Tempi difficili per le donne.
Alla vigilia di un nuovo 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le donne, sono ancora i numeri, oltre alla cronaca quotidiana, a sottolineare la gravità della situazione e a rilevare come sia sempre più impegnativo il lavoro di chi lotta per contrastare e prevenire la violenza di genere.
Il Centro Antiviolenza me.dea, riferimento per la provincia di Alessandria, attivo da oltre 15 anni,
registra da qualche anno un aumento delle richieste di aiuto dirette delle donne: 230 quelle che si sono rivolte al Centro, dall’inizio dell’anno, +7% sul 2023. Nel corso dell’anno, sono stati 238 i figli e le figlie coinvolti/e, vittime anch’essi e anch’esse di violenza assistita. Sommando i nuovi casi, alle donne seguite in percorsi pregressi, me.dea supera le 2.500 donne accolte e aiutate dall’apertura ad oggi. Oltre al supporto garantito dal Centro Antiviolenza, me.dea fornisce rifugio sicuro alle donne vittime di violenza, gratuitamente, attraverso l’ospitalità nelle strutture protette: dall’attivazione di questo servizio nel 2016 le donne a cui è stata offerta protezione sono state 44, con 37 figli/e minori.
La sempre maggiore emersione del fenomeno della violenza domestica si rileva non solo nei numeri a livello statistico, ma anche nell’incremento delle attività e dei servizi attivati. Per me.dea questo ha significato, negli anni, triplicare l’organico, con ad oggi 20 operatrici dei Centri, 5 operatrici dell’ospitalità e 40 volontarie. me.dea offre ogni anno 125.000 ore di lavoro svolto da operatrici professioniste, esperte nell’affrontare la violenza di genere.
Cosa deve accadere ancora perché questi numeri accendano l’indignazione e smuovano chi ha responsabilità politiche e civili? Ecco il primo vocabolo. Per dirla con le parole di Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza “è necessario un definitivo cambio di paradigma rispetto alla violenza maschile alle donne, che finalmente individui le vere responsabilità. Dobbiamo spostare l’attenzione dalle donne che subiscono violenza da parte degli uomini, con cui spesso sono in relazione intima o familiare, per metterla su chi davvero ha la responsabilità di fermarla: gli uomini che la agiscono, la società che la tollera, le istituzioni che non la contrastano”.
Nono solo numeri, me.dea è impegno, culturale, politico, formativo, un lavoro che ci è stato riconosciuto dal Presidente Mattarella. Il Quirinale, nel 2024, ha individuato, fra i tanti esempi di impegno civile presenti nella società, di dedizione al bene comune e testimonianza dei valori repubblicani, la presidente Sarah Sclauzero, nominata Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
L’impegno nel 2024 si è tradotto in nuove iniziative, quali il Protocollo d’intesa siglato con Fondazione VIVA che fa capo a Confindustria Alessandria con l’obiettivo di promuovere una cultura di genere all’interno dei luoghi di lavoro, e il progetto Io sono unica, finanziato dalla Fondazione Time2, per riconoscere il valore delle diversità e fornire aiuti mirati a donne stigmatizzate per la disabilità e la violenza subìta.
In questo 25 novembre alle porte, c’è anche voglia di coraggio, quello che le donne dimostrano nei loro percorsi di uscita dalla violenza che diventa fonte di ispirazione.
Alle grandi donne coraggiose è dedicata una nuova campagna social del Centro Antiviolenza, un omaggio a donne che hanno provato a cambiare il mondo o “semplicemente” quello che di brutto avevano attorno. Si parte oggi, sui canali FB, IG e Linkedin, da Nellie Bly, la prima donna a dedicarsi al giornalismo investigativo. Bly si finse pazza e si fece internare per documentare le condizioni del reparto femminile dell’ospedale psichiatrico di New York.
“Responsabilità, impegno, coraggio. Ribadisco queste parole che racchiudono tutta l’urgenza di una presa di coscienza collettiva nella sfida per la parità e il rispetto” dichiara la Presidente di me.dea Sarah Sclauzero. “E ne aggiungo un’altra, stabilità: dopo oltre 15 anni di instancabile lavoro e di accresciuta professionalità, tutta l’Associazione è ancora attivamente alla ricerca di una casa nuova, una sede idonea che permetta di lavorare agevolmente migliorando i servizi offerti.
Stabilità è anche certezza economica: grazie ai finanziamenti del Dipartimento Pari Opportunità e della Regione Piemonte, me.dea riesce a coprire parte dei costi che sostengono i servizi offerti gratuitamente alle donne, ma questo non basta! Impegno e coraggio da parte di grandi realtà produttive e della società civile con investimenti, anche piccoli ma erogati in modo continuativo, dimostrerebbero il senso condiviso di responsabilità e garantirebbero maggiore sostenibilità al lavoro offerto alle donne”.
Nelle prossime settimane saranno tante le iniziative del territorio a cui il Centro Antiviolenza me.dea parteciperà, per riempire di senso e concretezza il 25 novembre.
In particolare, lunedì 25 novembre insieme a vari Enti del Terzo Settore locale faremo nostro l’appello dei movimenti femministi dell’Afghanistan, dell’Iran e di altri Stati, affinché l’apartheid di genere sia riconosciuto nel diritto internazionale dall’ONU e parteciperemo all’evento in programma a Cultura e Sviluppo di Alessandria: “La resistenza è un muro a colori ed è donna”. Al mattino per le scuole e alle ore 18 per la cittadinanza, verranno proposti il film di Siddik Barmak “Osama” e la mostra di Shamsia Hassani, street artist afghana. In apertura, al mattino, ci sarà un flash mob di me.dea avente per oggetto le scarpe rosse, a cui siamo tutte e tutti invitati a partecipare.