di Graziella Zaccone Languzzi
1) “I cittadini meritano rispetto dai propri amministratori”. Lo afferma Cherima Fteita (Forza Italia, ex assessore alle Manifestazioni del Comune di Alessandria nella Giunta Cuttica) in un’intervista sulla situazione di Alessandria a fine 2023, sospesa tra declino e degrado. “Alessandria è stata privata della magia del Natale”. Ormai vado raramente in centro, ma da amici e conoscenti mi è stata raccontata la tristezza di Corso Roma e della piazzetta durante le feste natalizie: poca gente, atmosfera sottotono, poca o nessuna voglia di gioire. A distanza di quasi due anni dall’insediamento della giunta di centrosinistra, Cherima Fleita esprime la chiara consapevolezza che i problemi si affrontano con le soluzioni concrete e non con i valzer di poltrone (a proposito, ma che fine ha fatto il ‘vice sindaco’ Barosini?), e si chiede qual sia il disegno che questa Amministrazione sta portando avanti. Siamo in tanti a chiedercelo, con l’impressione forte di trovarci di fronte ad una classe dirigente del tutto inadeguata, in preda solo ad entusiasmo da poltrona. Del resto le elezioni regionali incombono, a quanto pare nel ‘campo largo’ di centro sinistra e grillini la fibrillazione è alta, e la campagna acquisti in corso. In tutto questo ci sarebbe anche da amministrare una città che sta andando letteralmente ‘a rotoli’, ma non pare essere questa la priorità sul tappeto. I titoli che si sono letti in questi primi giorni di gennaio la dicono lunga sui rapporti non certo sereni: “Rimpasto, il M5S lancia un messaggio a Barosini (che non cita)”. Dai vertici del PD subito una dichiarazione: “Incontro sindaco-M5S. Mai avvenuto coi vertici del Pd”. Il segretario del Pd alessandrino fa sapere che all’incontro tra il sindaco Abonante e i 5 Stelle il PD non era presente. Sinonimo di forte disagio. Penso agli elettori sia del centro sinistra che dei 5 Stelle, che mi pare vengano presi parecchio in giro. Che tristezza, ed è condivisibile la frase di Cherima Fteita: i cittadini meritano rispetto dai propri amministratori.
Voto: 10
2) Quando si tratta di spendere denaro altrui pare che tal denaro valga una “cosetta”, come si legge in questo articolo: “Se per il Sindaco di Alessandria 24 mila Euro sono “cosette”. Il Sindaco di Alessandria Abonante, con un post apparso su Facebook ha accusato il giornale Alessandria24 di fare polemica su “cosette” e di essere “fuori dai problemi veri”. Il contesto è il riferimento alle fioriere di Piazza della Libertà piazzate per la ZTL: evidentemente per il sindaco gli oltre 24.000 euro spesi per collocarle per poi eliminarle sono “cosette”. Chissà cosa ne pensano i contribuenti alessandrini, che quelle ‘cosette’ le pagano con l’addizionale comunale Irpef ai massimi livelli consentiti!
Rimane il fatto che sono stati sprecati 24 mila euro. Ma chissà se saranno considerate “cosette” anche i 16 milioni di euro del ricorso promosso da Green Wolf, società capofila del raggruppamento di imprese aggiudicatario del progetto Smart City, che ha deciso di rivolgersi al TAR dopo la decisione del gruppo Amag di procedere alla revoca in autotutela del progetto sull’illuminazione e sulla raccolta rifiuti di Alessandria. Le dichiarazioni dall’AMAG arrivano il giorno successivo: “Chiesti ad Amag 16 milioni di euro di danni nel ricorso al Tar dopo lo stop al progetto Smart City”. E’ fiducioso l’amministratore delegato del Gruppo Amag, Emanuele Rava, e l’ottimismo è sicuramente il sale della vita. In questo caso speriamo che basti, ma sarà dura. Del resto, se un gruppo ha avviato un progetto e preso impegni, e il nuovo indirizzo politico ordina al nuovo management di stoppare tutto, dovrebbe anche mettere in conto significative penali. Che alla fine certamente non saranno 16 milioni, ma potrebbero anche essere più dei 616 mila euro di cui pure si parla tra le righe del documento. Nel caso, un’altra ‘cosetta’ (per stare alla terminologia del sindaco Abonante) che pagheremo noi cittadini, come tutto il resto. E che sarà mai? Basta aumentare ancora un po’ la Tari, in fondo. Finchè il popolo paga…..
