Alessandria, torna ‘Cinefestival, immersi nelle storie’: omaggi a De Sica e Mastroianni

L’Associazione di cultura cinematografica e umanistica La Voce della Luna – con il patrocinio (come per le cinque edizioni precedenti) del Comune di Alessandria, dell’Università del Piemonte Orientale, in collaborazione con FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema) e altre realtà culturali e formative del territorio – propone ad Alessandria dal 7 al 10 novembre 2024 il CineFestival Immersi nelle storie, nella promossa sinergia tra la manifestazione nelle sue diverse espressioni e la Città.

Le precedenti edizioni della manifestazione hanno salutato la presenza di artisti ed esponenti del mondo del cinema, dello spettacolo e della comunicazione come Lamberto Bava, Manlio Castagna, Liliana Cavani, Stefano Cipani, Alessio Cremonini, Pete Maggi, Maurizio Nichetti, e molti altri. Anche in questa nuova edizione ci si propone di favorire l’incontro e lo scambio reciproco tra mondi ed espressioni diverse del pensiero, della critica letteraria e artistica, del cinema, della musica e del teatro.
Il Preambolo della Costituzione dell’Unesco – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, recita, nel lontano 1948: «Dato che è nella mente degli uomini che si prepara la guerra, è nella mente degli uomini che la pace deve essere costruita».

Il titolo tematico della manifestazione vuole indicare, attraverso la citazione sia letteraria che cinefila (rispettivamente il romanzo di William Humphrey “Home from the Hill” – 1958 – e il film del 1960 di Vincente Minnelli “A casa dopo l’uragano”) la proposta per una riflessione culturale ed una analisi della società e della cronaca contemporanee che – servendosi degli strumenti mediali, primo fra tutti il cinema – conduca ad esempi positivi e propositivi nella risoluzione dei conflitti di ogni genere (geo-politici, ma anche quelli che hanno origine nella dimensione del quotidiano, con l’obiettivo del ritorno alla propria “casa” – sia fisica che simbolica, del cuore – dopo avere affrontato le tempeste dell’esistenza), alla luce della costruzione di una cittadinanza attiva, aperta e responsabile, in dimensione europea e globale.

Le quattro giornate di Festival verranno animate da cineforum, laboratori, presentazioni, incontri con prestigiosi protagonisti del mondo del cinema, dello spettacolo, della comunicazione, del giornalismo, della letteratura, aperti alla partecipazione dell’intero territorio (e una apposita sezione riservata alle scuole) con l’obiettivo di approfondire i molteplici intrecci tra la critica cinematografica, gli studi sulla settima arte, i mestieri dello spettacolo e della comunicazione, la Media Education e Media Literacy, sempre nella costruzione di una narrazione territoriale comune (ospiti, tra gli altri, il regista Roberto Faenza, l’attrice, protagonista della serie televisiva di successo “Cuori”, Simona Nasi; la cantante e attrice Giovanna Nocetti con il suo spettacolo-canzone, il racconto dei suoi incontri con i protagonisti del cinema e dello spettacolo e il film di Emanuele Di Leo “Oltre le parole”, di cui è protagonista insieme a Massimo Previtero; la presidente del Centro Studi Marcello Mastroianni Santina Pistilli, l’editore Gianni Gremese e altri studiosi della Settima Arte per un omaggio incrociato: al grande attore di Fontana Liri nel centenario della sua nascita e a Vittorio De Sica nei cinquant’anni dalla scomparsa).

A ispirare, in questo cammino, sono le parole di Claudio Gubitosi, ideatore e fondatore del Giffoni Film Festival: «Ho sempre voluto sapere cosa ci fosse oltre le montagne della mia valle. E comunicare oltre me stesso, agli altri, quel che vivevo come pura bellezza: il cinema».

«Il cinema è visione», ribadiscono – come nella precedente edizione 2023 – Barbara Rossi, media e film educator, critica cinematografica, e Patrizia Farello, psicopedagogista e saggista in ambito educativo, direttrici artistiche del Cinefestival, insieme con Sergio Arecco, critico cinematografico e traduttore per La Nave di Teseo.

«Questo termine è entrato prepotentemente nel lessico attuale: avere o non avere visione, delle cose, delle modalità di lettura della realtà. Il cinema ti aiuta ad avere visione, a leggere meglio persone e contesti. È un medium che arricchisce le facoltà dello sguardo e la capacità di empatia con l’esistente. Non solo. Il cinema è giovane, malgrado sia più che centenario. Oserei dire, adattissimo ai giovani, che l’immediatezza vivono e coltivano. Se il nostro Festival riuscisse a unire insieme più generazioni – gli appassionati di cinema e quei giovani che vi scoprono con sorpresa momenti di bellezza non effimeri, la nostra iniziativa di un Festival “per tutte/i” raggiungerebbe pienamente il suo obiettivo».