Sete di vendetta [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

Il mio concetto di vendetta è sempre stato legato romanticamente ai film western con John Wayne, Gary Cooper, Clint Eastwood.
Questi uomini, solitari e laconici, riequilibravano le sorti del mondo: andavano a pescare i cattivi e facevano pagare loro le gravi colpe.
Non erano supereroi, incarnavano il senso della giustizia con il quale siamo cresciuti; ci educavano al rispetto delle leggi poiché la vendetta rappresentava l’extrema ratio ed era meglio non conoscerne il sapore.

Oggi la sete di vendetta è la quotidianità.
In queste ultime settimane ci sono stati esempi di azioni vendicative che fanno raggelare il sangue e delle quali ho fatto collezione.

Fin troppo scontato aprire la rassegna con la guerra in Medio Oriente.
Il premier israeliano Netanyahu passa da una vendetta all’altra a colpi di bombardamenti contro Gaza, Hamas, Hezbollah, Iran e via discorrendo.
Il nostro Bibi parte dal presupposto che la vendetta non è un piatto che va servito freddo (come fa dire Quentin Tarantino in Kill Bill): è un piatto che non va lasciato raffreddare.
Per questa ragione riscalda costantemente gli ambienti.
Chissà che qualcuno non riesca a spostare tutto (lui compreso) nel surgelatore.

Frequenti gli episodi di omicidio/suicidio in ambito familiare.
Un uomo si sta separando dalla coniuge; per togliere dall’imbarazzo i figli su chi scegliere per andare a vivere in futuro, la madre o il padre, mette in atto qualcosa che assomiglia ad una vendetta: uccide la moglie, colpevole di voler divorziare, ma anche i figli, colpevoli di essere nati e di volere una famiglia normale.

Frequenti anche gli episodi negli ospedali e nei Pronto Soccorso.
I familiari di un paziente in attesa di visita e di cure, malmenano medici e infermieri vendicandosi del fatto che l’ora di attesa si decuplica a causa delle strutture fatiscenti e della mancanza di personale.

Nella bella Sicilia una ragazza di ventisei anni viene innaffiata di liquido infiammabile e accesa come una fiaccola.
La poverina aveva avuto la pessima idea di provare a sedare una rissa tra due donne le quali si sono così vendicate dell’ingiustificata intromissione.

Potrei andare avanti con professori e presidi malmenati per aver rifilato brutti voti agli studenti, farmacisti minacciati per non aver voluto somministrare farmaci, giovani che inviano spedizioni punitive.
Potrei andare avanti ma non lo farò.
L’abbruttimento della nostra società passa da tutti questi (e moltissimi altri) episodi.
Quando in classe parliamo degli strumenti musicali dell’uomo primitivo penso sempre che forse Ötzi viveva serenamente, magari per solo vent’anni ma non soffriva di acidità gastrica dovuta all’invidia ed alla rabbia nei confronti di suo fratello.
Non conosceva la sete di vendetta che oggi è tornata prepotentemente alla ribalta.