Potenziali evocati multimediali, compagnia residente del Teatro Sociale di Valenza, torna anche nella stagione 23-24 con la sua più recente produzione, recentemente applaudita nella trilogia della guerra alle Fonderie Limone nella programmazione del Teatro Stabile di Torino, ma anche spettacolo atteso a importanti palcoscenici e festival.
Un ritorno sempre gradito quello dei ragazzi di Gabriele Vacis. Al centro della scena il vissuto corale dei cittadini di Tebe fa da cassa di risonanza a quanto accade al di là dalle mura della città e fa accadere in scena i rumori dell’assedio, i colori e le immagini terrificanti del nemico, dell’estraneo, dell’altro che da fuori spinge, e minaccia l’ordine della città dalle sette porte.
Ma l’“altro” – come ci rivela l’inaspettato scontro alla porta settima tra i fratelli nemici Eteocle e Polinice – ha sempre le sembianze del fratello: la guerra è, sempre, guerra civile.
Il copione è costruito incastonando nel testo di Eschilo brani di voci attuali, che portano sulla scena dati tecnici sulle armi in uso nel nostro tempo, ma anche considerazioni storico-culturali sull’immanenza della guerra a ogni latitudine, geografica e cronologica, della nostra civiltà. Sulla trama di un testo così costruito, i giovani attori/autori di PEM si prendono la responsabilità di rappresentare, di far accedere alla realtà aumentata del teatro, i desideri, i punti di forza e di debolezza della generazione dei ventenni: in scena riflettono l’esperienza della guerra nei pensieri, nei gesti, sui corpi dei giovani loro coetanei.
In questo la tragedia di Eschilo si dichiara come “necessaria”, la matrice giusta che genera una presentazione adeguatamente complessa del nostro tempo. In un’altalena che oscilla tra le parole di Eschilo e le domande del presente su cosa sia, allora come oggi, la guerra, si attiva un cortocircuito energetico tra antico e contemporaneo, complici molti autori, di epoca e cultura diversa, chiamati in causa: Henri Laborit, Sun Tzu, Franklin J. Schaffner, Bertolt Brecht e, soprattutto, James Hillman che orienta la prospettiva mai retoricamente buonista sul tremendo impasto di amore e di ferocia che ha il nome divino di Ares, e innesca la concentrazione di uno sguardo e la direzione di un pensiero mai scontato sulla terribile vitalità di ogni guerra.
Lo spettacolo, in scena sabato 20 gennaio al Teatro Sociale di Valenza, è produzione Potenziali Evocati Multimediali e ArtistiAssociati Centro di Produzione Teatrale Gorizia, 76 Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, Fondazione ECM Settimo Torinese in residenza presso i Cantieri Teatrali Koreja e Teatro Sociale di Valenza.
E’ prevista una riduzione straordinaria a cinque euro per gli studenti delle scuole superiori.
Ingressi: intero 15€, ridotto 10€
info e prenotazioni: biglietteria@valenzateatro.it – telefono 0131 920154 e whatsapp 324 0838 829
Dal martedì al venerdi 16:00 – 19:00, sabato 10:00 – 12:30