di Graziella Zaccone Languzzi
1) Settimana di Ferragosto, tra vacanze, grigliate, e caldo soffocante con condizionatori per chi è rimasto in città. Un momento, anche, per riflettere sulle condizioni di Alessandria e sulle sue prospettive. Che, è inutile girarci attorno, rosee non sembrano a nessuno. Parlo proprio del territorio comunale, vero ‘buco nero’ rispetto al resto della provincia, che almeno vista da qui offre un panorama un po’ migliore. Casale, Tortona, Ovada (giusto per citare i tre centri zona andati al voto nei mesi scorsi) a noi alessandrini sembrano esempi di vitalità, efficienza e buona gestione, e se paragonate al degrado del capoluogo lo sono certamente. Di Amag parliamo ogni settimana, e lo rifacciamo anche questa settimana, nella pagella che segue. Ma vogliamo ricordare qui altri esempi di decadenza, abbandono, sconfitta? Parliamo dei cimiteri? O preferite la fine ingloriosa della Centrale del Latte, e quella non meno triste dell’Alessandria calcio, ‘camouflage’ Forza e Coraggio incluso? Altro tema ancora più serio, perché ci riguarda tutti, e non solo i tifosi di calcio: il secondo ponte sulla Bormida. L’amministrazione Abonante non ne farà nulla, dopo due anni è ormai chiaro a tutti: e quando (perché prima o poi succederà, purtroppo) l’attuale ponte verrà chiuso per qualche emergenza, il sindaco in quel momento in carica avrà buon gioco a scaricare la responsabilità su chi lo ha preceduto. Come se non stessimo parlando di una questione sul tappeto da decenni. E le piscine alessandrine? Tante promesse, ma stanno sempre lì: dalla comunale al Nuoto Club, degrado e squallore. Il Teatro? Ah beh, sì beh….quest’anno no, il prossimo neanche, ma poi…..e ancora Cittadella, Valfrè, ex Ospedale Militare. Una città che vive di promesse, diciamo pure di illusioni. E la sicurezza idrogeologica? Alessandria città tra due fiumi che ignora le disposizioni del Pai, e speriamo bene. Poi ci sarebbe il collaudo del Ponte Meier: è così complesso mettere insieme i documenti utili per completare questa pratica, o c’è qualcosa che ancora ci sfugge? Infine l’ex bar Cangiassi: proprietà pubblica, a maggio 2022 l’amministrazione Cuttica aveva stipulato la determina che concedeva il diritto di superficie dei locali per trenta anni ad un esercente per farne un locale cocktail-bar, in questo modo sarebbe stata restituita una prospettiva positiva a un’area della città che da tempo cerca di tornare a essere vivibile e pulsante. Poi la nuova amministrazione, e oggi il locale Cangiassi è un monumento al degrado. Ma perché tutto questo, ad Alessandria? Manca la volontà di portare avanti progetti? Mancano idee? Manca la capacità o la volontà di attrarre investitori? Altri tre anni di mandato, sindaco Abonante: una, almeno una di queste criticità sarà affrontata e risolta?
Voto: 2
2) “Amag cura il verde e l’ambiente”, si legge in questo articolo. Ma il titolo è uno sfottò: la fotonotizia mostra un verde Amag non proprio rigoglioso, altro che rivoluzione ambientale e sostenibilità: qui viene in mente piuttosto il detto del ciabattino con le scarpe rotte! La speranza è che qualche addetto di buon cuore si prenda la briga di curare quelle povere piantine: non serve il pollice verde, basta un po’ di sensibilità, e la consapevolezza che il decoro di un’azienda passa anche attraverso queste piccole, grandi attenzioni.
Voto: 2
3) Ma veniamo alla ‘ciccia’ vera, che è il business delle reti di acqua e gas. Sbaglia clamorosamente quel giornale locale che, forse per stanchezza o per sfiducia, tenta di liquidare le polemiche attorno al Gruppo AMAG come beghe politiche che interessano soltanto ‘a loro’. Dove loro sarebbero i consiglieri comunali di opposizione, e appunto il nuovo management AMAG. Sbagliano anche di grosso, perché questa, in una città quasi completamente fallita e in abbandono, con una popolazione ormai rassegnata al degrado (si veda la prima pagella, ahimè) è forse ancora l’unica partita rilevante che si giocherà nei prossimi 12/24 mesi. Una partita dall’esito forse anche già scontato: arrivo dei privati, magari del privato di cui già tutti parlano (ma le gare sono obbligatorie in tutta l’Unione Europea, Alessandria compresa immagino), comune che si priva dell’ultimo asset strategico rimasto, ossia il controllo delle reti di gas e acqua. Eppure le partite, anche quelle dall’esito già scontato, vanno comunque giocate, e raccontate con onestà. E allora, in rispettoso dissenso con il giornale locale, consiglio la lettura di questo articolo: “Botta e risposta su Amag, la Lega risponde all’azienda: “Sui numeri si metta d’accordo con sé stessa”. Ma anche la visione di questo video. Entrambi fanno riferimento al comunicato del Gruppo AMAG che ci ha fatto sobbalzare lunedì 12 agosto: “Amag replica alla Lega: “Da Roggero e dal centrodestra una campagna di falsità”. Comunicato estremamente interessante, e anomalo: capita raramente che un’azienda, in questo caso multiutility a totale controllo pubblico, parta all’attacco di un singolo partito politico (la Lega, nello specifico), e di un singolo consigliere (il capogruppo del Carroccio Roggero, a cui va tutta la nostra solidarietà). Vedremo se la scelta di schierare l’azienda politicamente sarà apprezzata dagli alessandrini, a partire naturalmente dai dipendenti del Gruppo, che forse qualche timore cominciano ad averlo. Utilissima, peraltro, la lettura del citato comunicato. Con diversi passaggi interessanti, e ne cito almeno due. Anzi facciamo tre: 1) “l’ing. Lorenza Franzino, attuale presidente anche di Ansaldo Energia, il manager grazie alle quale l’Italia ha realizzato l’alta velocità”. Accipicchia, tanta roba in effetti. Anche se, mi si consenta, passare da top manager dell’alta velocità ad una multiutility di provincia non mi pare proprio un percorso ascendente. 2) “La legittimità della sua nomina (si parla sempre della nuova Presidente AMAG, ndr), oltre alla totale assenza di un conflitto di interessi, è stata verificata anche da uno dei più importanti studi legali di diritto amministrativo del Paese con un parere pro veritate”. Fantastico: in un Paese in cui, in effetti, le autorità preposte per tanti motivi non hanno tempo di occuparsene, l’unica è ricorrere ad una sorta di autorevole ‘autocertificazione’, e via. Si evita di sovraccaricare di impegni il sistema giudiziario, e si diventa più competitivi! 3) “Di buona parte di questi passaggi di categoria è però difficile comprendere il merito in termini di formazione, competenze o percorso di carriera, mentre è più facile ricondurlo a motivi elettorali”. Qui si parla di personale, e si va sul grave: se così fosse, sarebbe roba da Procura. O, sull’altro versante, da querela per diffamazione. Anche perché la storia delle partecipate pubbliche alessandrine la conosciamo tutti, e la pluridecennale trasparenza dei partiti di centro sinistra nella loro gestione fa parte del dna della città. Quindi non si infanghi una storia tanto gloriosa, per favore!
Voto: 2