di Graziella Zaccone Languzzi
Nel trentennale, un grazie a Gianna Calcagno (ex Commissario Circoscrizione Nord) che molto ha dato alla nostra città
“Ieri … oggi … o forse domani la sicurezza della città?” è il titolo di una pubblicazione del novembre 1997 edito dalla Circoscrizione Alessandria Nord e dal Gruppo di Lavoro. Sono trascorsi tanti anni, e il titolo è più che mai appropriato alla situazione odierna sullo stato di in-sicurezza in questa città, “prigioniera” tra due fiumi.
Ad ogni anniversario scrivo un articolo per ricordare fatti e persone, nel trentennale queste riflessioni le dedico alla Dott.ssa Gianna Calcagno, ex Commissario della Circoscrizione Nord e ex Presidente del Museo del Fiume. Non sempre Alessandria sa riconoscere il valore di persone che hanno dato molto in alcuni ambiti senza chiedere nulla in cambio, e per questo mi sembra giusto raccontare il contributo che la dottoressa Calcagno diede alla nostra comunità, dopo la tragedia del 6 novembre 2024.
Ho conosciuto Gianna Calcagno nel 2000, quando iniziai ad occuparmi delle imprese alluvionate che da sei anni stavano vivendo brutti momenti a causa di un articolo di legge che infilava loro un cappio al collo. Gianna Calcagno era Commissario Circoscrizione Nord (la parte di città colpita dal disastro) ed era impegnata insieme all’Amministrazione Calvo nella ricostruzione, nell’ascolto e nell’assistenza alle persone che avevano perso tutto. Un punto di riferimento per tutti gli alluvionati, un “ponte” tra i cittadini degli Orti e il Sindaco Francesca Calvo.
Inizio con un po’ di storia che molti hanno dimenticato, o che per loro fortuna non hanno vissuto e subìto: quando incontrai Gianna Calcagno per la prima volta erano già passati sei anni dal tragico evento, ma i problemi per le imprese alluvionate erano in crescendo perché nel ’94 ci furono figli e figliastri. l’acqua, il fango, i veleni e tutto ciò che ha comportato, fu uguale per tutti, ma la Legge fu “matrigna” per le imprese e ci furono tre pesi e tre misure.
La grande impreparazione e confusione per un disastro simile dei preposti a cavallo tra due Governi, Berlusconi e Dini, “partorì” una grave disparità! Si divisero i tre settori: privati, aziende agricole e imprese industriali/commerciali/artigianali/ professionali. Con i privati lo Stato fu magnanimo e concesse il 75% a fondo perduto, più rimborso IVA dei danni subiti. Per le imprese agricole il trattamento fu adeguato, giacché quel settore era garantito da una legge quadro, e da una importante presenza delle associazioni di categoria. Gli imprenditori agricoli infatti ottennero il 90% a fondo perduto, più rimborso IVA.
E le imprese? Escludendo le industrie per le quali immagino siano stati battuti altri canali, il vero dramma lo vissero le piccole e medie imprese commerciali/artigianali/professionali. A loro fu concesso un 30% a fondo perduto… fondo perduto si fa per dire, perché doveva essere un “fondo fermo impresa” in aiuto per i mancati incassi utili per pagare affitti, personale, fornitori, utenze e non ultimo il proprio mantenimento e della propria famiglia, ma dovettero documentarlo in attrezzature e per legge fu concesso un finanziamento agevolato al 3% (a quel tempo i tassi arrivavano fino al 18%, dipendeva dall’Istituto di Credito). Ricordo che alla Camera di Commercio di fronte alla rappresentante del Governo l’on. Fumagalli Carulli ministro della Protezione Civile che chiedeva cosa potesse essere il meglio per queste categorie, i responsabili delle quattro Camere di Commercio della zone alluvionate e delle Associazioni di Categoria riunite, risposero che qui al nord le imprese non chiedevano l’elemosina, con il loro lavoro si sarebbero ricostruite, poteva bastare un minimo di fondo perduto e un finanziamento agevolato che, a casa mia, si chiama indebitamento per auto-risarcirsi. Faccio notare che nel settore commercio a novembre ci sono già in magazzino le forniture natalizie, merce ancora da vendere. Molti commercianti hanno perso tutto, e le fatture erano comunque da onorare, ma questo non è stato tenuto in conto.
