La vendemmia è iniziata da un po’, ma non per opera dei produttori. I protagonisti della nuova vendemmia sono gli ungulati, per la precisione i caprioli. “Sul tema della caccia– afferma Carlo Ricagni, presidente provinciale della Cia di Alessandria – si sta vivendo un momento di gran confusione interno alle istituzioni, dove, tra ricorsi contro la stagione venatoria e i gravi danni che stanno patendo le aziende agricole, la vendemmia, nelle nostre zone, è iniziata male subendo fortemente il fattore ‘rischio ungulati’”.
Le quasi 12mila firme, tra cui quelle di 110 sindaci, evidenziano come il territorio senta il grave problema dei danni da ungulati e, più in generale, da selvaggina. “Gli agricoltori – sottolinea Italo Danielli, vice presidente provinciale della Cia e presidente della zona di Ovada – e in particolare noi viticoltori non possiamo assistere passivamente alla distruzione dei nostri raccolti. In particolare nell’ovadese e nell’acquese i danni causati dai caprioli stanno demoralizzando i produttori che vedono venire a meno il reddito, frutto di un anno di lavoro tra i filari, con la conseguenza che molti produttori intendono cessare definitivamente la loro attività”.
“La situazione è preoccupante – evidenzia Alessandro Bonelli, presidente della Cia zonale di Acqui Terme – e andrà a discapito dell’intero territorio che vedrà venire meno una viticoltura già messa in ginocchio dalla bassa remunerazione delle uve. Con la prossima estirpazione di vigneti subiremo, anche, una pesante perdita patrimoniale: si passerà dal vigneto al gerbido, compromettendo il lavoro di generazioni di agricoltori che hanno creduto in questo territorio”.
Danielli e Bonelli concordano sul fatto che le conseguenze non interesseranno solo il reddito e il patrimonio ma l’intero sistema ecologico-ambientale con rischi gravissimi, primo fra tutti il dissesto idrogeologico. “La Cia – conclude Carlo Ricagni – non abbasserà mai la guardia su questo problema e proseguirà nella sua azione, forte del sostegno ottenuto dai Sindaci di questi territori, affinché Provincia, Regione e Stato intervengano in difesa dell’agricoltura, delle aree rurali e, più complessivamente, di tutto il territorio”.