Da Amag alla Coesione Territoriale, dal Rio Lovassina al secondo ponte Bormida: ecco come Alessandria poteva essere, e non sarà
di Ettore Grassano
“Ogni tanto la pazienza scappa anche a me, mi creda. Specie di recente, quando sulle questioni dello sviluppo logistico dell’Alessandrino mi è toccato sentirne e leggerne di tutti i colori, con una capacità di riscrittura della storia, e di oblio sul ruolo della mia amministrazione, che mi ha lasciato a bocca aperta. Ma lasciamo che la storia faccia il suo corso: l’importante è che i grandi progetti fortemente voluti dalla Lega vadano avanti: se poi chi al tempo li osteggiava ora cerca di cavalcarli, ce ne faremo una ragione”.
E’ sempre piacevole chiacchierare con il professor Gianfranco Cuttica di Revigliasco: per il sorriso con cui affronta questioni anche ‘spigolose’, e per la sua capacità di sdrammatizzare con una battuta situazioni certamente irritanti. Se per i democristiani di un tempo la politica era solo un fatto personale, per lui è sempre stata partecipazione ad un processo collettivo, dentro il suo partito, la Lega. In una città ‘normale’ gli si darebbe universalmente atto di aver ‘messo in moto’ (“ma all’interno di un gioco di squadra, e con il fondamentale supporto a Roma dell’on. Riccardo Molinari”, precisa lui) progetti fondamentali, che si chiamano retroporto/scalo merci, secondo ponte sul Bormida, ospedale, campus universitario, ma anche messa in sicurezza del Rio Lovassina e riqualificazione del complesso dell’ex chiesa di San Francesco, poi ospedale militare. Se poi tutti questi progetti andranno davvero a compimento, è domanda da porre agli attuali amministratori del ‘campo largo’.
Da due anni e mezzo il professor Cuttica, pur svolgendo con puntiglio il suo ruolo di consigliere comunale di opposizione (“non posso che ringraziare i colleghi del Gruppo Lega, Cinzia Lumiera e Mattia Roggero: sono bravissimi, seguono tutto con grande puntiglio, stiamo facendo politica costruttiva anche dai banchi della minoranza”), cerca di tenersi lontano dai riflettori, e di dedicarsi ai suoi tanti interessi culturali e artistici. Ma questa volta siamo riusciti a convincerlo a darci alcune sue valutazioni (per nulla pacate, anzi) sulle condizioni di Alessandria a metà del mandato del suo successore. Ne esce un quadro critico, ma riflessivo: con l’esortazione a guardare avanti, al futuro di questo lembo di Piemonte, “e l’auspicio, questo diciamolo, che gli alessandrini tornino ad interessarsi alla loro città, a farsi sentire e a partecipare: chi sta alla finestra non può mai lamentarsi”.
Professor Cuttica, com’è Alessandria oggi, vista dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale….
Vista con gli occhi del cittadino comune semmai, che tra l’altro in città ci viene relativamente poco, preferendo studiare e seguire altri filoni di impegno altrove. Trovo che oggi Alessandria sia una città stanca, un po’ troppo distratta, e rassegnata. Come se le cose dovessero per forza andar male insomma: ma non è mica così…
Se si rileggono però le interviste di quando lei era sindaco, il ‘filo rosso’ appare quello dello sviluppo, dei progetti per dare un futuro alla città, e a chi ci abita…Oggi lei è altrettanto ottimista?
Chi fa politica ottimista deve essere sempre, altrimenti deve fare altro: non si può lavorare al servizio della propria comunità se non la si ama, e se non si ritiene di poter portare un contributo positivo e costruttivo. Questo però non significa dover smettere di esercitare il diritto di critica: e mi pare di poter dire che oggi Alessandria ha decisamente meno slancio di pochi anni, e in due anni e mezzo è riuscita a ‘seppellire’ progetti innovativi come la smart city e la coesione territoriale, e a rallentarne altri, speriamo senza archiviarli definitivamente. Insomma, una città che pensa di affidare il proprio futuro alle piste ciclabili francamente non credo che possa fare molta strada.
Giugno 2017, lei appena eletto intervistato da Mentana annuncia in diretta ‘Alessandria nella logistica ha grandi potenzialità, ma è ora di darsi una mossa’ (nel video ora 2.45): soddisfatto del percorso compiuto?
