di Graziella Zaccone Languzzi
1) Per ogni buco il suo rattoppo, e si va avanti. Alessandria a fine 2024 ci appare così: una nave malconcia che galleggia in porto, riparando ogni giorno una falla diversa. Martedì scorso per fortuna il Presidente Mattarella è transitato dal Ponte Meier la mattina, perché la sera lo avrebbe trovato al buio: ma da mercoledì sera il guasto all’impianto di illuminazione pare sia stato riparato, e la struttura è di nuovo illuminata. Sempre in attesa del collaudo amministrativo, si intende: ma che lo ricordiamo ancora a fare? A proposito di Meier e dintorni: la prossima primavera vi prometto un sopralluogo al nuovo monumento posto in memoria delle vittime dell’alluvione del 1994: così, per verificare quale sarà ma manutenzione che gli sarà riservata. Si accettano scommesse.
Intanto, AMAG è sempre sugli scudi. Giovedì scorso, filotto: la mattina Cristo senz’acqua, verso sera perdite di gas in Pista. Un plauso al tempismo delle squadre di riparazione, sia chiaro: a loro il lavoro non manca di sicuro. Ma quando i manutentori sono chiamati ad interventi continui, c’è sicuramente qualcosa che non va: nelle reti, ma soprattutto nel manico. E il nuovo, mascherato, aumento della Tari? Tutto materiale per le prossime pagelle.
Voto: 2
2) Nuovo Ponte sul Bormida: leggo nell’intervista di venerdì 22 novembre sul Piccolo che l’on. Riccardo Molinari ha presentato un emendamento alla Legge di Bilancio per chiedere che sia finanziato. Mi pare peraltro di capire che sia una ‘mission impossible’, perché a causa del lievitare dei costi, e della trasformazione del progetto in base alle indicazioni del nuovo PAI regionale (a proposito, sono già passati due anni: il comune di Alessandria al riguardo dorme sonni profondi?), milioni di euro ne servono davvero tanti: un’ottantina complessivi, e in cassa ci sono solo quelli già ‘conquistati’ negli anni scorsi, sempre grazie alla Lega, nell’ambito delle opere compensative del Terzo Valico. Speriamo nel miracolo, ovviamente: ma sarebbe giusto che gli alessandrini, sempre assai distratti o meglio menefreghisti, si rendessero conto che, almeno dal 2018 in avanti, se Alessandria città non è definitivamente affondata, e il resto della provincia ha fatto significativi passi in avanti, sul fronte logistica e infrastrutture e non solo, molto lo deve certamente all’impegno del Capogruppo della Lega alla Camera. Tra l’altro sempre nella legge di Bilancio dovrebbe esserci altro emendamento dell’on. Molinari volto a reperire risorse per la realizzazione della circonvallazione di Gavi, area particolarmente ‘toccata’ dalla viabilità del Terzo Valico, e con un’economia vitivinicola e turistica molto sviluppata, e da preservare. E’ giusto, per carità, che un parlamentare eletto si impegni a fondo per il suo collegio, e per la sua città. Da parte degli amministratori locali di altro orientamento mi aspetterei però un po’ meno pretese, o con tono diverso: e soprattutto un minimo di riconoscimento all’impegno dell’avversario politico, che invece mai abbiamo riscontrato. Speriamo che l’on. Molinari non molli, sul ponte Bormida, sullo scalo merci e su tutto il resto. Alessandria, per reagire al suo torpore, ha davvero bisogno di un punto di riferimento parlamentare di alto profilo, e non lo aveva da diversi decenni. Mi riprometto di verificare, nei prossimi giorni, come voteranno rispetto agli emendamenti della Lega altri parlamentari, eletti se non qui comunque nel Piemonte 2.
Voto: 10
3) “Ok del Senato, cambia il Codice della strada. Approccio severo per monopattini, alcol e uso telefonini”. Questa dovrebbe essere una buonissima notizia per tutti, perché finalmente molte situazioni del Codice della strada che erano ancora ‘nel limbo’ ora saranno regolamentate: con regole certe anche per le biciclette, e per i pericolosissimi monopattini elettrici. Paiono regole di buon senso e di sicurezza per tutti, e invece è già partita la mobilitazione di addirittura 30 (trenta!) associazioni che si sono impegnate con una immediata raccolta firme contro questo nuovo Codice della strada. Si tratta di tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme alle associazioni ambientaliste e per la mobilità sostenibile e alle organizzazioni sindacali: “Trenta associazioni contro il nuovo Codice della Strada: scatta la raccolta firma online”. Leggete le loro motivazioni (a mio avviso assai contraddittorie): “Una riforma sbagliata e pericolosa per la sicurezza poiché riduce regole e allenta controlli per auto e camion, mentre sottrae spazi sicuri per pedonalità e ciclabilità, attacca la mobilità sostenibile e toglie autonomia alle città, peggiorando nettamente la sicurezza per tutti gli utenti della strada. La riforma fa il paio con la Legge di bilancio 2025, che taglia ben 154 milioni di investimenti facendo cassa sulla sicurezza stradale e la mobilità sostenibile”. E ancora: “È una riforma dannosa: rende più difficile creare o proteggere aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città”.
