Un popolo di nuotatori e commentatrici [L’Olimpiade di Lettera 32]

di Beppe Giuliano

Capitolo 7

Nonostante tutto il nostro mare, all’epoca moltissimi italiani non sapevano nuotare, e a frequentare le piscine eravamo davvero pochi.

Non siamo sempre stati un popolo di nuotatori, anzi.

Ce lo raccontò Paola Saini quando la intervistammo per ‘La Stampa’. Saini, nata a Orta San Giulio, cresciuta a Roma, è stata la prima italiana in finale nel nuoto a un’Olimpiade, proprio a casa sua nel 1960 (a casa sua non è un modo di dire: se apriva le finestre vedeva il Tevere e Monte Mario).

Per andare sul podio dovremo aspettare altri 12 anni, la Novella Calligaris a Monaco nel 1972. E per una vittoria ci dovremo affacciare al nuovo millennio: Sydney 2000 con i due ori di Domenico Fioravanti e quello di Massimiliano Rosolino.

Il bottino fino all’altra sera era comunque nel complesso magro, in termini di vittorie: alle tre citate di Sydney si aggiungeva l’unico oro della Pellegrini (Pechino 2008) e quello vinto a Rio da Greg Paltrinieri, nel frattempo divenuto specialista delle lunghe distanze, le gare che si dovrebbero fare nella Senna. Acqua permettendo (e no, non è una battuta).

Mentre scriviamo, con molte finali ancora da disputare, di ori ne abbiamo già conquistati due a Parigi, con Nicolò Martinenghi e Thomas Ceccon.

Se volete divertirvi, suggeriamo di riguardare le gare con le riprese dalla cabina di commento di Eurosport. L’ex-nuotatore Luca Dotto unisce competenza alla giusta, entusiasta, emozione.

Mentre sentiamo commenti feroci, decisamente offensivi fatti sui canali Rai nei confronti di Benedetta Pilato, giustamente felice per il suo quarto posto alla prima finale olimpica. Ecco, ci permettiamo di ricordare alle commentatrici: per farsi notare non è indispensabile essere delle merde.

Elisa. Per Filippo

L’Olimpiade è una promessa che io ho fatto a mio fratello. Nel momento in cui ha scoperto la malattia, mi ha scritto un messaggio dicendomi che avrei dovuto conquistarmi io il posto che lui ha lasciato. (intervista a Rai News)

Ha esordito lunedì 29, e sarà di nuovo in acqua venerdì, Elisa Mondelli. Fa canottaggio con la barca dell’otto, che è la nobiltà di questa specialità, dove le nostre atlete gareggiano per la prima volta ai Giochi. Ma in barca, quando c’è lei, a gareggiare sono in nove – pardon, dieci, ché l’otto ha il timoniere. Elisa aveva un fratello, Filippo, che del canottaggio era un campione. Qualificato per l’Olimpiade di Tokyo cui non è mai arrivato, fermato da un male bastardo a 26 anni, pochi mesi prima delle gare rinviate dal 2020 al 2021.