Demarte: “Spinetta mai così trascurata: su Rio Lovassina, strade, cimiteri giunta Abonante non pervenuta. Il comune della Fraschetta? Saremmo ricchissimi”

di Ettore Grassano

“Mi occupo di amministrazione locale, tra Provincia e Comune, da più di vent’anni ormai, e francamente Alessandria così mal messa non me la ricordo. Il sindaco Abonante e la sua maggioranza sono assolutamente fermi da due anni: è ora che si rimbocchino le maniche, e senza dimenticarsi di sobborghi e periferie!”. Enzo Demarte, consigliere comunale di Forza Italia, a Palazzo Rosso è stato testimone ormai di diverse stagioni politiche, con una ‘costante’: l’attenzione per la ‘sua’ Spinetta, e per i sobborghi della Fraschetta in generale. Tanto che, se gli ‘rispolveri’ il vecchio ‘sogno’ di un comune autonomo oltre il ponte Bormida, e fino a Tortona, gli si illuminano gli occhi: “eh, magari:così finalmente gli enormi introiti legati agli insediamenti industriali resterebbero a casa nostra, e i nostri paesi non vivrebbero nell’abbandono assoluto. Ma qualcosa di meglio si potrebbe fare anche oggi: speriamo che questo centro sinistra non sia sordo e muto per altri tre anni”.

Rio Lovassina in costante emergenza, cimiteri in abbandono, strade che (nonostante qualche segnale positivo in questi ultimi mesi) rimangono in larga parte da sistemare. Ma, nonostante questo, ‘oltre Bormida’ la vivacità non manca, e soprattutto dopo il covid gli alessandrini hanno riscoperto il piacere di vivere nei paesi, con abitazioni più ampie, e la possibilità di passeggiare all’aria aperta, e non tra le auto in sosta e lo smog. E poi a Spinetta c’è anche una vivacità commerciale inaspettata, ‘nonostante il Comune non si sforzi gran che: per il centro sinistra esiste solo il Cristo. Bel quartiere, sia chiaro: ma la Fraschetta non sarebbe da meno, se si facessero gli investimenti necessari”.

Consigliere Demarte, partiamo da Spinetta, che è da sempre casa sua: possibile che, ogni autunno, si debba affrontare l’emergenza del Rio Lovassina?
E’ un’assurdità: un’emergenza che dura da cinquant’anni non la si può neanche più chiamare tale, è abbandono strutturale del territorio. Ma vorrei non si dimenticasse un fatto: durante il mandato del sindaco Cuttica grazie al centro destra furono stanziati dal Ministero oltre 15 milioni di euro per risolvere il problema in maniera definitiva, e fu stabilito un piano di interventi in quattro lotti. Il punto è che è stato realizzato solo il primo lotto. Da quando è arrivato il centro sinistra a Palazzo Rosso, che ha un livello di interlocuzione pari a zero sia con Torino che con Roma, e che evidentemente non riesce neppure a completare opere già progettate e finanziate, tutto si è bloccato.
E intanto anche con le copiose piogge di primavera sono ricomciati i problemi: l’altra settimana ho richiesto ad Alessandria un intervento urgente a sostegno dei commercianti di via Genova, e sono intervenuti a pulire strada e marciapiedi dopo 24 ore. Questa è l’idea di tempistica di emergenza da parte degli attuali amministratori.

Però giusto la scorsa settimana il sindaco Abonante, molto attivo se non altro sui social, segnalava con orgoglio l’asfaltatura di via Perfumo….il resto del paese come va?
Un disastro. Vengano, il sindaco e la giunta, a parlare con i cittadini di Spinetta e della Fraschetta, e lo chiedano a loro se sono soddisfatti. Io ci parlo tutti i giorni, e non da oggi, ma da vent’anni cerco di fare quel che posso. Anche se dall’opposizione è dura: a volte neanche ti danno libero accesso a a tutte le informazioni.

Altra nota dolente, i cimiteri della Fraschetta…..
Altro capitolo tragico. Dico solo che ci ho messo un anno e mezzo ad ottenere l’installazione del semaforo a chiamata per chi attraversa, a piedi o in bici, la provinciale che da Spinetta porta al nostro cimitero. Parliamo di una scheda da 50 euro installata nel semaforo: un anno e mezzo! Da qualche anno, con l’appalto della gestione ai privati, la situazione è addirittura peggiorata, e lo sa bene chiunque si rechi stabilmente a trovare i propri defunti. Manutenzione scadente delle infrastrutture, verde in abbandono. E per fortuna il centro destra è riuscito a far saltare in consiglio comunale l’approvazione delle modifiche del contratto di gestione. Che prevedeva, pensate un po’, l’annullamento dei diritti di chi ha comprato loculi o cappelle perpetue. La volontà dell’attuale maggioranza era quella di stabilire che, ogni tot anni, i diritti andravano ripagati (per finanziare la società di gestione, peraltro), o si veniva espropriati.

Società di gestione sulla quale peraltro si è molto favoleggiato in questi anni: lei sa chi sono i soci attuali, e chi la presiede?
No, purtroppo non lo so. A me risulta che il socio principale, che era anche quello dotato di strumenti e competenze per operare, se ne sia andato. Altro non so, dovete chiederlo all’assessore competente, l’avvocato Falleti.

Spinetta dal punto di vista industriale ospita da sempre grandi realtà, dal polo chimico alla Michelin. Pagando un conto salato in termini di inquinamento, e viabilità. Ora arriva anche Amazon, e si parla di ulteriori insediamenti logistici. Dovreste essere ricchissimi…
(sospira, ndr) Le dico solo che, per il solo insediamento Amazon, il comune di Alessandria incasserà tra oneri e altri contributi circa 500 mila euro, il primo anno. Poi tutto quello che arriverà negli anni seguenti, da Imu in giù. Ebbene, l’accordo originale prevede che queste risorse siano utilizzate per il miglioramento della viabilità del territorio, tra Spinetta e Castelceriolo. Ma ad oggi stiamo a zero. E’ chiaro che così non si può andare avanti: a noi solo gli oneri, e a chi vive in città i vantaggi economici.

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Ponte Bormida: anche lì aspettiamo che diventi emergenza?
Che vuole che le dica? Anche lì, come per tanti altri progetti (Chiesa di San Francesco, nuovo ospedale, scalo merci, smart city, università, teatro comunale e altro ancora) gli anni del centro destra, grazie ad un approccio ‘sistemico’ con Roma (sempre grazie a Riccardo Molinari) e Torino, si erano individuate buona parte delle risorse necessarie a realizzarlo. Certo che se non si parte mai il costo dei materiali aumenta, le regole idrogeologiche si modificano, e il risultato finale è che, al termine del mandato di Abonante, il ponte Bormida sarà sempre uno, sempre quello. Incrociando le dita, appunto, perchè anchè questa non diventi un’emergenza.