Filt Cgil: “Logistica ad un punto di svolta, fondamentale il ruolo della Fondazione Slala”

di Enrico Sozzetti

«Se oggi siamo di fronte a questa svolta è anche grazie al lavoro svolto dalla Fondazione Slala, guidata dal novembre 2017 da Cesare Rossini, che ha fatto ripartire le relazioni fra istituzioni e privati in Piemonte come in Liguria». Il riconoscimento arriva dal palco del salone dell’associazione Cultura e Sviluppo di Alessandria che ha ospitato il convegno organizzato dalla Filt Cgil Alessandria e dalla Camera provinciale del lavoro per affrontare i temi della logistica e dello smistamento ferroviario di Alessandria.

Due le tavole rotonde dedicate che hanno avuto come protagonisti Cesare Rossini, Michele Rabino (responsabile sviluppo infrastrutture Area Nord Ovest di Rfi, Rete ferroviaria italiana), Livio Ravera (amministratore delegato di Mercitalia Shunting & Terminal), Ascanio Borchi (presidente della Commissione logistica per Confindustria Piemonte e presidente del terminal Rail Hub Europe di Rivalta Scrivia controllato dal Gruppo Autosped G e da Msc entrata al cinquanta per cento), Giorgio Guaraglia (segretario provinciale Fai, Federazione autotrasportatori italiani), Giorgio Abonante (sindaco di Alessandria), oltre ai sindacalisti Giancarlo Topino (segretario provinciale Filt Cgil), Franco Armosino (segretario generale della Camera del lavoro), Giuseppe Santomauro (segretario generale Filt Cgil Torino e Piemonte), Michele De Rosa (segretario nazionale Filt Cgil).

L’iniziativa ha segnato un cambio di passo dell’organizzazione sindacale che ha promosso un incontro con ospiti che hanno parlato in modo molto chiaro. Non sono emerse ulteriori novità per lo scalo di Alessandria, Rfi ha infatti confermato tutto quanto già spiegato in occasione della presentazione del percorso che dovrà portare al masterplan dello smistamento, mentre Mercitalia Shunting & Terminal ha spiegato cosa sta facendo per arrivare ad avere «terminal competitivi». Ma la svolta è che siano stati proprio questi ospiti a intervenire a una assise sindacale in cui «hanno parlato in modo trasparente, esaustivo e approfondito, come non ci saremmo davvero aspettati» come ha commentato al termine lo stesso Franco Armosino.

Rfi, Mercitalia Rail Hub Europe e Fai hanno parlato di investimenti, mercati internazionali, flussi di merci e problematiche del trasporto su ferro e gomma.

«Oltre a un bilancio tecnico – sottolinea ancora Armosino – è emersa la necessità di ripensare gli interventi della logistica come basilari per lo sviluppo del territorio, al fine di immaginare in maniera totalmente nuova anche il modo in cui si garantiscono servizi e si migliora il benessere su tutta la provincia alessandrina. Per farlo c’è bisogno di sburocratizzare i processi e di fare tesoro di quei percorsi virtuosi di collaborazioni tra province e regioni diverse che proprio nell’alessandrino hanno trovato un riscontro pratico. Le sfide che attendono il territorio in materia di trasporto intermodale nei prossimi anni – è la riflessione che arriva dalla Cgil – saranno molteplici: sarà necessario che gli attori coinvolti si facciano trovare pronti attuando tutti gli investimenti programmati e valorizzando tutto lo spazio fisico a disposizione nella provincia, al fine di modificarne le sorti e creare un vero e nuovo sviluppo per la logistica in tutta Europa».

Genova e Savona sono i porti più importanti, ma senza retroporti ogni prospettiva di sviluppo rischia di restare tale. Un numero, da solo, riassume l’urgenza di completare le infrastrutture necessarie nel Basso Piemonte che è il retroporto naturale della Liguria: «Un milione di contenitori persi a Genova si traduce per l’Italia in un mancato incasso di milioni di Iva» è stato spiegato. Questo perché le merci vengono sbarcate principalmente a Rotterdam, dove pagano le imposte. «Sul territorio – ha quindi sottolineato Rossini – tutti devono ragionare in termini di sistema, Rivalta Scrivia, Pozzolo Formigaro, Novi Ligure, Alessandria. Tutti devono crescere e integrarsi e operare non guardando al piccolo campanile, bensì a quel Basso Piemonte, Alessandria e Asti, che è in grado di assicurare risposte infrastrutturali e di servizi». E a proposito di servizi, è stato Ascanio Borchi a ricordare come l’intera area del Tortonese conti su un milione di metri quadrati di superficie coperta e per la quale «sarebbe utile un casello autostradale dedicato per servire tutti gli operatori da Tortona a Pozzolo Formigaro» e che sarebbe anche fondamentale per togliere dalle strade provinciali alcune migliaia di Tir che le percorrono ogni giorno.