Medicina Democratica ha inviato a tutti i giornali una lettera aperta a Claudio Lombardi, assessore all’Ambiente del comune di Alessandria e a Alberto Maffiotti direttore dell’Arpa alessandrina, nella quale chiedeva importanti informazioni e garanzie per la preoccupata cittadinanza in merito agli scarichi Solvay in Bormida e alla discarica di una montagna di rifiuti industriali, con sospetto tossici quando non cancerogeni.
C’è chi non l’ha pubblicata. Non solo, c’è anche chi non l’ha pubblicata come consuetudine, ma nell’occasione addirittura incurante di avere intanto impegnato un paginone a una locandina pubblicitaria della Solvay, accompagnato da un ampio richiamo in altra pagina. Cioè Solvay ha ottenuto, con la sua pubblicità a pagamento, anche la censura su Medicina Democratica. Naturalmente nelle redazioni sono volate “veline”, dall’elogio della salubrità ambientale alla favolosa “supergomma” prodotta da un impiantino sperimentale (PFR) della consolidata gamma Tecnoflon purtroppo con poca rilevanza occupazionale. L’azienda precisa che “l’impatto ambientale del PFR è quasi zero”. Quel “quasi” preoccupa assai. Se è vero che la tecnologia è così avanzata, l’impatto deve essere zero. Soprattutto in un ambiente già così inquinato.
Ebbene, domenica scorsa, malgrado il faraonico battage pubblicitario, il luna-park Solvay è stato un flop di partecipazione, segno che la gente è meno stupida di come la consideri l’azienda e non si fa infinocchiare da chi è imputato (fino a 15 anni di reclusione) per inquinamento doloso delle acque e per dolosa omessa bonifica, eccetera. Eppure la locandina pubblicitaria era stata infarcita di costose attrattive (musica dal vivo, gimkane, clown, maghi, caricaturisti, face painting, spettacoli, animazioni, mostre, tornei, concerti, mongolfiere, gite blindate, ristorazione gratuita ecc.) come solo un ricchissimo colosso internazionale può permettersi senza badare a spese, mentre lesina su manutenzione e organici, non vuole saperne di risarcire le vittime e della bonifica del territorio, e continua ad inquinare. Coinvolte perfino a titolo gratuito Posteitaliane con Croce Rossa e Pompieri. Immancabile l’interessata partnership dell’Università di Alessandria.
Se la popolazione ha disertato, così non è stato tra le fila di quelli che contano e che sono sempre pronti ad unirsi alla corte, al punto che la locandina era patrocinata da Comune e Provincia. Non hanno infatti tradito le aspettative di Bruxelles la sindaco Rita Rossa in odore di dimissioni, l’immarcescibile assessore regionale alla sanità Ugo Cavallera e l’europarlamentare Oreste Rossi pentito di aver chiesto a suo tempo la chiusura della fabbrica. Senz’altro hanno stretto le mani agli imputati tra pasticcini e brindisi. Se fossero saliti sull’immobile mongolfiera avrebbero “goduto una stupenda panoramica dall’alto”… della montagna di rifiuti (un’altra) che Solvay sta innalzando a Spinetta, su cui Comune e Arpa fanno orecchie da mercante malgrado sia documentata sul blog di Medicina democratica.
Barbara Tartaglione – Medicina Democratica Alessandria