di Graziella Zaccone Languzzi
1) Il primo 10 dell’anno va al Prof. Giorgio Barberis, ordinario di Storia delle dottrine politiche e Direttore del Digspes, Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali dell’Università del Piemonte Orientale. Nella sua intervista su CorriereAl mi ha colpito questa frase: “L’Università deve insegnare il pensiero critico, non il pensiero unico”. La domanda è: oggi dalla scuola primaria all’università viene insegnato a sviluppare il pensiero critico? A mio parere no, ed è un problema che insegnanti e docenti dovrebbero porsi seriamente, anche quando è più comodo far finta di niente, e ripetere slogan e verità precostituite, che in un determinato periodo storico qualcuno decide di propagandare come assolute.
Il pensiero unico, culturale e politico, ormai non più frutto di contesti locali o nazionali ma di un’elaborazione unica a livello occidentale, non consente agli individui in formazione di sviluppare su tutte le questioni un approccio critico, basato sul dubbio, e sulla messa in discussione di verità ritenute assolute. Il Prof. Barberis con la frase “L’Università deve insegnare il pensiero critico, non il pensiero unico” credo abbia colto il punto: bisogna insegnare a pensare con la propria testa, e vale non solo per l’università, ma anche nei licei e a scendere. Il pensiero critico è la capacità di ragionare con la propria testa e analizzare la realtà in maniera autonoma, senza basarsi solo su quanto ci viene calato dall’alto come vero e giusto: un’abilità estremamente importante sia nella vita di tutti i giorni che nello studio. Per chi lo applica è una vera conquista di indipendenza, perché permette di saper analizzare informazioni, situazioni ed esperienze in modo magari non oggettivo, ma sempre aperto a mettere in discussione verità precostituite. A questo proposito, per chi desidera approfondire l’argomento: “Frame e reframing. Pensiero unico, pensiero critico”. “È il pensiero critico e pluralista che evolve una società, e quando il pensiero è passivo e unico una società non diventa solo decadente, ma strisciante”. (Marco Trevisan – giornalista, scrittore, aforista e ricercatore della verità). Bravo Professor Barberis!
Voto: 10
2) “L’erba dilaga sui marciapiedi della Polizia Municipale di Alessandria: il Comune si multerà da solo?” L’articolo di Alessandria 24 è del 4 gennaio, chissà se nel frattempo qualcuno avrà fatto togliere l’erba gramigna che “decora” via Borsalino, come da regolamento imposto a tutta la comunità. Andiamo per ordine: Giuseppe Bianchini, presidente del gruppo consiliare SíAmo Alessandria, lista civica del presidente del consiglio comunale Barosini (prossimo vicesindaco? Siamo in attesa di sviluppi), è stato elogiato il 29 dicembre scorso in Comune ad Alessandria dalla coalizione di cui fa parte, perché ha prodotto in questo anno di mandato nella amministrazione Abonante una imponente mole di atti di rilievo, tra interpellanze e mozioni. In quella sede è stato rimarcato l’incessante impegno di Bianchini, ringraziandolo ufficialmente per la dedizione e l’amore che manifesta verso Alessandria, e verso il quartiere Cristo in particolare. Bravo Bianchini!, mi sono detta, ma mi chiedo se tale imponente mole di atti di rilievo, tra interpellanze e mozioni, venga rispettata anche da chi le ha imposte ai cittadini e le ha votate. Qui la questa notizia del 4 gennaio 2024: “L’erba dilaga sui marciapiedi della Polizia Municipale di Alessandria: il Comune si multerà da solo?” La cosa è veramente divertente perché si legge che: “l’ordinanza non ha trovato la minima applicazione e resta il fatto che sono proprio gli edifici pubblici i primi a disattendere i loro obblighi. Emblematico il caso dei marciapiede che delimitano la sede della Polizia Municipale di Alessandria. Le erbacce proliferano indisturbate, accanto a sacchi di immondizia abbandonati a terra. I marciapiede, oltre che infestati dall’erba, sono in stato di pesante degrado. Non solo, ma sul lato di via Borsalino i muri attendono da tempo un po’ di manutenzione, mentre porte arrugginite fanno bruttissima mostra di sè, adornate da scritte spray di dubbio gusto. L’Amministrazione Comunale non interviene a dare il buon esempio e viola le sue stesse norme: si multerà da sola?”. Ovviamente trascrivo le dichiarazioni in data 18 ottobre 2023 del comandante della Polizia Municipale, precisando che l’applicazione della sanzione compete a tutte le forze di polizia statali e anche agli ispettori ambientali, e qualora ci fossero delle erbacce lungo i muri di edifici di proprietà comunale e non solo, le violazioni saranno a carico del dirigente che ha la competenza sul rispetto della norma. Che figura!!! Bianchini &C “presi in castagna” , ma non sfugge più nulla agli occhi attenti dei cittadini e le regole valgono per tutti!
