“Perché non parteciperò a FaiMarathon”

Ho ricevuto dalla Provincia di Alessandria l’invito per la FaiMarathon che si terrà il 13 ottobre con lo scopo benefico di “difendere l’arte, la natura e il paesaggio italiano”: l’invito è duplice, dal FAI di Castellazzo e da quello di Alessandria.

Nel guardare una locandina, mi soffermo sempre sui loghi: talvolta escludo la mia partecipazione agli eventi proprio dopo avere visto chi li patrocina, trovando incongruenze inaccettabili. Questo evento vanta il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di RAI Segretariato Sociale. E fin qui nulla da dire. In alto a destra campeggia il logo di Lottomatica e, aguzzando la vista, si può leggere il logo della AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) e la scritta “Gioco legale e responsabile”.

Inoltre ho saputo che Giovedì 10 ottobre, presso il Comune di Alessandria, si terrà la conferenza stampa per la presentazione dell’evento: non ho visto il logo del Comune sulla locandina ma eventualmente il Comune lo appoggia. Sul sito del FAI nazionale si legge “L’evento è realizzato grazie alla partnership con il Gioco del Lotto che da sempe sostiene il patrimonio culturale italiano devolvendo parte del ricavo al restauro di monumenti e beni artistici.”

Sembra una grande trovata e, con tutta la mia buona fede, non metto in dubbio che i proventi della Lottomatica e dell’AAMS finanzino la cultura: in una Italia in cui i beni culturali sono vergognosamente trascurati, questi finanziamenti fanno davvero comodo. Ma forse il fine non giustifica i mezzi.
L’evento è realizzato grazie alla partnership con Il Gioco del Lotto, che da sempre sostiene il patrimonio culturale italiano devolvendo parte dei ricavi al restauro di monumenti e beni artistici.

C’è chi si sente tranquillo perché si sente nelle mani del gioco utile e felice ma io non lo sono affatto. Sventolare il patrocinio del Ministero e tanto più della RAI non risolve la questione: lo Stato legalizza e pubblicizza (moltissimo!), servendosi di testimonial eccellenti, il gioco che comporta vincite e perdite di denaro e poi se ne serve per azioni benefiche, giusto per alleggerire la coscienza dei giocatori, facendoli sentire donatori dal cuore grande. Ritengo del tutto inopportuno il binomio cultura – gioco d’azzardo, legale o illegale che sia: la legalità è una cosa, la salute mentale è un’altra. Se così non fosse, non si spiegherebbe l’azione ormai costante che gli psicologi e gli psicanalisti fanno contro questa pratica del gioco in denaro. La retorica del gioco utile e felice, approntata dall’apparato industriale del settore, rende felici i giocatori che si autogratidìficano per la loro sensibilità grazie alla quale giocano ancora più volentieri sapendo di dare un aiutino alla cultura: è una patina dorata ma non è tutto oro ciò che luccica. Molti Comuni organizzano conferenze per informare su cosa sia davvero questa pratica subdola: gli stessi Comuni concedono licenze a volontà per la nascita di case da gioco. E’ una situazione grottesca ma è ciò che si vede tutti i giorni.

Non ho mai messo in dubbio il valore del FAI prima del Giugno scorso, quando, riferendomi al FAI di Alessandria, ho visto che ha avuto parte preponderante, non solo come ente concessionario di patrocinio, ma come ente organizzatore della Maratona dell’acciuga, una maratona che ha trasformato quel gioiello della Cittadella (di cui il FAI si prende cura) in una sede per un’abbuffata di pesce, raffinando il tutto con uno spettacolo teatrale, così anche la cultura poteva avere la sua meritata parte. Vedendo che ora il FAI si fa patrocinare dal gioco del lotto mi fa ancora più riflettere sulla sua politica culturale.

L’azione benefica che il FAI dovrebbe fare è prendere le distanze da Lottomatica e far capire ai potenziali maratoneti che i soldi per aiutare la cultura non devono passare prima nelle casse di Lottomatica: così facendo si rischia di essere più sensibili al gioco che alla cultura.

Non parteciperò alla FaiMarathon, nonostante ritenga l’articolo 9 uno dei migliori della nostra Costituzione, anche se purtroppo uno dei meno osservati.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona