‘NON È PIRANDELLO’, la rassegna di spettacoli 2024-2025 del Teatro della Juta di Arquata Scrivia e del Teatro Civico di Gavi, continua DOMENICA 10 NOVEMBRE alle ore 21 con lo spettacolo dal titolo La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza, una coproduzione Les Moustaches, Società per Attori e Accademia Perduta Romagna Teatri.
Lo spettacolo, era nato sotto i migliori auspici, con la trionfale accoglienza critica al suo debutto al Fringe Festival di Roma, dove si aggiudica nel gennaio 2020 tre premi: Premio della Critica, Miglior Spettacolo, Premio Fersen. Poi «Ciccio» ha dovuto interrompere la sua promettente corsa per lo scoppio della pandemia.
Non appena è stato di nuovo possibile, lo spettacolo è tornato in scena con l’opportunità di mostrarsi finalmente al pubblico, che ovunque lo ha accolto con grande affetto e attenzione. Tra i riconoscimenti nazionali, la partecipazione come finalisti ai festival Direction Under 30-2020 e In-Box 2021.
Merito di una scrittura ispirata, attraverso cui il drammaturgo Alberto Fumagalli racconta la quotidianità ottusa e patriarcale di una famiglia contadina, regolata dal susseguirsi delle stagioni. Ma anche dalla progressiva voglia di emancipazione del secondogenito Ciccio, sognatore malgrado tutto. Non fosse altro per il suo desiderio di diventare ballerino (con tanto di tutù rosa, che alimenta il pregiudizio), nonostante la stazza imponente. Ciccio però ci insegna che nessun sogno è troppo grande: lui vuole danzare. In una provincia sperduta, Ciccio, con il suo corpo grasso e il suo sogno impacciato, vuole scappare da quel luogo che non ha mai sentito come casa. In tutù rosa, non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera. Per lui (e per lo spettatore con lui) l’impossibile diventa possibile.
I tre attori, Alberto Gandolfo, Damiano Spitaleri e Federico Bizzarri, condividono la scena in forte armonia. La loro fisicità rimane fortemente impressa. Il terzetto è abilissimo, anche per come affronta la lingua inventata con cui si esprimono i loro personaggi. Un comprensibile mix di espressioni arcaiche e dialettali, che contribuisce a definire il piccolo mondo – fuori dal tempo e dallo spazio – in cui agiscono.
Testo originale di Alberto Fumagalli. Regia di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli. Aiuto regia: Tommaso Ferrero. Costumi di Giulio Morini. Responsabile organizzativo: Pietro Morbelli. Foto di scena di Serena Pea.