Voto: 2
3) Su questa notizia ho ricevuto alcune pesanti critiche: “Pronto Soccorso di Alessandria, nuovo sportello di accettazione amministrativa. I codici bianchi pagano 25 euro”. In sintesi: dall’8 gennaio e dalle ore 8,00 alle ore 15,30 (dal lunedì al venerdì) vi sarà uno sportello di accettazione amministrativa al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Alessandria per i pazienti che arriveranno con mezzi propri. L’azienda ospedaliera nel comunicato fa sapere che fornirà assistenza a tutti coloro che presentano un problema sanitario urgente e non risolvibile dal medico di famiglia, dal pediatra di libera scelta o dalla Guardia medica, invece per coloro a cui sarà assegnato il codice bianco dove sarà rilevato un problema non urgente e di minima rilevanza clinica, alle dimissioni è previsto il pagamento di un ticket di 25 euro. A scopo informativo ho voluto verificare da dove spunta questo regolamento per niente conosciuto, e ho scoperto che arriva da lontano e che sappia io qui in Alessandria non è mai stato applicato. E’ una legge dei governi di sinistra (quelli che dicevano di tutelare il popolo) che vede la luce nel 2007 con il governo Prodi II, che con il ministro della sanità Livia Turco (PD) dispose “due regali” agli italiani: il ticket di 25 euro da pagare al pronto soccorso in cui non ci fosse reale urgenza e il ticket di 10 euro su ogni ricetta per visite specialistiche ed esami diagnostici. Una specie di sovrattassa fissa a carico dell’assistito, indipendentemente dal tipo di esame: “Pronto soccorso, 25 euro di caos”. Nel 2015 si riparla di ticket durante i governi tecnici del presidente Napolitano: Letta, Renzi, Gentiloni, e ministro della salute era Beatrice Lorenzin dal 28 aprile 2013 al 1º giugno 2018: “Lorenzin: “Sì al ticket nei pronto soccorso – faremo pagare chi utilizza questo servizio anche quando non è un’emergenza”. I tagli pesanti alla sanità sono cominciati con i governi di sinistra, a partire dal catastrofico governo Monti, con il ministro guarda caso alessandrino Renato Balduzzi: “Monti e la Sanità. Dal “Cresci Italia” al “Decreto Balduzzi”. Ma per il Ssn è stato un salasso”. E ancora: “Un anno di Governo Monti. Per la sanità più tagli che sviluppo: – 6,8 miliardi in tre anni”. A completare le informazioni: Balduzzi tra il 1996 e il 2000 durante il governo D’Alema 1 e 2, partecipò attivamente come capo legislativo voluto dell’allora ministero della Sanità a guida Rosy Bindi. Grazie alla gestione Covid del governo Conte con il ministro Speranza la sanità ha avuto un ulteriore salasso, a cui aggiungiamo i costi sanitari per le centinaia di migliaia di stranieri extracomunitari che arrivano nel paese. Ora non meravigliamoci se al pronto soccorso ci chiedono di pagare il ticket: è una scelta che arriva da lontano. E scommettiamo che a pagare saranno solo gli italiani?
Voto: 3