Per quest’ultima categoria, e per aiutare un famigliare titolare di una ditta individuale finito nella morsa dell’articolo di legge ebbi la necessità di chiedere ascolto e aiuto dalla politica. Roma, Camera di Commercio e Associazioni di Categoria, mi rivolsi pure al vescovo di Alessandria del tempo Fernando Charrier: risposero tutti picche, per loro erano trascorsi ormai sei anni e chi ce l’aveva fatta molto bene, chi no “amen”.
Da Roma l’unico che mi rispose fu l’On. Oreste Rossi (al tempo Lega Nord). Chi mi venne in soccorso però fu il Sindaco Francesca Calvo, che aveva compreso la situazione approvando quella mia solitaria battaglia e mi avvicinò alla Dott.ssa Calcagno per avere un tramite con lei per ogni necessità. Gianna fu di grande supporto, e al mio fianco fino all’ottenimento di importanti risultati, con la modifica di legge e tre leggi nuove a favore non solo delle piccole imprese alluvionate nel Piemonte, ma anche di supporto ai privati che nel frattempo non riuscivano ad ottenere la restituzione dell’importo di IVA dettato dalle Leggi 1995/96. Con Gianna Calcagno quanti treni abbiamo preso per andare in Regione Piemonte o dall’avv. Dal Piaz messo a disposizione dal sindaco Calvo, e dal Difensore Civico Regionale a Torino per portare avanti la causa a favore delle piccole imprese alluvionate. Ancora oggi ringrazio Francesca Calvo per la fiducia e l’ appoggio, perché se mi avesse girato le spalle anche lei, non avrei potuto proseguire ed ottenere importanti risultati.
Il sindaco Calvo riuscì ad ottenere leggi adeguate tra il 2002/2004 grazie ad un’altra grande donna, la Senatrice Rossana Boldi della Lega Nord, che durante il suo mandato fra tutti gli eletti di ogni partito qui sul territorio piemontese fu l’unico politico a lavorare molto per le imprese alluvionate, con risultati concreti. Riconoscimenti alla senatrice Rossana Boldi? Macché, era della Lega: se fosse stata di sinistra oggi ci sarebbe un monumento, almeno qui in città.
Nel 2005, raggiunto l’obbiettivo che mi ero prefissata, con importanti risultati e tanta soddisfazione, non mi fermai. Il mio nuovo progetto fu la difesa idrogeologica di Alessandria e non solo, con un impegno all’interno di vari Comitati di comuni. Qui il rapporto personale di amicizia oltre che di collaborazione con Gianna Calcagno si consolidò, anche se a volte vi furono discussioni a causa dei nostri non facili caratteri. Ma quando in un rapporto di questo tipo ci sono onestà, sincerità, rispetto, le divergenze si superano sempre.
Gianna Calcagno conobbe il prof. Tiziano Rosi in una serata dedicata all’alluvione, e insieme decisero di costituire un Gruppo di Lavoro organicamente composto da tecnici e cittadini, che avrebbero prestato la propria opera volontaria per un’attività di controllo ed informazione pubblica sulle opere di salvaguardia del territorio e per la documentazione e la divulgazione in materia di tutela e valorizzazione ambientale, attraverso un rapporto continuo con le istituzioni. Il Comitato si costituì definitivamente come Associazione nella primavera del 1995. Inizialmente aveva la sede presso la Circoscrizione Alessandria Nord, già con l’intento di averne una propria dove operare ed identificarsi.
