Un nuovo intervento/lettera di CSE Sanità sulla questione della RSA di Gavi chiusa a fine 2024.
Un’amara sorpresa quella che hanno avuto gli ormai ex dipendenti della Cooperativa Sociale Codess Sociale che operavano presso la RSA di Gavi, chiusa definitivamente dal primo gennaio 2025. I lavoratori onde evitare di trasferirsi in provincia di Torino hanno dovuto dimettersi per giusta causa, visto che il luogo di trasferimento era distante più di 50 km.
La Cooperativa Sociale Codess dapprima il 2 di gennaio ha contestato, con una lettera, le dimissioni di ogni lavoratore scrivendo che le avrebbe considerate come dimissioni volontarie e poi sulla busta paga di dicembre pagata a gennaio ha dato l’amara sorpresa ai lavoratori: è stato trattenuto il mancato preavviso senza nemmeno versargli l’indennità sostitutiva del preavviso, così diminuendo la loro busta paga a €0 o massimo €10, contravvenendo quindi a quanto previsto dalla normativa vigente.
Come si suol dire oltre il danno la beffa: questi poveri dipendenti obbligati a dimettersi, visto il totale menefreghismo dell’Azienda Sanitaria locale di Alessandria e della Regione Piemonte, in palese favoreggiamento delle strutture private a discapito di quel servizio sociale e welfare state tanto declamato, si ritrovano ora a vivere il mese di gennaio senza €1 con figli a carico e rate del mutuo da pagare.
La Cse Sanità sin da subito ha diffidato, per il tramite del proprio studio legale, la Cooperativa e chiesto un urgente intervento all’Azienda Sanitaria Locale di Alessandria, al Prefetto di Alessandria coinvolto nella questione ma che poco ha fatto ed anche al sindaco di Gavi.
“Molto probabilmente anche l’INPS rifiuterà la disoccupazione, commentano Alessandro Campanino e Stefania Gallo della CSE sanità, ci domandiamo ora se Federico Riboldi, Luigi Vercellino ma anche il Prefetto ed il Presidente della Cooperativa Codess siano disposti, visto il loro pasticciaccio all’italiana, a dare da mangiare e ospitalità ai dipendenti della RSA di Gavi e perché in Italia ogni volta si debba andare contro i lavoratori favorendo il profitto di alcuni e se non fossimo stati una repubblica fondata sul lavoro?? Chiediamo alle istituzioni di impegnarsi con tutte le proprie forze per poter garantire a ogni dipendente i diritti normativamente stabiliti e non fargli perdere neanche un euro”.
La Segreteria Regionale CSE Sanità-Flp Piemonte