Voto: 2
3) A proposito di denaro dei contribuenti alessandrini, e di scelte, decisioni e investimenti non sempre oculati: qualcuno sa che fine ha fatto la vicenda dei buoni obbligazionari comunali per 50 milioni (100 miliardi di lire) sottoscritti nel quinquennio 2007-2012? Con quella operazione Palazzo Rosso entrava pesantemente nel mondo dei derivati tossici o “swap”, e per quanto io ricordi fino al 2027 pagheremo pesanti rate semestrali per chiudere quella brutta pagina . Si legge qui a firma Piero Bottino de La Stampa del 31 dicembre 2014, dopo di che silenzio tombale sulla vicenda: “Alessandria, il Comune fa i conti: “sconticino” di 1744 euro sulla scommessa dei derivati”. Ma guardiamo a notizie più recenti, anche se non più allegre: “Batosta milionaria sul Comune per un mancato reintegro a lavoro”. Quando ho letto questa notizia pubblicata l’8 gennaio 2024 a firma Giordano Panaro su una vicenda ormai vecchia e dimenticata o sconosciuta mi sono detta: “ riportiamola in auge visto che certe azioni le paga poi il cittadino e la città”. E’ la vicenda di Vincenzo Pasino, oggi 81enne, già assessore comunale ai tempi di Felice Borgoglio negli Anni ’70 e poi dirigente comunale del Centro Elaborazione Dati, che non si arrende. Sul Comune di Alessandria già in difficoltà a far quadrare i conti di bilancio, e alle prese con tanti grattacapi per la situazione della multiutility Amag e delle sue controllate, potrebbe abbattersi a breve un’altra grana che si trascina da trent’anni e che si sta per riproporre con il nuovo anno. Una cambiale milionaria già ampiamente scaduta e che continua a costare migliaia di euro di soldi degli alessandrini, ogni mese in più che passa. Il ‘caso Pasino’ è un problema che potrebbe coinvolgere direttamente anche i sei ultimi sindaci (e quelli che verranno) di centrodestra e centrosinistra , tutti a conoscenza del problema che non è mai stato risolto definitivamente. La storia è lunga e va sintetizzata per arrivare al nodo di oggi. Le cause legali si sono protratte fino al 2011 quando è stato annullato l’atto di recesso, ripristinando giuridicamente il rapporto di lavoro da dirigente pubblico, oltre al ristoro economico dovuto, sebbene Pasino avesse ormai età da pensione. Palazzo Rosso dopo numerose sollecitazioni ha pagato un acconto per retribuzioni, spese e oneri fiscali e previdenziali, senza mai reintegrarlo sul posto di lavoro ed eventualmente collocarlo in pensione dopo pochi mesi, così i mancati stipendi si sono accumulati e si accumuleranno ancora, nonostante le continue richieste di reintegro dell’ex dirigente CED. Ad ogni nuova amministrazione, Pasino ha reiterato la richiesta, trovando sempre risposte vaghe dai politici e un muro dai dirigenti che a colpi di carte bollate avrebbero cercato di non mettere in pratica ciò che la giustizia italiana aveva sancito, o perlomeno di ritardarne la decisione, dal momento che il conto è salatissimo: dedotto l’anticipo, mancherebbero più di 2,7 milioni di euro da pagare per stipendi arretrati. Il rischio è una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale per mancata inottemperanza della sentenza dichiarata immediatamente esecutiva e confermata dalla Suprema Corte di cassazione a luglio 2011, ma mai applicata. E più passa il tempo e più il monte cresce. Qui le tappe della storia. Cari amici che mi leggete, cosa ne pensate di queste “cosette?” Io penso che chi commette errori dovrebbe pagare di suo e non metterlo a carico della città e dei cittadini.
Voto: 2