Nel 1997 furono indette le elezioni comunali, Gianna Calcagno decise di candidarsi nella convinzione (forse errata, ma lo diceva lei), di essere ancor più di aiuto alla Comunità e fu eletta nella carica di Presidente nella Circoscrizione Nord. Intanto Gianna Calcagno con il Gruppo di Lavoro nel corso del 1998 varò il progetto di costituzione del Museo del Fiume, che ebbe il plauso della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Alessandria, della Fondazione Cassa di Risparmio.
L’allora Sindaco Francesca Calvo assegnò in via Rettoria 13 alcuni locali all’interno del complesso scolastico, concessi in uso per trenta anni dalla data della consegna: le modalità concessorie furono stabilite dalla convenzione tra l’associazione ed il Servizio Istituti Culturali Turismo – Gemellaggi del Comune di Alessandria. Grazie all’impegno dello Studio degli Architetti Quaglia e Robotti le opere edili vennero realizzate in economia da squadre di allievi della Scuola Edile di Alessandria e successivamente affidate ad imprese edili anche con i finanziamenti della Regione per l’interesse dell’allora Assessore all’Ambiente Ugo Cavallera, della Provincia con i sopralluoghi del Dr. Kannes della Regione! I 30 mq assegnati, furono oggetto di una totale ristrutturazione a partire dal 1999, su due piani con l’installazione di elevatore per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Il Museo del Fiume venne inaugurato il 20 aprile 2002 e il Gruppo di Lavoro provvedeva, grazie ai finanziamenti di Provincia di Alessandria e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, agli arredi, alle attrezzature specifiche quali un microscopio ottico trinoculare, stereomicroscopio trinoculare, telecamera innestabile per visione in VHS, televisore, videoproiettore, computer, stampante e scanner e alla realizzazione del sito Internet. Il Museo entrò a far parte del Sistema dei Musei civici alessandrini, e si propose di promuovere l’impegno civile, la sensibilizzazione, l’approfondimento, la ricerca, la documentazione e la divulgazione in materia di tutela e valorizzazione degli ambiti fluviali, sia dal punto di vista idrogeologico che da quello ecologico, rivolgendosi ai cittadini, agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e alle autorità competenti in materia di gestione e tutela territoriale.
Il Museo del Fiume ha operato in rapporto e collaborazione con Enti e Autorità territorialmente competenti (Prefettura, Regione, Provincia, Comune, A.I.P.O., Autorità di Bacino, Sovrintendenza, FF.SS., A.N.A.S., Protezione civile, A.R.P.A., VV.F. , Enti e Istituzioni culturali: Biblioteca civica, Teatro delle Scienze, Archivio di Stato, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Associazioni di tutela ambientale, sportive e culturali presenti sul territorio, come Orti Sicuro, U.I.S.P. Alessandria, gliamicidellebici, Associazione Cultura e Sviluppo e organi di stampa e televisioni locali.
Ha raccolto materiali bibliografici, iconografici, normativi, fotografici, audiovisivi e documentari; ha attuato un monitoraggio permanente degli ambiti fluviali del territorio alessandrino e dello stato di avanzamento dei lavori di messa in sicurezza dei fiumi; ha promosso il recupero delle sponde fluviali in ambito cittadino; ha promosso e realizzato itinerari guidati di visita sui fiumi alessandrini, incontri, cicli di conferenze, dibattiti e convegni, predisponendo adeguati supporti informativi, inerenti la tutela idrogeologica e il recupero della memoria storica e della dimensione economica e sociale degli ambiti fluviali, mostre e proiezioni sull’ecosistema fluviale e sui progetti di valorizzazione e tutela in territorio alessandrino; ha promosso pubblicazioni, tesi di laurea, lavori didattici e ricerche aventi quale oggetto i fiumi e la cultura fluviale. Ricordo che per le imprese incontravo Gianna Calcagno oltre che alla Circoscrizione Nord anche al Museo del Fiume, un delitto quando fu smantellato: ma in questa città oltre a non ricordare chi ha fatto, vige la regola del disfare, cancellare, annullare.
