Senti le rane come cantano era il titolo dei miei ultimi tre post, dove ho ricordato Maria Provera e Maria Margotti e la conquista delle otto ore di lavoro.
Certo, i tempi sono cambiati e la memoria non è buona in questo paese. La classe politica attuale ha cancellato quello di positivo si è costruito negli anni indietro lavorando sulla memoria, facendola venire meno, svuotando la società di contenuti.
Possiamo dire che il primo effetto si è avuto con il berlusconismo e le televisioni commerciali, la soap opera, dopotutto Berlusconi è stato e lo è anche adesso, un uomo di spettacolo.
L’avvento di Grillo, altro grande uomo di spettacolo, voleva mandare a casa un suo collega, tentativo vano perché il Nostro non è ancora sul viale del tramonto.
Chissà se il colpo di grazia arriva da un altro uomo di spettacolo, Matteo Renzi, che ha cominciato la sua ascesa al programma di Mike Bongiorno “la ruota della fortuna”.
Aspettiamo e vedremo in futuro. Questa è la politica, una volta cantavano le rane dicevano i nostri vecchi, adesso cantano i babi.
Parlare del presente mi provoca in un certo senso un po’ di prurito, tanto più che mentre sto scrivendo questo post mi giunge improvvisa la notizia della scomparsa di caro amico, Agostino Bonalumi, uno dei più grandi artisti del 900 italiano.
Allora approfitto di questo spazio per ricordarlo. Mi aveva invitato in Umbria proprio questa estate e io ho rimandato dicendo che ci saremmo visti a breve. Non è stato così.
Amico di Baj, Fontana, Manzoni e Castellani, maestro dell’astrattismo del novecento italiano, definito il pioniere del monocromo, sosteneva fermamente che se l’arte dice l’indicibile, lui parlava dal luogo dove diceva l’indicibile.
Allora, mentre assistiamo a questo piccolo teatrino della politica come spettacolo, uno spettacolo direi piuttosto basso, ci lascia uno dei grandi interpreti del secolo scorso. Se ne va così, in punta di piedi, lasciando un messaggio forte alle generazioni future.
Mi resta la gioia e l’entusiasmo di averlo conosciuto, l’onore di essere stato suo amico.
Noi andiamo avanti. Pesticidi e fertilizzanti hanno distrutto flora e fauna. Le rane sono in via d’estinzione e non cantano più.
Adesso cantano i babi.
Ciao Tino, la terra ti sia lieve.