Ne avevamo preannunciato l’uscita nel corso dell’ultima intervista con il professor Giorgio Barberis, solo un mese fa, e dal 26 febbraio il libro è disponibile nelle principali librerie di Alessandria e del Piemonte, oltre che naturalmente in rete.
Si tratta di “Ken Loach, il cinema come lotta e testimonianza”, edito da Falsopiano, e gli autori sono due alessandrini: lo stesso Barberis, politologo, ordinario di Storia delle dottrine politiche e Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali dell’Università del Piemonte Orientale, e Roberto Lasagna, saggista cinematografico e psicologo, autore di oltre trenta testi sul cinema, e direttore artistico (con Giorgio Simonelli) del Festival Adelio Ferrero.
L’opera cinematografica del regista e sceneggiatore britannico, che a giugno compirà 88 anni, prende il via verso la fine degli anni Sessanta, e arriva fino ad oggi, con il film The Old Oak, del 2023. Quasi sessant’anni di cinema politicamente impegnato, partigiano e con forte valenza di testimonianza politica, che i due autori fanno emergere in tutta la sua coerenza, raccontando gli esordi e le prime opere meno note, e poi naturalmente presentando i capolavori che in tanti conosciamo e apprezziamo, anche con il supporto di immagini, in bianco e nero, scelte con rigore e grande capacità evocativa.
Al politologo Barberis il compito di contestualizzare il cinema di Ken Loach all’interno degli scenari internazionali di conflitto e di lotta che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della storia mondiale. Mentre dal critico cinematografico Lasagna arriva uno sguardo più analitico sull’evoluzione del cinema dagli anni sessanta ad oggi, e sul ‘peso’ che il cineasta e intellettuale britannico, solo apparentemente ‘di nicchia’, ha saputo esercitare, condizionando in positivo l’opera anche di altri colleghi.
Il risultato finale di “Ken Loach, il cinema come lotta e testimonianza” è una lettura piacevole e mai scontata, che consente anche di riflettere su un percorso di lotte, solidarietà tra gli oppressi, diritti dei lavoratori mai frutto di regali o elargizioni, ma sempre conseguenza di scontri duri, di vittorie ma anche di sconfitte cocenti, e di tradimenti. Un bel viaggio, non solo cinematografico.
E. G.