Quali ripercussioni potrà avere, sul nostro territorio, il caos politico romano di queste settimane? La domanda potrà apparire ad alcuni marginale, a fronte di quel che sta succedendo, ma tutto sommato noi le conseguenze reali degli eventi del Paese le sperimentiamo qui, ed è lecito occuparcene.
Rimaniamo convinti che l’emergenza vera non siano le sorti di Berlusconi, e neppure del governo Letta, ma lo scenario economico-produttivo ed occupazionale, che la politica ha accompagnato allegramente verso il tracollo non negli ultimi 6 mesi, ma in vent’anni di inconcludenza, incompetenza, guerra per bande e talora certamente anche ruberìe organizzate.
E tuttavia l’aspetto che, a breve, suscita più interrogativi è quello legato agli enti locali territoriali, ossia Comune capoluogo e Provincia. In entrambi, in questi giorni, si fa un gran parlare di bilanci, tra commissioni, riunioni di giunta, consigli. Come giusto che sia del resto, tra scadenze incombenti e tanti dubbi.
Per esser chiari: la politica romana, nel marasma di queste settimane, avrà nei confronti del ‘caso Alessandria’ quella particolare attenzione e quell’occhio ‘di riguardo’ che più volte i parlamentari del nostro territorio hanno sollecitato, o la sovra-eccitazione autunnale finirà col lasciare qualcuno, dalle nostre parti, col cerino in mano, e il rischio di bruciacchiarsi parecchio?
Ve lo immaginate l’esecutivo, con tutto quel che sta accadendo e potrebbe accadere, occuparsi e preoccuparsi del Comune di Alessandria? In un contesto, oltretutto, in cui sono tantissimi gli enti locali a chiedere aiuto al Governo, a partire dallo stesso Comune di Roma.
Il rischio, quindi, è che l’unico interlocutore per Rita Rossa e il suo team siano i tecnici del ministero. Con tutto quel che ne conseguirebbe, in termini di applicazione rigorosa della normativa.
Per cui, più che mai, in queste settimane occhi puntati sul Comune: dopo l’approvazione del consuntivo 2011 di ieri (passaggio importante e delicatissimo), tocca ora al riequilibrio di bilancio. Ce la faranno i nostri eroi? E, in caso negativo (probabile), quali risposte arriveranno dalla Capitale, e quali strade sarà possibile/necessario percorrere nel 2014? L’incertezza, insomma, rimane altissima.
E in Provincia? Nessuno, in realtà, ha capito che ne sarà dell’ente, e l’unico accenno di riforma della P.A. azzardato dal governo Monti rimane un aborto incompiuto senza capo né coda. E non è che il governo Letta, su questo come su altri temi, abbiamo brillato in risolutezza, diciamo così.
Per cui, in attesa di capire se le Province spariranno davvero in primavera (ma, soprattutto, chi svolgerà i loro compiti istituzionali, e che ne sarà dei dipendenti in organico), a Palazzo Ghilini sono alle prese, non meno che in Comune, con un bilancio da far quadrare in qualche modo, tra ingenti tagli di trasferimenti statali e regionali, e dismissioni che rischiano di restare una valorizzazione solo sulla carta, soprattutto di questi tempi.
Sui due lati di Piazza della Libertà, insomma, si naviga più che mai a vista. Che è poi lo stato d’animo prevalente in gran parte degli alessandrini, e degli italiani. Non resta che affrontare i prossimi mesi con lucidità, e senso pratico. Sperando che bastino.