A me, che da cittadina ho ormai timore anche di camminare sui marciapiedi del mio quartiere, o nelle vie del centro di Alessandria (a proposito: nessuna notizia di quel criminale incappucciato che in monopattino investì e per poco non uccise un anziano passante, sgommando poi via di gran carriera?), a me questa pare una presa di posizione politica anti governo, ne più ne meno come gli scioperi dei treni. Provate a contare quanti sono i week end in cui i lavoratori FS hanno incrociato le braccia e fermato le locomotive con il Governo Meloni, mettetele a confronto con i dati di un Governo Draghi o Conte 2, e fate le vostre riflessioni. Tornando al codice della strada, anche il sindaco Abonante, all’epoca dell’investimento in via Milano, non mi pare avesse troppi dubbi: “Il sindaco di Alessandria contro i monopattini: vanno targati”. Ora dunque via anche ai banchetti delle associazioni contro la Riforma del Codice della strada? Aspettiamo magari, a casa nostra qualche omicidio stradale, lasciando che questi monopattini girino indisturbati in città come sulla ex statale Alessandria Tortona? Non ci vuole mica uno scienziato per capire che succederà…
Voto: 3
4) Nuovo ospedale di Alessandria, si farà o no? Le polemiche sono costanti: “Nuovo ospedale, Riboldi: Grazie al Governo ci sono le risorse. L’iter sia pubblico. Espropri? Nessun problema”. Queste rassicurazioni arrivano dopo le dichiarazioni della minoranza PD e 5 Stelle regionale: “Nuovo ospedale Alessandria, botta e risposta in Regione: l’assessore Riboldi rassicura, perplessi Pd e M5s”. Che le opposizioni incalzino ci sta, è il loro ruolo. Ma ricordiamoci i capolavori del Pd con Mercedes Bresso prima, e con Chiamparino poi, sul fronte sia del nuovo ospedale (se ne parla da trent’anni almeno), sia della riorganizzazione dei presidi ospedalieri in Provincia di Alessandria. Con quei Governatori piddini torinocentrici il Piemonte finiva su per giù a Moncalieri, e l’Alessandrino era terra di nessuno: hic sunt leones, dicevano i latini. Qui da noi furono tagliare risorse e servizi: pensiamo all’Ospedale di Tortona, a come fu ridotto, e a come lo si sta rilanciando in questi anni di Cirio 1 e 2. Ricordo addirittura che la premiata ditta Chiamparino Saitta Moirano ipotizzava anche un drastico accorpamento/ridimensionamento delle strutture esistenti, ad Alessandria. Altro che nuovo ospedale! Ora che grazie al centro destra il progetto procede, la preoccupazione principale degli esponenti del Pd pare essere la sorte dell’attuale struttura di via Venezia: “Nuovo ospedale, Ravetti (Pd): “Riboldi aveva rassicurato sulla decisione di Agenas ma sono passati quasi due mesi”. Corretto, un’area così importante e centrale non può certamente essere abbandonata, è una risorsa per la città, e se la si lasciasse vuota in un anno ce la ritroveremmo okkupata da centri sociali e immigrati clandestini. Ma oggi la priorità per chi lavora e paga le tasse, ad Alessandria, non è il futuro di un immobile, ma la qualità dei servizi sanitari sul territorio.
Ossia liste di attesa infinite, posti letto insufficienti, Pronto Soccorso intasati (indovinate da chi? Diciamo prevalentemente da chi non li ha mai pagati), esami con tempi ‘biblici’, a meno che si possa ricorrere al privato a pagamento, e così via. La sanità è troppo importante per tutti noi, cari compagni del Pd e dei 5 Stelle, e se c’è chi con metodo e competenza sta cercando di migliorarla, rimediando a decenni di vostra gestione approssimativa, cercate almeno di non mettere i bastoni tra le ruote. Sarebbe già gran cosa, da parte vostra, e lo apprezzeremmo molto.
Voto: 6