Rivolgo le mie riflessioni di questa settimana a giovani e giovanissimi.
Lo so, lo faccio spesso.
Forse per deformazione professionale.
E non voglio trascurare gli adulti della seconda, terza e quarta età.
Ma i giovani e giovanissimi mi stanno a cuore poiché non sono responsabili diretti di ciò che di malato erediteranno e inoltre sono caricati di responsabilità per ciò che di incompiuto gestiranno.
Essi sono gli unici che hanno le capacità intellettuali e la forza del domani.
A loro, con fiducia e speranza, dico:
– siate oculati, non cadete nei tranelli che vi vengono parati davanti dai papaveri che manovrano come marionette il popolo bue; voi non siete marionette, non hanno ancora avuto il tempo di tessere su di voi i fili della dipendenza da qualcuno;
– siate sinceri e senza invidie, l’unione tra persone simili e motivate fa la forza; è la comunità di debolezze che partorisce figli impotenti e debosciati;
– siate pazienti, non abbiate fretta di crescere e godetevi gli anni dell’adolescenza; essere piccoli fuori non vi impedirà di essere grandi negli ideali e nelle conquiste;
– siate fieri, difendete le vostre idee e le vostre scelte; ostentare sicurezza è deleterio ma essere decisi a percorrere fino in fondo la strada intrapresa è indice di forza, magari giungendo al termine con la coscienza di avere sbagliato;
– siate liberi, liberi di studiare, conoscere ed imparare, utilizzando le nuove tecnologie con la giusta misura e facendo leva sulle vostre propensioni; voi non siete soldati agli ordini di sergenti ottusi ed ignoranti.
Ma, anche: siate modesti, non dimessi ma modesti.
Presunzione e prevaricazione, che ci vengono presentate dai frequentatori dei mass-media come le armi della vittoria facile, rappresentano la sconfitta della parola, la sconfitta delle ragioni, la sconfitta del confronto, la sconfitta della lealtà, la sconfitta degli adulti.
Quindi, per favore: siate giovani!