Dal mio archivio storico, ecco un elenco delle attività del Museo del Fiume, tutte gratuite e organizzate da volontari
le pubblicazioni: Undicesimo comandamento – Non favorire le alluvioni; Ieri… oggi… forse domani… la sicurezza della città; Tanaro: un futuro dalla sua storia; Dossier sul ponte Cittadella;
il concorso fotografico e la mostra Obiettivo Tanaro;
le mostre: Tani ‘d na vota Tani d’anco; Il Tanaro; Alluvione 1994 – I nostri genitori raccontano; Il fiume come era, come è, come potrebbe essere; Noi, al fiume;
oltre alle esposizioni di Remo Lanzoni, di Daniela Alini e di Gianni Stefanutto (autore del logo del Museo e del laboratorio Aquiloni ALfiume) e alle mostre fotografiche di Carlo Lenti – Il fiume – e di Claudio Pasero – Fiumi da vivere (percorsi ciclopedonali in Italia e in Europa) -;
le iniziative civiche: la Raccolta firme ponte Ferrovia, la Promozione e realizzazione del “Monumento alle vittime dell’alluvione ’94”, la Campagna di sensibilizzazione “Ponte Cittadella: due pesi e due misure” e Rispolverare la memoria – Pulizia del Parco della Rimembranza;
gli incontri pubblici: Tanaro: idee, progetti, cantieri di un anno; Museo del Fiume: lavori in corso; Completamento interventi nodo idraulico di Alessandria; Tanaro: quale sicurezza; Le casse di espansione come mezzo di difesa del territorio; Valutazione dell’evento alluvionale del novembre u.s.; Le tangenziali di Alessandria; Il gambero di fiume;
i contributi a: Acqua: risorsa ambientale; Ricordare… Riflettere. Alluvione 1994… 12 anni dopo. La memoria degli eventi – L’analisi sulla sicurezza della città;
gli incontri del ciclo “Domenica al Museo”: con le proiezioni di T. La mia valle; Congo, Rio San Francisco, Mekong; Lo stagno; Il plancton è di scena, La storia di una goccia d’acqua; Ecosistemi fluviali; Lungo il fiume; I ciottoli del fiume; e le gite di Insieme Alfiume: Alle Lame del Sesia e Al Bosco della Partecipanza di Trino Vercellese;
il conferimento di borse di studio per tesi di laurea aventi quale oggetto il fiume, con il contributo dell’Assessorato Tutela e Valorizzazione Ambientale della Provincia di Alessandria e di Guala dispensing;
i gemellaggi con gli istituti scolastici: I.T.I.S. di Acqui Terme: Progetto B.O.R.M.I.D.A.; I.T.I.S. Volta di Alessandria: Conoscere il territorio – Nuove metodologie didattiche applicate all’educazione ambientale e I.T.C. Vinci di Alessandria: Acqua dolce, Acqua amara;
la realizzazione di pacchetti didattici: I ciottoli del fiume; I ponti; Lo stagno; La storia di una goccia d’acqua; I macroinvertebrati d’acqua dolce; Vita microscopica in una goccia di acqua; Il plancton d’acqua dolce; Silenzio, parla il Po;
la produzione di audiovisivi: Il fiume e la città; Lo stagno;
la realizzazione di ipertesti: Il fiume: morfologia e idrologia; Il fiume: un ecosistema complesso; Silenzio parla il Po e del documentario: Di acqua sotto i ponti…;
il progetto di percorsi verdi: A piedi … lungo il fiume e AL fiume;
l’organizzazione di visite guidate lungofiume: Lungo il Tanaro; Parco fluviale del Po; Alla ricerca del paesaggio;
il supporto scientifico a Tanaro days;
