di Graziella Zaccone Languzzi
1) Amag e ancora Amag: forse se ne parla anche troppo, ma è comprensibile, trattandosi di uno dei pochi asset a controllo comunale (non solo alessandrino, ma di tante municipalità del territorio) rimasti a casa nostra. Il quotidiano La Stampa, nei giorni scorsi, ha pubblicato due interviste interessanti, con due punti di vista contrapposti: venerdì 2 agosto ha aperto le danze l’assessore alle Partecipate del comune di Alessandria Laguzzi, mentre martedì 6 agosto abbiamo potuto leggere la posizione sul Gruppo Amag del capogruppo della Lega, e ex assessore, Roggero. Sono tante, lo abbiamo ripetuto più volte, le questioni aperte sugli ultimi due anni di gestione da parte dei manager del campo largo (quelli nominati nell’autunno del 2022 sono già stati tutti sostituiti: se è vero l’adagio ‘squadra che vince non si cambia’, regolatevi un po’ voi), e le polemiche attorno alla compatibilità dell’attuale Presidente, fino a pochi giorni prima della nomina ai vertici di due società di consulenza fortemente coinvolte nel 2023 nelle attività di Amag. Ma queste sono questioni che vi abbiamo già raccontato. Ciò che mi ha colpito è invece l’ennesimo episodio di ‘malcostume politico’ locale, al quale sarebbe anche ora che i giornali dessero un freno. Ovvero, a poche ore dall’uscita in edicola dell’intervista di Roggero, ecco che arriva l’ennesima manifestazione di esistenza in vita del segretario cittadino (in scadenza?) del Partito Democratico di Alessandria, il romano Rapisardo Antinucci. Un politico navigato e di lungo corso, anche se durante il suo mandato di segretario alessandrino rarissimamente abbiamo letto suoi pensieri autonomi: in compenso però interviene commentando tutto quanto dicono gli altri. Ebbene, qui il pensiero di Antinucci: pubblicato curiosamente non sulla Stampa (come logica vorrebbe, trattandosi di commento ad intervista specifica), ma su un giornale locale on line. Il segretario del Partito Democratico tra una battutina sul caldo e l’altra (repertorio che ripete spesso, un po’ datato in verità) prende due ‘topiche’ clamorose, una delle quali anche potenzialmente lesiva. Bene ha fatto dunque Roggero a precisare come stanno le cose, a stretto giro di posta. Ad abundatiam, sono andata anche a spulciarmi, sul sito di Amag, l’elenco delle consulenze 2023, che trovate qui:
https://www.gruppoamag.it/wp-content/uploads/AMAG-SPA_2023_12.pdf
https://amagretiidriche.it/wp-content/uploads/2024/01/AMAG-RETI-IDRICHE_2023_12.pdf
https://www.amagretigas.it/wp-content/uploads/2024/01/AMAG-RETI-GAS_2023_12.pdf
https://www.amagambiente.it/wp-content/uploads/2024/01/AMAG-AMBIENTE_2023_12.pdf
Cosa voglio dire con questa pagella? A mio parere di appassionata di vicende politiche, alessandrine e non, occorrerebbero più interviste a chi ricopre ruoli significativi: più sono, meglio è. Ma sarebbe meglio che il commento politico (anche critico, anche esponendosi e prendendo posizione senza paura su temi rilevanti, perché no) lo facessero giornalisti e editorialisti, e non i segretari di partito. Tutti eh, non solo Antinucci. Perché, sempre a mio modesto parere, a parte forse i loro 12 militanti o amici, questi interventi infastidiscono davvero tutti, e contribuiscono ad allontanare ulteriormente i cittadini (in questo caso alessandrini) da questioni che invece ci riguardano tutti, e di cui dovremmo cercare di saperne di più. Giornalisti locali, dateci una mano!
