carnevale Alessandrino, che per tradizione chiudeva la stagione delle sfilate, i convogli allegorici di San Salvatore si sono sempre distinti per fantasia e creatività, vincendo molti premi. Dopo alcuni anni in cui la manifestazione tornò ad essere organizzata esclusivamente presso l’oratorio, grazie alla collaborazione del Comune, don Gabriele Paganini, subentrato parroco, dopo l’esperimento del 2015 con il corteo “Carica dei 1001”, nel 2016, con l’aiuto di molti volontari rianima la tradizione dei carri e, ancora una volta, come nel lontano 1959, l’oratorio riprende l’organizzazione della sfilata e della festa in piazza con il rito del rogo del pupazzo del Carnevale, che prima del falò sfila con gli altri carri nelle vie del centro storico, la lettura della “Businà” e il saluto dei regnanti del Carnevale. Per la Businà don Gabriele Paganini richiama Mario Lombardo, autore fin dagli anni ‘90 del poemetto satirico in dialetto, mentre ad impersonare il Re e la Regina del Carnevale invita giovani che nel corso dell’anno convoleranno a nozze. Il palmarès del Campanone è ricchissimo. Ovunque sfilano, i carri dell’oratorio sono sempre nelle prime posizioni, ottenendo più di un premio. Citiamo gli ultimi: nel 2023, nella città capoluogo di provincia, il carro “Castello della Sirenetta”, con il corteo delle meduse, vince il primo posto e nello stesso anno ad Acqui Terme ottiene il secondo. Nel 2024 il carro “Dancing in the Jungle, corteo e il carro ”Re Leone” si aggiudicano il secondo posto ad Alessandria e anche il primo premio alla sfilata di Valenza. Grandi successi e soddisfazioni, considerando che il Campanone distribuisce forze organizzative ed economiche realizzando più di un convoglio, diversamente dalle altre organizzazioni dei Comuni concorrenti che concentrano creatività e risorse su un unico carro.

​La Businà, una tradizione antica.​ – Anche quest‘anno, l’autore della “Businà d’San Salvadur” è Mario Lombardo chiamato nel 1995, a rinverdire l’amatissima tradizione della recita dialettale dal palchetto dei comizi, in piazza. Originaria della Lombardia, la “bosinà” si diffuse nel basso Piemonte e, come descritto da Franco Castelli in “I peccati in piazza – Bosinate carnevalesche in Piemonte” (Isral), già nel 1578 un patrizio alessandrino elogiava la “bosinà” per la sua irriverenza nei confronti dei signorotti locali, degli usi e costumi del tempo, mettendo in rima arguti versi recitati in pubblico, divertendo la folla nel giorno del martedì grasso.
Attento osservatore dei fatti locali e nazionali, Mario Lombardo fu invitato a scrivere e a decantare i suoi versi, ruolo, quello del “bosiniere” che fu di Gino Rota (1918 – 1982), famoso a San Salvatore e dintorni, fra gli anni ‘60 e ’80 del secolo scorso per impersonare Gelindo nella celebre commedia natalizia piemontese. ​Preso il testimone, Mario Lombardo, da trent’anni compone questo poemetto con la finalità di divertire, ma anche per ridare vita ai termini dialettali desueti e originali, compresi i tanti modi di dire quasi dimenticati, riportandoli alla memoria.​ Sono tantissimi gli scritti di Mario Lombardo, a cui nel 2021, il Consiglio Comunale ha conferito la “Benemerenza Civica”. Molti di essi sono stati ​composti in occasioni particolari come le feste di piazza (come ”Il Giorno del Ringraziamento”, degli agricoltori), il Natale o altre ricorrenze. Un tempo letta e recitata in molti comuni dell’alessandrino e del basso Monferrato (fra gli altri, ricordiamo Castellazzo, San Giuliano Nuovo, San Michele, Fubine e Castelletto Monferrato), oggi è San Salvatore uno degli ultimi centri del basso Piemonte nei quali la businà viene composta appositamente e recitata in occasione del ​Carnevale.

IL PROGRAMMA DI SABATO 1 MARZO
Il programma di sabato 1 marzo prevede, alle ore 14,30 la partenza del corteo dei carri allegorici presso il piazzale S. Croce e dopo il percorso cittadino, il capolinea in piazza Carmagnola. I carri saranno almeno quattro, forse addirittura cinque e tutti realizzati dai volontari dell’oratorio Campanone: “Il Campanone” che apre la sfilata ospitando i regnanti del Carnevale, “Il Granfiore”, “Il Brucomela” e “Il pupazzo di Carnevale”. Completano la sfilata due cortei con i costumi realizzati appositamente dal gruppo sartoria dell’Oratorio: “Le farfalle” e “bruchi e scarabei”.
Nel pomeriggio, in piazza Carmagnola è prevista musica e animazione intratterranno il pubblico con i conduttori e la musica di Ricky Manna. Alle 16,30 è previsto uno spettacolo di magia con il Mago Bingo. Per tutto il pomeriggio, in piazza, castello gonfiabile e al termine della festa, intorno alle 17,30, il rogo del pupazzo che simboleggia l’addio al Carnevale e l’ingresso nel periodo della Quaresima.

Afferma il sindaco Corrado Tagliabue: “Ringraziamo tutti i collaboratori alla sfilata dai costumisti ai realizzatori dei carri: la loro dedizione e il loro entusiasmo sono un esempio per tutti, non a caso, ogni anno mietono successi alle sfilate delle città vicine, spesso vincendo premi importanti. Per noi ha grande valore preservare la tradizione del Carnevale perché rispetto ad altre ricorrenze in costume che sono distanti dalla nostra tradizione, come halloween, il carnevale mantiene veri e profondi legami con la cultura religiosa e popolare e la Businà rappresenta per noi un richiamo alle origini, alla nostra storia di comunità e al nostro dialetto”.