Da oltre vent’anni il FAI – Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, promuovono la più grande iniziativa di mappatura popolare del patrimonio culturale italiano attraverso il censimento “I Luoghi del Cuore”.
Il progetto ha come obiettivo quello di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul valore del patrimonio culturale, storico-artistico e naturale italiano per preservarlo per le future generazioni.
Tra “I Luoghi del Cuore” della dodicesima edizione c’è anche Valenza con l’Oratorio di San Bartolomeo.
Sul sito www.iluoghidelcuore.it, oppure scrivendo sul motore di ricerca “fai i luoghi del cuore”, fino al 10 aprile 2025 è possibile votare e sostenere l’Oratorio di San Bartolomeo come luogo più amato.
“L’Oratorio di San Bartolomeo è il più antico edificio cittadino, sorto nel corso del XVI secolo. L’impegno di noi Amministratori è quello di rivitalizzare e rendere nuovamente al centro delle iniziative culturali cittadine questo che è uno dei luoghi storici più importanti della città. Con le sue decorazioni trompe l’oeil è una cornice ideale per mostre, concerti e serate dedicate alla lettura. Consapevoli del valore della cultura e degli ideali che essa porta con sé, invitiamo tutti i cittadini, e non solo, a votare per San Bartolomeo come luogo del cuore FAI” così intervengono il Sindaco Maurizio Oddone e l’Assessore ai Beni Culturali Alessia Zaio.
L’edificio
La chiesa di Santa Caterina, oggi oratorio di San Bartolomeo, è il più antico edificio di Valenza eretto entro i confini di quella che era la città medioevale. La chiesa, a pianta ottagonale, fu costruita su commissione delle monache benedettine nel 1584. La costruzione doveva essere in origine collegata al vicino monastero benedettino di cui la nobile famiglia De Cardenas era patrona. La chiesa fu edificato da un maestro della famiglia Pannizzari, molto nota all’epoca a Valenza per aver contribuito nel corso del ‘600 all’edificazione del Duomo cittadino di Santa Maria Maggiore. Nel 1802 quando, sotto spinte riformiste, il monastero benedettino fu soppresso, la chiesa passò sotto il controllo della confraternita di San Bartolomeo. Nel 1840 l’oratorio subì alcuni interventi di riqualificazione e fu interamente ridipinto dall’intervento di Francesco Gabetta, artista proveniente probabilmente dalla vicina Lombardia, che impreziosì l’edificio con un’imponente decorazione pittorica trompe l’oeil che finge un’architettura neogotica in stile troubadour. Contestualmente alla riqualificazione dell’edificio, in facciata, fu collocato un pregevole portale in cotto proveniente dalla chiesa cittadina di San Francesco, andata distrutta nel 1858. Dell’antica chiesa di Santa Caterina si conservano ancora alcuni messali datati al ‘600 e alcuni fregi e formelle in cotto.