[A te chi ti paga? Chi ti paga? CHI TI PAGA? – Pacata contestazione alla ‘iena’ Andrea Agresti]
In una domenica strategicamente scelta in quanto Inter, Milan e Juventus giocano tutte in posticipo serale senza però contare il rischio pioggia, il prato del «Coppi» tirato a nuovo e finalmente distinguibile anche ad occhio nudo da un appezzamento a rotazione triennale ci accoglie nell’esordio del Derthona, finalmente tornato alla sua vera casa dopo quelli che lo stesso presidente Tonetto ha definito «Diciotto mesi di esilio»; ad affrontare i leoncelli è curiosamente il Verbania, città dove l’anno scorso incominciò la favola felice dell’esule Banchieri e che in estate ha vissuto un dramma simile in quanto il proprio campo era improvvisamente diventato per la lega inadeguato alle norme.
Che tutta la storia fosse una montatura era abbastanza chiaro a tutti, ma che lo scandalo dietro avesse raggiunto proporzioni tali da far intervenire – a movimentare un primo tempo effettivamente un po’ moscio – le Iene di Italia 1 ce l’aspettavamo in pochi; sorprendentemente non erano interessati all’infinita serie di risultati dubbi che hanno coinvolto il Verbania lo scorso anno, ma a vicende personali del Presidente che qui non riportiamo, un po’ perchè sentite entrambe le campane il sentimento predominante non è la giustizia ma la tristezza, un po’ perchè le vedrete fra due settimane in formato a/v e sicuramente presterete maggiore attenzione, anche perchè io non posso inserire gli stacchetti di Ilary che balla.
Quando il Derthona nel giro di sette minuti passa sul 2-0 con una punizione di Mussi che leva le ragnatele dal sette e con un gol di Montingelli che tutti i giornalisti ebbri di birra e salamella hanno attribuito ancora a Mussi, tra i tifosi locali inizia a serpeggiare quel falso rilassamento che non tiene conto che il gemellaggio fra le tifoserie – schedare i gemellaggi è pratica utilissima se si vuole evitare che fischino le orecchie al proprio carrozziere nelle trasferte, altrimenti tocca sempre parcheggiare nella provincia adiacente e raggiungere lo stadio coi mezzi – non significa gemellaggio anche fra le squadre in campo, e quando Carru, saputo dell’anticipo di sabato sera prossimo a Borgosesia decide di non volersi perdere il concerto di Don Joe al Luna Rossa e si fa espellere, per il Derthona iniziano venti minuti di fuoco dove solo un’invenzione di Zefi finalizzata da Mazzocca permetterà ai bianconeri di portare a casa tre punti.
Vedendo l’ottimo terzino che oggi ha offerto l’ennesima prestazione di rilievo, quasi non si crede sia lo stesso ragazzino che arrivò nella disgraziata campagna acquisti 2009-10 condotta dalla dirigenza tortonese con l’autocontrollo di una partecipante a Shopping Night e che vide transitare in maglia bianconera sia meteore come Brolis, Vacca, Matarozzo, Mezzatesta, ed il nazionale Canadese Gino Mauro – ora fermatevi un attimo e pensateci: che effetto vi farebbe sapere che una squadra di hockey su ghiaccio canadese ha acquistato un nazionale italiano? – o altri più stanziali come nonno Ambrosoni o Ivano Sorrentino, che ancora oggi ad Acqui ricordano con affetto per avere arricchito il dentista di Teti incattivendo una partita senza senso.
La punta di diamante di quella squadra, comunque, resta un giocatore immortalato in eterno dal Maestro di tutti noi dopo una trasferta agghiacciante conclusasi con l’ennesima sconfitta 0-2: «Sono andato fino a Lavagna per vedere Orestano correre novanta minuti rimanendo sempre all’ombra.»