La cultura della ricerca scientifica

Spettabile redazione,

oggi mi sono avvicinata a un banchetto dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), presso la mensa dell’Interporto di Rivalta Scrivia, per vedere quale fosse la campagna in corso. Si trattava di Le mele scendono in piazza con la quale si vendeva un sacchetto di mele a un costo di 8 euro da devolvere all’AISM. La signora e il signore al banco mi hanno gentilmente invitata ad acquistare le mele ma io ho gentilmente risposto che non finanzio AISM perché pratica la sperimentazione animale per parte delle sue ricerche e io ripudio questo metodo di ricerca senza se e senza ma.

I due volontari hanno negato l’uso della sperimentazione animale da parte dell’AISM ma quando ho fornito loro le informazioni in proposito http://www.aism.it/ricerca.aspx?q=sperimentazione%20

animale , hanno capito che forse ne sapevo qualcosa e il problema era che ne sapevo qualcosa in più di loro che stavano dietro il banco a rappresentare l’AISM.
Abbiamo serenamente scambiato le nostre opinioni che erano diametralmente opposte e cito due frasi che mi hanno fatto riflettere per l’ennesima volta su questo spinoso problema della cattiva informazione.

La signora mi ha detto. “Per salvare delle vite umane, qualcuno bisogna pur sacrificare.” Ho sentito questa frase migliaia di volte ed è deprimente continuare a constatare che nel pensiero di molti ci sia l’esigenza di sacrificare qualcuno per salvare qualcun altro: sembra che questa strana bilancia vita-morte debba sempre pendere dalla parte della morte affinché le cose vadano per il verso giusto.

Il signore mi ha chiesto: “Se lei avesse la sclerosi multipla, sacrificherebbe un animale per curarsi?”. E’ la solita domanda infondata a cui ho risposto: “E lei consegnerebbe il suo cane o il suo gatto a uno stabulario per salvare vite umane?” Ovviamente il signore mi ha risposto di no, forse perché, in cuor suo, sa benissimo che il sacrificio del suo animale non gioverebbe a nessuno. Io stessa non sacrificherei il mio animale e nessun altro animale al mondo per curarmi da qualsiasi malattia, sia perché è inaccettabile dal punto di vista etico, sia perché il modello di sperimentazione animale è un errore metodologico dal punto di vista scientifico.

Ciò che ho visto al banchetto accade frequentemente anche con altre associazioni.

Spesso i volontari non conoscono a fondo l’associazione per cui operano, soprattutto non sanno se finanzia la vivisezione: è una domanda che faccio costantemente e costantemente restano stupiti. Dovrebbero essere gli stessi volontari a spiegare in modo esaustivo quali sono i metodi di ricerca adottati dalla loro associazione e per quali esperimenti: sono informazioni che si trovano sui siti web delle associazioni stesse e non richiedono una particolare preparazione scientifica.

Quando coi volontari si tocca il tasto vivisezione, è come entrare nel proibito. Il problema non è la ricerca in toto che fanno queste associazioni ma solo una parte di essa, quella che comprende l’uso di animali, cioè la vivisezione. Nonostante gran parte della ricerca sia portata avanti in altro modo, per esempio con tecnologie di scansione, tessuti umani, programmi informatici, microdosaggi, epidemiologia, dati clinici,  quando si chiede di eliminare quella su animali, ecco che viene difesa come fosse l’ultimo baluardo.

Non sono così arrogante da condannare la diffusa ignoranza su questo difficile e complicato problema, raramente affrontato dai mezzi di comunicazione, quasi come se fosse un tabù. Considero sempre la buona fede di chi si presta a fare beneficienza e ancor più di chi opera come volontario. Tuttavia credo che informare sia un dovere ed essere informati sia un diritto.

Invito chiunque sia contrario alla vivisezione e informarsi prima di donare alle associazioni.

Vorrei ricordare che esiste la LIMAV (Lega Internazionale dei Medici per l’Abolizione della Vivisezione) http://www.limav.org/: sono medici, non i “soliti animalisti”, che portano avanti i loro studi senza torturare gli animali.

Vorrei inoltre ricordare che mancano tre settimane alla scadenza della petizione europea Stopvivisection. http://www.stopvivisection.eu/it Invito tutti coloro che non hanno ancora firmato a farlo e a divulgare la petizione per fare un passo in più nella realizzazione di un sogno.

Niente al mondo è così potente come un’idea per la quale è giunta l’ora (Victor Hugo)

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona (AL)