Ricordo benissimo quel momento: in collegamento con il Direttore Mentana oltre a me c’era Toti, all’epoca Presidente della Liguria, ed è a lui che mi rivolsi direttamente, convinto com’ero e sono che il rapporto tra quella regione e l’Alessandrino, oltre ad essere naturale e fisiologico, possa fare un gran bene ad entrambi. Nei cinque anni successivi il dialogo con la Regione Liguria e con Bucci, all’epoca solo sindaco di Genova, e ora ‘plenipotenziario ligure’ a tutti gli effetti, come dice lui stesso con ironia, fu costante e costruttivo. Spiace un po’ che a qualche convegno sulla logistica se ne dimentichino completamente, e celebrino attuali amministratori, all’epoca se ben ricordate contrati alla logistica perché secondo loro generatrice di ‘lavoro povero’, come i veri artefici degli attuali progetti. Gli antichi in questi casi parlavano di damnatio memoriae: nulla di nuovo insomma. Ma vorrei ricordare che la logistica, se sviluppata con intelligenza, è tutt’altro che processo ‘povero’: lo stabilimento Amazon di Spinetta, fortemente voluto dall’amministrazione di centro destra, è uno dei ‘cervelli’ della multinazionale in Europa, e occupa fior di professionalità.
Scalo merci: anche questa una grande scommessa, che per fortuna sta procedendo nei tempi previsti….
Un plauso al gioco di squadra in corso, in primis al ruolo del nostro Riccardo Molinari, del vice ministro Rixi, e del commissario Mauceri. Il rilancio dello scalo merci è un tassello fondamentale per fare di Alessandria un perno essenziale della lavorazione ‘intelligente’ delle merci non del basso Piemonte, ma dell’intero nord ovest, con una proiezione verso l’Europa. Il risultato vero si vedrà nel tempo, ma credo che sarà formidabile.
Ex chiesa di San Francesco, poi ospedale militare: lei ad un processo di riqualificazione ci ha creduto da subito, reperendo le risorse e elaborando il progetto. A che punto siamo?
Su questo tema ho dedicato tempo e profuso energie a partire dai tempi dell’amministrazione di Francesca Calvo convintissimo che tale recupero con specifici indirizzi museali per l’ex chiesa potesse non solo essere straordinario sul piano della restituzione della memoria medioevale della città ma anche un potenziale strumento di risveglio della consapevolezza locale. Poi le cose hanno proceduto a singhiozzo (e intanto sono passati 20 anni) e nel 2017/18, eletto sindaco, ho provveduto a riequilibrare la distribuzione dei fondi regionali por fesr al fine di attivare con rinnovato entusiasmo l’attenzione sul complesso. Poi i tempi di progettazione, validazione burocrazia e contro-burocrazia siamo arrivati finalmente – grazie anche al serio e scrupoloso lavoro di alcuni nuovi funzionari e dirigenti del Comune, naturalmente allontanati dalla nuova amministrazione – ad appaltare i lavori di restauro ma eravamo ormai alla fine della mia amministrazione. Per fortuna dopo una ulteriore lunga pausa di riflessione (di cui non ho ancora capito bene le motivazioni) a seguito del cambio amministrativo, i lavori sono iniziati e stanno continuando. Credo che si stia procedendo anche sulla specifica progettazione dell’allestimento museale. C’è da augurarsi che si mantengano quei ritmi di lavoro che alla nostra amministrazione avevano consentito di raggiungere certi risultati. Il rischio è che ultimati i lavori di restauro si ritorni nelle braccia di Morfeo e la situazione si inchiodi nuovamente.
Rio Lovassina: dopo un po’ di ‘ping pong’ sulle responsabilità per i ritardi nei lavori, qualche settimana fa da Palazzo Rosso una stringata nota per informare che è stato inviata in Regione Piemonte la documentazione necessaria per procedere con il secondo dei quattro lotti previsti…..