le presentazioni di: Voci sull’acqua – Radiocronaca di un’alluvione di RadioGold; Voci nella pioggia di Maurizio Neri; I tempi sono maturi di Luca Mercalli; La qualità dell’acqua di I.T.I.S. Acqui Terme e Laboratorio Territoriale Provincia Alessandria; Poesie in dialetto con cui Giovanni Rapetti ha deliziato gli ospiti del Museo; Il Tanaro a cura di Campora, Cottalasso, Dura, Grassano; L’ecomuseo “Canale Carlo Alberto”, a cura di Silvia Rapetti; Progetti per i fiumi – Rassegna di tesi progettuali sui corsi d’acqua della Provincia di Alessandria; In viaggio sul Tanaro, a cura di Carlo Bidone; Miti e simboli dell’acqua nella cultura popolare subalpina, a cura di Franco Castelli; L’Appennino piemontese, a cura di Rocco Morandi; Le reti infrastrutturali fluviali tra disegni storici e rappresentazioni attuali: confronto fra il tratto urbano torinese del Po e quello alessandrino del Tanaro, a cura di Cristina Boido; La casa delle storie, a cura di Chiara De Palo (autrice anche dell’ultimo spettacolare allestimento del Museo del Fiume) e Nepal 2010 6000×2, a cura di Giorgio Pieri.
Quindi non un Museo di reperti inanimati, ma un luogo vivo, dove incontrarsi per conoscere e scoprire i corsi d’acqua, con periodiche pedalate sugli argini, piantumazioni in collaborazione con Legambiente per rendere concreto il progetto di un percorso ciclopedonale, scambi di auguri natalizi sul fiume, feste di Carnevale al Circolo Martorelli e alla Casetta, attività per la Settimana dell’Acqua, feste del Pesce d’Aprile al Museo per i bimbi, gite fuori porta in collaborazione con il C.A.I. Sezione di Alessandria, gliamicidellebici FIAB AL, U.I.S.P. Alessandria e il C.S.V.A.: al Rio Gargassa, ai laghi del Gorzente, alle sponde fluviali urbane di Torino, al lago di Arpy a Colle San Carlo, al lago di Lot a Chamois, al Mulino Riseria San Giovanni di Fontanetto Po, in Val Grande al Museo dell’acqua, a Cogne alla Cascata di Lillaz, e al Ritrovo nel Bosco in collaborazione con la Pro Loco di Montecastello.
Dieci anni di lavoro intenso ed appassionato sino al 2012, quando molteplici ragioni, tra cui la morte di Tiziano Rosi e di Maurizio Benzi, hanno indotto Gianna Calcagno alla chiusura del Museo del Fiume: una decisione sofferta, ma inevitabile, che non ha lasciato spazio a ripensamenti, anche se il Gruppo di Lavoro ha continuato la sua attività fornendo supporto e stimoli alle istituzioni pubbliche competenti. Il percorso pubblico di Gianna Calcagno, che tanto ha lavorato e offerto a questa città, termina con la chiusura del Museo del Fiume. Anche questa una decisione sofferta e ponderata. Ancora oggi mi rivolgo a lei per avere il suo supporto storico e tecnico, poiché ha ancora contatti molteplici e costanti.
Mercoledì sera, 6 novembre 2024, la dott.ssa Gianna Calcagno, in un Convegno da lei promosso e organizzato per l’anniversario dei 30 anni nella sede di Cultura e Sviluppo, saluterà e comunicherà pubblicamente il suo ritiro, ricordando collaboratori , amici e chi ne ha apprezzato il suo lungo impegno. Peccato che tanta conoscenza del settore non sia mai stata utilizzata dalle varie amministrazioni negli ultimi vent’anni: forse per troppa competenza, e schiena sempre dritta e non incline ai compromessi?
Grazie Gianna per i 24 anni di amicizia e collaborazione, e per ciò che hai rappresentato in questa città.