Voto: 2
2) Amag e i rifiuti rifiutati. Una cittadina si è rivolta ad un organo di informazione per denunciare il comportamento dei dipendenti di Amag Ambiente in viale Teresa Michel, qui l’articolo: “Lo sconcerto di una lettrice: “Rifiuti da smaltire sistematicamente respinti”. Presidente Amag Ambiente si scusa: “Direttive ignorate”. Si trattava di smaltire due grosse batterie e diverse latte di vernice accumulate nel tempo, e dopo aver fatto avanti e indietro vedendosele rifiutare la cittadina ha raggiunto il centro di raccolta del Cristo dove “dopo un po’ di insistenza” le batterie sono state ritirate, ma solo dopo aver “insistito”. E’ inutile raccontarcela o girarci attorno: ciò che denuncia la signora molto dettagliatamente succede più spesso di quel che si creda, e semplicemente le persone non lo segnalano ai giornali, e poi magari ‘si aggiustano’. Se si offre un servizio scarso e inefficiente è difficile del resto aspettarsi poi che i cittadini siano ‘virtuosi’ a oltranza, anche perché per ognuno di noi smaltire rifiuti è una delle tante incombenze quotidiane, non un mestiere. Guardate, basta andare in Liguria, in Lombardia o forse anche semplicemente in altri comuni della nostra provincia per rendersi conto che, fortunatamente, l’Italia, soprattutto qui al nord, non è come Alessandria. Nulla importa peraltro che Amag Ambiente giustifichi le ragioni della propria inefficienza a mezzo stampa: un Presidente che ‘scarica’ le responsabilità sui sottoposti, essendo in sella da due anni, è certamente imbarazzante, ma lì ci han pensato i sindacati a precisarlo, è il loro mestiere: e come sempre han fatto a gara a ‘metterci il cappello’, un po’ come il segretario di partito della pagella precedente. Ecco, a noi cittadini di questi teatrini non importa nulla. A noi spetta pagare tasse e tributi con regolarità (e ad Alessandria sono tra i più salati d’Italia), e in cambio esigere servizi di qualità. Che invece ad Alessandria, parliamoci chiaro, sono a livello di profondo sud. Ma così ha gioco facile chi ci lascia intendere che la qualità si alzerà solo privatizzando. Noi però, che acqua e rifiuti li vorremmo sotto il rigido controllo pubblico, non siamo d’accordo, e crediamo che il problema sia invece la scarsa qualità non del personale (che non è mediamente meno qualificato rispetto a Cuneo o a Pavia), ma della politica locale, e dei manager che della stessa sono diretta e imbarazzante emanazione.
Voto: 2
3) Parliamo di monopattini elettrici. Ho trovato interessante questo filmato effettuato qui in città:
Il filmato è accompagnato da questo scritto: “Dopo numerosi incidenti in Italia e nella nostra città, abbiamo chiesto agli alessandrini cosa ne pensano dei monopattini elettrici. Le opinioni prevalenti sono negative, con preoccupazioni sulla sicurezza, regolamentazione e decoro urbano. Molti chiedono norme più severe e parcheggi designati. Tuttavia, alcuni riconoscono la praticità dei monopattini per brevi spostamenti. L’amministrazione dovrà bilanciare innovazione e sicurezza nelle future politiche”. L’acquisto e l’utilizzo dei monopattini elettrici è cresciuto del 70% durante la pandemia con il Decreto Rilancio grazie agli incentivi all’acquisto voluti dal governo Conte, che prevedeva un bonus fino a 500 euro per l’acquisto di monopattini elettrici. Ormai sono tanti in circolazione e l’Onlit (Osservatorio nazionale liberalizzazione e trasporti) afferma che il monopattino elettrico sia il più pericoloso tra tutti i mezzi.Se si guida un monopattino elettrico si è maggiormente esposti a rischi rispetto a chi guida una macchina; e i fattori di rischio possono essere molteplici. I dati mostrano che su 273 incidenti che vedono coinvolto un monopattino elettrico, il conducente ne esce quasi sempre ferito, se non peggio, come nel caso recente delle due ragazze di Pavia. Qui si leggono le nuove norme della riforma del Codice della strada in Italia, con l’introduzione di nuove regole per i monopattini elettrici, tra cui l’obbligo di casco per tutti, della targa identificativa e dell’assicurazione. La nuova norma circoscrive la circolazione alle strade urbane. Introdotte anche restrizioni sulla sosta. Giusto l’obbligo di una targa identificativa e l’assicurazione al pari di mezzi motorizzate, non dovrebbero neppure passare nelle aree pedonali, da quel che si vede in giro sono come proiettili lanciati anche a zig zag in mezzo alla gente e nel traffico, un vero pericolo.
Voto: 2