(sospira, ndr)
Autunno 2019, per ben due volte Spinetta va a bagno causa ingenti precipitazioni e si chiude il ponte Bormida (unica struttura che collega sul piano veicolare tale zona e la parte orientale della provincia con Alessandria). Da sindaco ho provavo rabbia e vergogna: una situazione non da terzo ma da quarto mondo!! Di lì è partito tutto e le cose dovevano essere fatte a tutti i costi. I lavori al Lovassina dovevano essere fatti nella loro completezza (se ne parlava da alcuni decenni) e doveva essere realizzato un secondo ponte sulla Bormida. Poi molti si sono dimenticati di che cosa è successo nel 2020 (covid) che ci ha tenuto fermi ed impegnati sul tema emergenza per parecchio tempo ma i più non hanno forse compreso che sempre nel 2019 la Corte dei Conti aveva decretato che il nostro Comune aveva un buco da 45 milioni di euro generatosi da un’erronea gestione del dissesto tra il 2012 e il 2015.
Posso solo dire, anche in questo caso, che grazie ad un diretto interessamento dell’on. Molinari nel 2021 siamo riusciti ad ottenere per il Lovassina dal Ministero un finanziamento di oltre 15 milioni di euro, per un intervento strutturale risolutivo in quattro lotti. All’inizio del 2022 si sono cominciati regolarmente i lavori del primo lotto, poi ci sono state le elezioni e a seguire il forte rallentamento. Ora, dopo ulteriori allagamenti, scopriamo che ad essersi fermata non era la Regione Piemonte, ma il comune di Alessandria. Servono altri commenti?
A proposito di Bormida, il secondo ponte si farà mai?
Mi auguro proprio di sì, anche se sperare sempre e soltanto nell’impegno di Riccardo Molinari è troppo comodo: la sua attenzione per tutto il territorio alessandrino è fuori discussione, ma non credo possa disporre a piacimento del bilancio dello Stato! La verità è che del secondo ponte sul fiume Bormida si parla da trent’anni, e sono stati commessi non pochi errori. La mia giunta, durante il mandato 2017+2022, riuscì, dopo un faticoso ma anche costruttivo percorso con altri sindaci del territorio – a cui devo ancora i più sinceri ringraziamenti – a reperire risorse intorno agli 11,3 milioni di euro dai fondi di accompagnamento per il Terzo Valico: ricordo che il comune di Alessandria ospita cave di smarino, e che il ponte di cui parliamo è opera che sarà utile a gran parte della provincia, non solo al capoluogo. Inoltre recuperammo altri fondi da una variante del progetto ‘Marengo Hub’: per farla breve (anche se non fu breve in realtà ottenerli, e neanche facile), ricordo che dopo diversi ‘no’ alle proposte dei nostri tecnici da parte dell’apposita commissione della Presidenza del Consiglio, chiesi di poter essere ascoltato direttamente dalla stessa commissione, e li convinsi che sarebbe stato meglio utilizzare quelle risorse per una pista ciclabile che attraversasse il nuovo ponte, anziché spendere per una passerella sospesa sul fiume. Scire est reminisci: la giunta di centro sinistra che aveva amministrato Alessandria fino al 2017aveva previsto e progettato di utilizzare parte dei fondi di accompagnamento per il Terzo Valico per realizzare una pista ciclabile attorno alla cava dello smarino.
Quindi nel 2022 il secondo ponte sulla Bormida poteva essere realizzato?
A metà del 2022 c’erano tutte le condizioni per procedere. Poi è sopraggiunto il nuovo Pai regionale, e da lì la decisione dell’attuale giunta di rivedere tutto il progetto, con un’ipotesi di nuovo ponte che, conti alla mano, costerebbe più o meno il triplo del precedente. E’ chiaro però che più l’opera diventa faraonica, più è complicato realizzarla. Speriamo solo che l’attuale ponte, eroico, regga ancora tutto il tempo necessario, o per la viabilità di buona parte della nostra provincia sarà il caos.
Chiudiamo con una riflessione su Amag?
(sorride, ndr) Qui potremmo cominciare un’altra intervista, se crede. Me la cavo con una sintesi: dal 2022 ad oggi siamo passati da un progetto/processo innovativo su scala europea (ossia smart city
correlata ad un ampliamento dell’operatività di Amag anche sull’area della coesione territoriale: altro grande percorso mandato ad arenarsi, purtroppo) ad un significativo punto interrogativo. Gli osservatori parlano di vendita/svendita a pezzi, vedremo a chi, e con quale ricaduta, in termini sia occupazionali che di servizi. Certamente Amag è stata un’altra grande occasione sprecata: temo che gli alessandrini se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi. Nel frattempo i costi della Tari vengono aumentati a discapito dei cittadini.